Zone de sensibilité picturale immatérielle Série n°1, Zone n°02 (receipt to Jacques Kugel) ricevuta che garantisce la proprietà di un’opera d’arte invisibile del principale artista francese del dopoguerra, Yves Klein (1928-1962), è stata venduta ieri da Sotheby’s Parigi per 1.063.500 € a un collezionista privato europeo, raddoppiando la stima di prevendita di 300.000-500.000 €.
Acquistato 35 anni fa dall’art advisor e curatore Loïc Malle, Zone de sensibilité è stato il lotto protagonista dell’asta parigina che comprendeva circa 100 lotti della collezione Malle e che ha realizzato un fatturato di 3,3 milioni di euro, con un tasso di venduto del 92% in lotti.
Zone de sensibilité picturale immatérielle
“Iris Clert vi invita ad onorare, con tutta la vostra Presenza emotiva, l’avvento lucido e positivo d’un indubitabile regno del sensibile. Questa manifestazione di sintesi percettiva sancisce con Yves Klein la ricerca pittorica d’un emozione estatica ed immediatamente
comunicabile”.
Con queste parole la gallerista parigina invitava il pubblico a presenziare l’inaugurazione della mostra Le Vide (Il Vuoto) di Yves Klein, che sarebbe stata inaugurata alle ore 21 del 28 aprile 1958 all’interno della sua galleria: una piccola stanzetta con una vetrina sulla strada, come ricorderà, lo stesso Klein che lavorò nelle 48 ore precedente l’evento per imbiancarla semplicemente di bianco con l’intento di “presentare al pubblico uno stato pittorico palpabile nei limiti di una galleria d’immagini. In altri termini, la creazione di un ambiente, un autentico climax pittorico, e, di conseguenza, d’un unicum invisibile”. La vetrina fu, invece dipinta di blu, in modo che fosse impossibile, dall’esterno vedere qualcosa.
La mostra-evento fu un successo incredibile, ogni giorno più di 200 persone la visitarono, tanto che la gallerista dovette prolungarla per una settimana. Ma fu anche, in un certo senso, anche un successo commerciale. Nello specifico, essendo immateriale, l’acquisto dell’opera ha comportato la vendita di documenti di proprietà di uno spazio vuoto (la “Zone de sensibilité picturale immatérielle“), sotto forma di ricevuta, in cambio di oro.
Di queste ricevute, emesse in occasione delle vendite che Klein effettuò dalla prima creazione del pezzo nel 1959 alla sua morte nel 1962, si ritiene che ne siano sopravvissute meno di una manciata, anche perché l’artista offrì agli acquirenti la possibilità di partecipare a un’opera performativa: un rituale elaborato in cui il proprietario avrebbe bruciato lo scontrino e Klein avrebbe gettato metà dell’oro nella Senna. Quest’ultimo atto aveva lo scopo di riequilibrare l’“ordine naturale” che aveva sbilanciato attraverso la vendita dello spazio.
Nel caso in cui l’acquirente, invece, non avesse accettato l’offerta di Klein di “completare” l’opera con questo rito, l’artista averebbe conservato l’oro per utilizzarlo nella sua serie simultanea di “Monogolds”, opere su larga scala realizzate in foglia d’oro. Tra coloro che decisero di conservare la ricevuta: Jacques Kugel, uno dei commercianti più famosi del suo tempo, che la acquistò nel 1959, decise invece di conservarla. Ed è proprio questo il “pezzo” battuto ieri da Sotheby’s dopo che negli corso degli anni è stato esposto alla Hayward Gallery di Londra, al Reina Sofia di Madrid, al Moderna Musset di Stoccolma e al Centre Georges Pompidou di Parigi.