L’estate è appena entrata nel vivo e mentre le gallerie italiane annunciano i loro summer break augurando buone vacanze ai collezionisti e agli art lover dello stivale, il calendario dell’arte del prossimo autunno si va arricchendo di dettagli. Tanti gli appuntamenti in programma già dai primi giorni di settembre da mettere in agenda. Tra questi ne abbiamo selezionati 10 – ma altri ve li segnaleremo nelle prossime settimane – che ci sono sembrati particolarmente interessanti per il taglio curatoriale e gli artisti coinvolti. Il tutto, ovviamente, con una particolare attenzione per quegli eventi che puntano sulla giovane arte italiana.
Il 5 Settembre alla Galleria Passaggi Arte Contemporanea di Pisa inaugura la prima personale in galleria del videoartista Marcantonio Lunardi con il progetto Anthropometry. Sperimentatore di linguaggi al confine tra cinema del reale, videoarte e installazione, Marcantonio Lunardi ha da sempre posto al centro della sua ricerca tematiche di rilevanza sociale, investigando le idiosincrasie della società contemporanea tanto nei suoi risvolti politici quanto nelle sue derive comunicative. Il progetto Anthropometry è stato ideato con l’intento di aprire una riflessione su procedure di spersonalizzazione, deumanizzazione e burocratizzazione degli individui adottate nella storia recente da diversi regimi ai fini di controllo e annientamento della libertà individuale e delle diversità.
A Milano, da giovedì 17 settembre, la Galleria Francesca Minini presenta 360 760 nm, personale di Giulio Frigo uno degli artisti italiani emergenti più apprezzati del momento. Negli stessi giorni, a Firenze, la Galleria Tornabuoni Arte inaugura il 19 settembre Plastic Shapes, personale di Francesca Pasquali. Bolognese classe 1980, Pasquali è un’artista il cui linguaggio affonda le proprie radici nell’Arte Povera. Nelle sue composizioni sperimenta materiali diversi provenienti prevalentemente dal mondo industriale, neoprene, pvc, gommapiuma, setole sintetiche, palloncini, cannucce, intrecciati in griglie precostituite. Riutilizza materiali di recupero per ridare vita agli oggetti che diventano protagonisti assoluti delle sue opere sempre ispirate alla natura. Le sue composizioni sono un’esplosione di forme, colori e materiali e invitano il pubblico ad un percorso multisensoriale: non solo visivo, ma molto spesso anche tattile e a volte uditivo.
Dal 21 settembre, questa volta a Roma, la z2o Sara Zanin Gallery presenta EntreNous_02 il tesoro di atreo garden project_2015 con Michele Guido e Hidetoshi Nagasawa. Il tesoro di atreo garden project_2015 è la seconda di un ciclo di mostre che vede coinvolti artisti di differenti generazioni all’interno di uno spazio condiviso e dove il progetto espositivo sollecita un’attenta disamina delle consonanze e dissonanze di pratiche, poetiche e linguaggi, condizione favorevole al disvelamento non solo di possibili affinità ma, e soprattutto, della specificità e unicità di ogni singolo percorso artistico presentato. E’ in questo contesto di contemplazione che interviene la ricerca artistica di Michele Guido e Hidetoshi Nagasawa. Nel crocevia tra le rotte della natura e le divagazioni dell’architettura si disegnano i confini di una zona d’ombra che riesce a carpire, attraverso l’arte, il lato più misterioso del reale: Michele Guido sembra ricercare nella natura i messaggi e i codici nascosti che consentono di operare all’interno dell’universo sensibile, mentre Hidetoshi Nagasawa travalica le categorie artistiche in una prassi che si accosta all’architettura, crea spazi da esperire più mentalmente che fisicamente, gioca con strutture geometriche elementari che sembrano levitare nello spazio, sfida la gravitazione e la comune percezione, genera vuoti che sembrano recare forma e densità nonostante la leggerezza e la trasparenza.
Sempre a Roma, il 24 settembre la Galleria Anna Marra Contemporanea riapre le attività dopo la pausa estiva con la mostra personale di Francesco Irnem (n. 1981) dal titolo Questa è solo una promessa di felicità, a cura di Raffaele Gavarro. La mostra presenta tre installazioni che occupano rispettivamente i due ambienti della galleria e il cortile interno. Francesco Irnem ha ridefinito lo spazio della galleria elaborando un percorso che è un vero e proprio attraversamento fisico e visivo dello spazio, e che utilizza materiali provenienti dall’edilizia associati a immagini dipinte e fotografiche, insieme a elementi vegetali. Questa è solo una promessa di felicità richiama esplicitamente quella promesse de bonheur, che se in Stendhal era la promessa della bellezza diviene poi, prima in Nietzsche e poi in Adorno, l’esperienza del mondo che l’artista compie con la realizzazione dell’opera d’arte. Un’esperienza alla quale è invitato a partecipare il fruitore.
A Verona, Studio la Città inaugura il 26 settembre la sua programmazione autunnale con la seconda mostra personale in galleria dell’artista Michael Najjar dove, per la prima volta in Italia, l’artista presenterà il suo nuovo progetto dal titolo outer space. Il ciclo di opere, nato a seguito della scalata del Monte Aconcagua nelle Ande argentine – l’impresa documentata dalle fotografie esposte nella mostra high altitude, financial markets between reality and simulation del 2010 –, attesta l’ambizione di Najjar a diventare il primo artista nello spazio. Nato nel 1966 a Landau in Germania, Najjar lavora con la fotografia e il video focalizzandosi sugli elementi chiave della nostra società guidata e “controllata” da tecnologie informatiche e dell’informazione.
Dal 2 ottobre al 18 dicembre, invece, la Galleria Il Ponte di Firenze ospiterà la personale Knight of the Night di Jan Fabre, che propone un complesso di opere realizzate in periodi diversi (1997 – 2013), che per la prima volta vengono a comporre un unicum narrativo incentrato sul romanzo cavalleresco, uno dei temi cardine dell’intera produzione dell’artista. Mentre a partire dal 4 ottobre, presso la Collezione Maramotti di Reggio Emilia, saranno visitabili due nuove mostre temporanee: il nuovo progetto Silent Sticks di Corin Sworn, vincitrice del Max Mara Art Prize for Women, in collaborazione con Whitechapel Gallery, e la collettiva con opere della Collezione Industriale immaginario.Da non dimenticare, infine, l’appuntamento con la Giornata del Contemporaneo che quest’anno si terrà il 10 ottobre. Giunta alla sua undicesima edizione, la Giornata del Contemporaneo aprirà gratuitamente le porte dei 26 musei AMACI e di un migliaio di realtà in tutta Italia per presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. Un programma multiforme che di anno in anno ha saputo regalare al grande pubblico un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea, portando la manifestazione organizzata da AMACI ad essere considerata l’appuntamento annuale che ufficialmente inaugura la stagione dell’arte in Italia.
Dal 26 novembre 2015, infine, la Triennale di Milano presenta Ennesima. Una mostra di sette mostre sull’arte italiana, a cura di Vincenzo de Bellis: una “mostra di mostre” che raccoglierà più di centoventi opere di oltre settanta artisti con un allestimento che si estenderà sull’intero primo piano della Triennale. Sette mostre autonome, intese come appunti o suggerimenti, che cercano di esplorare differenti aspetti, collegamenti, coincidenze e discrepanze della recente vicenda storico-artistica italiana. Sette ipotesi di lavoro grazie alle quali leggere, rileggere e raccontare l’arte italiana anche attraverso l’analisi di alcuni dei formati espositivi possibili: dalla mostra personale all’installazione site-specific, dalla collettiva tematica alla collettiva cronologica, dalla collettiva su uno specifico movimento alla collettiva su un medium fino alla mostra di documentazione. Non un unico progetto che cerchi a tutti i costi connessioni tematiche o stilistiche, cronologiche o generazionali, bensì una piattaforma che prova a ipotizzare la compresenza di questi formati e di altri possibili, per raccontare uno spaccato degli ultimi cinquant’anni di produzione artistica.