Con il senno di poi, l’asta di Phillips del 17 settembre scorso a New York, più che New Now andava chiamata Not Now. I 250 lotti in catalogo, infatti, hanno di poco superato l’aspettativa minima pre-asta, totalizzando 4.5 milioni di dollari, contro un’aspettativa di 4.4 – 6.5 milioni. E se la casa d’aste newyorchese ha evitato il “bagno di sangue” lo deve solo alla presenza in catalogo di un buon numero di artisti storicizzati, come Ed Ruscha, Terry Winters o Julian Schnabel, che hanno fatto registrare delle buone performance.
Clima decisamente tiepido – per non dire freddo -, invece, attorno alle opere dei giovani che, tradizionalmente, sono il punto di forza di quella che una volta si chiamava Under the Influence e che, fino al 2014, era il principale appuntamento dedicato all’arte emergente e super quotata. Segno dei tempi che cambiano e di un collezionismo internazionale che sembra essersi stufato di una speculazione che, negli ultimi anni, ha portato ad un continuo e ingiustificato aumento dei prezzi di artisti ancora all’inizio della loro carriera. E la nuova formula adottata da Phillips per la sua asta di settembre, che vedeva giustapposte opere di giovani con lavori di artisti affermati, è certamente il sintomo più chiaro di una bolla che si sta sgonfiando dopo due anni di continua espansione. Dati alla mano, infatti, il mercato degli Under35 ha perso, nei primi sei mesi di quest’anno, oltre il 23% in valore.
Il declino dei “giovani d’oro”
Un anno preciso separa l’asta New Now dalla Under the Influence del 17 settembre 2014, ma sembra un secolo. Allora, la vendita di Phillips incoronava il giovanissimo Kour Pour, artista anglo-iraniano di 26 anni che, con una sola personale alle spalle, vide, nell’arco di pochi mesi, crescere del 900% il valore delle proprie opere, passato dai 15 mila dollari del gennaio 2014 ai 90 mila del settembre successivo. Ora tutto questo pare solo un ricordo. E se è vero che nel catalogo del 17 settembre scorso le opere degli emergenti non erano di grandissima qualità è anche vero che artisti come Hugh Scott-Douglas (n. 1988) – per il quale, l’altro autunno, i collezionisti si accapigliavano – sono rimasti invenduti. E’ accaduto, oltre che a Scott-Douglas, a Artie Vierkant (n. 1986), a Christian Rosa (n. 1982), a Parker Ito (n. 1986) e a Dan Rees (n. 1982) che, nel settembre 2014, vide uno dei suoi Artex Painting aggiudicato per la bellezza di 233.000 dollari, mentre giovedì scorso un dipinto della stessa serie è rimasto nella casse di Phillips. Ma a tornare con i piedi per terra sono stati anche degli “intoccabili” come Joe Bradley (n. 1975) e il tailandese Korakrit Arunanondchai (n. 1986): le loro opere in catalogo sono state vendute, ma a prezzi decisamente mediocri.
Insomma, un vero e proprio bollettino di guerra, ritratto spietato di una bolla speculativa che si sta rapidamente – e fortunatamente – sgonfiando. Tanto che l’asta New Now, come ha dichiarato all’Observer Said H. Hosseini, art advisor e fondatore della berlinese SHH Fine Arts Ltd, «getta sul mercato una luce sobria che fa riflettere sulle alte aspettative riposte dai collezionisti sui giovani pittori astratti emergenti». «Quello a cui stiamo assistendo – ha aggiunto Hosseini parlando con Ryan Steadman – è la correzione naturale al mercato di alcuni giovani artisti con prezzi artificialmente gonfiati». Una correzione che, nei primi sei mesi del 2015, ha già portato ad una contrazione di questa “nicchia d’oro” del 23% in valore, passando dai 217.4 milioni di dollari del primo semestre 2014 ai 167.5 milioni della prima metà di quest’anno (Fonte: Artnet). (Leggi -> Giovani d’Oro: gli Under 30 campioni in asta)
E il caso più eclatante di questo cambio di registro nel mercato è, con molta probabilità quello del pittore americano Lucien Smith (n. 1988) che, in questi anni, assieme ad artisti come Oscar Murillo e Jacob Kassay, è stato tra i beniamini di quei collezionisti-speculatori in cerca di guadagni rapidi. Tra il 2013 e il 2014 le sue opere sono andate letteralmente a ruba, tanto che lo scorso anno i suoi dipinti hanno realizzato in asta un totale di 3.7 milioni di dollari (Fonte: Artsy) con eccessi come i 389 mila dollari spesi da un collezionista per acquistare uno dei suoi lavori realizzati per la mostra finale alla Cooper Union, università privata nel cuore di Manhattan dove si è laureato nel 2001. Bene, nell’asta di Phillips di maggio uno dei suoi Rain Painting – serie di circa 200 dipinti realizzata dall’artista nel 2011 spruzzando vernice sulla tela utilizzando un estintore – è stato venduto per 62.500 dollari quando, a febbraio 2014, un’opera dello stesso ciclo e di dimensioni analoghe era stata battuta da Sotheby’s a Londra per 224.500 sterline. Ciliegina sulla torta, il Rain Painting inserito nell’asta New Now è rimasto addirittura invenduto.
Verso un mercato più “sostenibile”
Ogni bolla speculativa è destinata a scoppiare e questo vale per la Borsa come per il mercato dell’arte. Gli analisti, d’altronde, avevano più volte lanciato l’allarme, sottolineando in ogni report come gli eccessi di speculazione che da anni caratterizzano il mercato di fascia alta stessero spaventando i collezionisti. E dopo due anni di continua ascesa eccoci arrivati alla resa dei conti. «Le persone più lungimiranti hanno smesso di comprare questo tipo di arte. – ha commentato al New York Times Kenny Schachter, collezionista, commerciante e scrittore londinese che da oltre 25 anni compra opere contemporanee di artisti emergenti – In questi anni c’è stata una bolla di artisti alla moda. Tanta gente ha fatto un sacco di soldi e tanta ha perso molto. Il fatto è che gli artisti giovani non dovrebbero essere venduti per quasi 400.000 dollari».
Che questa bolla stesse per scoppiare, d’altronde, era nell’aria: da tempo chi segue il mercato si chiedeva quanto potesse durare un trend fatto di record continui e di artisti giovani venduti a cifre incredibili. Tanto che il commento rilasciato prima dell’asta New Now da Rebecca Bowling, specialista di Phillips, riletto dopo la vendita suona quasi come un sospiro di sollievo: «Sembra che ci sia un momento di raffreddamento e speriamo che ciò significhi che ci stiamo dirigendo verso un mercato più sostenibile». La Bowling ha poi aggiunto che il nuovo format di asta – che di fatto ha sostituito la precedente Under the Influence – è nato proprio in risposta al desiderio crescente dei collezionisti, sia nuovi che di lungo corso, di opere di valore a firma di artisti storicizzati, ma trascurati dal mercato per quanto riguarda le fasi più recenti della loro carriera. E in questo New Now sembra proprio aver centrato il suo obiettivo.