Circa 300 le opere di artisti nazionali e internazionali che saranno battute il prossimo 13 giugno durante le due tornate dell’asta di arte moderna e contemporanea de Il Ponte – lotti 1-35 ore 10.30 / lotti 136-274 ore 15.30 – ed esposte in preview dall’9 all’11 giugno. Un catalogo, quello messo insieme dalla casa d’aste di Via Pontaccio a Milano, ricco di lavori di grande qualità, tutti provenienti da collezioni private italiane e straniere. Non mancano, ovviamente, le opere a firma di artisti ormai storicizzati, ma sono tanti anche i nomi ancora oggi sottostimati e con ampi margini di rivalutazione a cui siamo invitati a guardare a con altri occhi per cominciare a riprenderli in considerazione; ripescandoli da quegli angoli bui a cui il mercato dell’arte li ha immeritatamente un po’ condannati. Ma vediamo nel dettaglio la proposta di Palazzo Crivelli.
Sempre un passo avanti per anticipare le tendenze
Scriveva Ralph Waldo Emerson: «Non andare dove il sentiero ti può portare; vai invece dove il sentiero non c’è ancora e lascia dietro di te una traccia». Ed è proprio in questi territori meno battuti che si muove, con sempre maggior agilità, il dipartimento di arte moderna e contemporanea della casa d’asta Il Ponte che, sotto la guida di Freddy Battino, ci ha insegnato come il mercato dell’arte, oltre al business, possa anche fare cultura. Sì, perché un’asta – pur dovendo rispondere ad una domanda di mercato -, può essere anche propositiva; rivolgersi a chi vuole “ascoltare” i suggerimenti e anticipare i trend del mercato che verrà, piuttosto che cavalcare l’onda attuale. Così, nel mare magnum dei cataloghi che affollano la nostra redazione, ancora una volta è quello del Ponte a stupirci, con una proposta artistico-culturale – prima ancora che economica – per certi aspetti controcorrente, fuori dagli schemi delle mode. Sicuramente ricca di scommesse. (Leggi -> Il Ponte: quando il mercato scommette sulla cultura)
E’ il caso, ad esempio della pittura del ‘900 italiano, ingiustamente caduta di moda negli ultimi anni e che qui torna sul mercato da protagonista, grazie ad una selezione di opere veramente di primissimo ordine. Come le due tele di Filippo De Pisis ai lotti 162 e 163: Le uova di Pasqua del 1937 e Natura morta con tovaglia rossa e bicchiere del 1941, entrambe valutate 10-15.000 euro. O la Natura Morta (1926) di Renato Paresce al lotto 157 (stima: 14-16.000 euro). Per non parlare dei tre rarissimi dipinti di Giorgio De Chirico: il primo, Lepre e pernici del 1923 (lotto 161, stima: 25-35.000 euro), appartenuto al suo mercante e collezionista fiorentino, Giorgio Castelfranco, e poi Busto di donna in verde del 1924 (lotto 154, stima: 28-35.000 euro) e Achille e Chirone del 1938 (lotto 170, stima: 50-70.000 euro).
Di Mario Sironi troviamo, invece, un magnifico Paesaggio urbano con vigile del 1924 di straordinaria rilevanza storica (lotto 165, stima: 60-80.000 euro). E colpisce per il forte equilibrio compositivo la bellissima Natura morta di Giorgio Morandi al lotto 228: un olio su tela proveniente da una prestigiosa collezione milanese valutato 200-250.000 euro. Mentre Osvaldo Licini è presente al lotto 225 con un prezioso Personaggio del 1944 (stima: 25-30.000 euro).
Ancora, al lotto 158 troviamo un Autoritratto di Achille Funi del 1921 (stima: 5-7.000 euro) , mirabile esempio del Realismo magico italiano esposto, tra le tante mostre, alla Terza Quadriennale di Roma nel 1939, a Palazzo Reale nel 1989 e alla GAMeC di Bergamo nel 1992.
Si rinnova la scommessa sulla scultura
Guidato da grandi nomi come Amedeo Modigliani o Alberto Giacometti, il mercato internazionale della scultura è tonato a nuova vita e dal 2010 ad oggi, pur rimanendo ancora una “nicchia” rispetto alla pittura, i suoi prezzi medi sono in costante crescita. Un trend positivo che, in Italia, trova proprio nel Ponte il principale alfiere, considerando che la casa d’aste da tempo sta scommettendo su un ritorno della scultura. Basti ricordare il rilancio, ad esempio, di artisti come Paolo Icaro che sono partiti proprio dalla sale room di via del Pontaccio. E nel catalogo dell’asta del 13 giugno prossimo, l’attenzione è tutta focalizzata sulla scultura italiana, forse in lenta crescita sul mercato, ma che rappresenta un sicuro investimento nel medio-lungo periodo.
Le opere da citare, sarebbero diverse, ma tra tutte meritano attenzione lo storico bronzo di Mino Rosso al lotto 145: Rapporti di Forme del 1934 ( stima 5.500-7.500 euro), un’opera che vanta, tra le altre cose, un invidiabile curriculum espositivo che comprende la XX Biennale di Venezia del 1936 e la X Quadriennale di Roma del 1972.
Ma in catalogo troviamo anche un monumentale Ferro-cemento di Giuseppe Uncini altro più di 3 metri, Traliccio del 2001 (lotto 274, stima: 40-60.000 euro); una grande stele di Arnaldo Pomodoro – Asta Cielare, XXIII del 1998 (lotto 206, stima: 40-60.000 euro); una crocefissione di Francesco Somaini – Grande Martirio piagato del 1960 (stima: 6-8.000 euro) – e uno storico bronzo Pietro Consagra: Colloquio duro del 1958 (lotto 194, stima: 25-35.000 euro).
E ancora Umberto Mastroianni, Carmelo Cappello, Fausto Melotti – con tre lavori tra i quali spicca Cerchi al lotto 230 (stima: 15-20.000 euro) -, Nino Franchina, Lucio Fontana con due sculture in ceramica smaltata policroma (lotti 168-169) e un Concetto Spaziale, Natura del 1967 (lotto 271, stima: 50-70.000 euro) e Mauro Staccioli.
Informale e Astrattismo: è il momento del rilancio
Ma grande, nell’asta del Ponte, è anche la fiducia sulla ripresa dell’arte informale internazionale del secondo dopoguerra, da anni uscita dalla frenesia delle mode e perciò sottostimata. Sfogliando il catalogo si incontrano così, lavori di Jean Dubuffet, Wols, Giuseppe Santomaso – di cui è proposto il bellissimo A cielo aperto del 1984 (lotto 177, stima: 38-50.000 euro) -, Tancredi, Antoni Tapies, Toshimitsu Imai, Hsiao Chin o Giulio Turcato.
E ancora si possono citare Winter Morning di William Congdon, un’opera del 1950 già esposta al MoMa di New York (lotto 150, stima: 10-15.000 euro) e un olio museale di Emilio Scanavino del 1966 (lotto 180, stima 20-30.000 euro), di straordinaria qualità. Come è un capolavoro dell’arte informale il dipinto di Jean-Paul Riopelle del 1954 (lotto 254, stima 50-70.000 euro), proveniente da un’importante collezione londinese e che vanta come precedente proprietà la prestigiosa collezione di Riccardo e Magda Jucker. Da citare infine Musus, notevole olio su tela del 1962 di Emil Schumacher: lotto 248, stima: 30-50.000 euro.
E poi, c’è una storica scommessa del Ponte: quella sull’astrattismo italiano, che in passato il dipartimento guidato da Battino ha già proposto con grandi soddisfazioni. Come ci ricorda, ad esempio, la bella tempera su carta di Carla Badiali al lotto 149: Composizione n. 14 del 1934-35, valutata 25-35.000 euro. E proprio dalla sale room del Ponte, infatti, che è ripartita un paio d’anni fa la rivalutazione di questa artista italiana per troppo tempo dimenticata. Ma in catalogo troviamo anche uno straordinario dipinto di Mario Soldati del 1935 passato dalla celebre collezione Jucker.
Per non parlare della Composizione (lotto 140) di Manlio Rho, lavoro degli anni Quaranta stimato tra i 12 e i 16.000 euro. Oppure la Composizione astratta di Enrico Prampolini degli anni Cinquanta (lotto 153, stima 10-15.000 euro). Concludendo una bellissima selezione di lavori del MAC a firma di Mario Radice, Ideo Pantaleoni e Bruno Munari, altro artista il cui mercato è in costante ascesa e la cui rivalutazione è partita proprio dal Ponte. Tanto per ribadire il ruolo di trend setter che la casa d’aste milanese sta ricoprendo.
Il 2017 sarà l’anno della “carta”?
E a proposito di scommesse e nuovi trend da definire, merita una citazione l’attenzione che questo catalogo dà alle opere su carta dei grandi maestri internazionali così poco valorizzate in Italia rispetto agli oli, ma che all’estero già da anni sono molto ricercate. In catalogo Vasilij Kandinsky con un acquerello del 1918 (lotto 225, stima: 50-70.000 euro), un pastello di Joan Mirò, una china di Jean Dubuffet del 1960, un Wols del 1940, una tempera di Marino Marini, due pastelli di Wilfredo Lam, un collage di Joseph Cornell e un’acquarello di Marc Chagall.
Una fiducia che si rinnova, quella del Ponte per la grande produzione artistica su carta, confortata oggi, anche dal rinnovato interesse che questo supporto sta avendo in un Italia che si appresta, il prossimo novembre, ad ammirare la nuova sezione che al disegno e alle opere cartacee dedicherà l’edizione 2017 di Artissima a Torino.
Grand finale d’autore…
Un catalogo, insomma, quello messo insieme dal Ponte, ricco di spunti e, soprattutto, che non guarda solo alle mode e, ai must del momento, alterna una proposta artistica veramente eccellente. Il tutto completato con una selezione di opere, di altissima qualità, dell’Avanguardia Italiana del Secondo Dopoguerra compaiono Emilio Isgrò, Vincenzo Agnetti, Fabio Mauri, Granfranco Baruchello, Claudio Parmiggiani e Alighiero Boetti, presente con tre importanti lavori tra i quali Segno-Disegno del 1983 (lotto 269, stima: 100-150.000 euro) che si è meritato anche la copertina del catalogo.
E ancora, un’imponente opera di Irma Blank del 1994, eccezionale per qualità e dimensioni: Radical Writing, Schirfzug = Atemzug (lotto 258, stima: 40-60.000 euro). Come non manca una raccolta dedicata alla Pop Art italiana, con un rilevante gruppo di lavori a firma tra gli altri, di Valerio Adami, Franco Angeli, Enrico Baj, Tano Festa, Renato Mambor, Sergio Sarri e Mario Schifano. In evidenza, ancora, alcuni artisti del Gruppo Zero: Getulio Alviani, Bernard Aubertin, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani e Piero Manzoni – con un Achrome del 1960 (lotto 164, stima: 70-90.000 euro) e una Linea lunga mt 10,99 (lotto 263, stima: 25-35.000 euro) -. E notevole è anche la grande tela del 1967 del giapponese Shusaku Arakawa. Mentre per la Body Art citiamo due fotografie dell’austriaco Arnulf Rainer ai lotti 272-273.
Nella sezione dedicata al Nouveau Realisme spiccano Christo, con uno storico Store Front Project del 1962, un décollage di Jacques Villeglé, un Mimmo Rotella del 1960 e un’accumulazione di Arman di dimensioni museali. Non mancano, infine, nel catalogo del Ponte, Pittura Analitica e Arte Ottico-Cinetica entrambe presenti con opere pregevoli. Insomma un catalogo da studiare con attenzione e tanta, tanta passione.
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