Emergenti, mid–career o storicizzati poco importa. Al netto della nostra capacità, tutta italiana, di criticarci e sminuirci, l’arte made in Italy continua ad avere successo in tutto il mondo,, dalle aste internazionali alle gallerie di ricerca di mezzo mondo. E anche per questo, periodicamente, ci piace fare una ricognizione degli artisti italiani sulla ribalta internazionale. Ricognizione che questo mese non potrebbe che cominciare dallo splendido Nero Plastica L.A. di Alberto Burri che andrà in asta il 16 novembre prossimo durante la Contemporary Art Evening Auction di Sotheby’s New York. L’opera, la cui stima non è resa nota dalla casa d’aste, è uno dei rari esemplari di grandi dimensioni della Serie Nero Plastica ed è tra I capolavori esposti alla acclamata retrospettiva del 2016 al Solomon R. Guggenheim Museum: Alberto Burri: The Trauma of Painting. Questo lavoro monumentale è uno delle Plastiche più importanti mai prima apparse in asta non potevamo non dedicargli la copertina di questo articolo.
E proprio New York è l’epicentro di questo grandissimo interesse. A partire dalla mostra inaugurata a settembre presso The Jewish Museum: Modigliani Unmasked, la prima mostra negli Stati Uniti che si concentrerà sul lavoro iniziale di Amedeo Modigliani negli anni dopo il suo arrivo a Parigi nel 1906. La mostra comprende molti disegni dell’artista con un’ampia selezione dei lavori acquisiti direttamente dall’artista dal Dr. Paul Alexandre, suo amico e primo patrono. I disegni della collezione Alexandre, molti dei quali esposti per la prima volta negli Stati Uniti, nonché altri disegni provenienti da collezioni di tutto il mondo e una selezione di dipinti e sculture di Modigliani, sono utilizzati per mettere in evidenza come la sua provenienza da una famiglia di origini ebraiche di Amedeo Modigliani sia fondamentale per capire la sua stessa produzione artistica. La mostra rimarrà aperta al 4 febbraio 2018.
Sempre a New York, Luxembourg & Dayan festeggia il semi-centenario del movimento Arte Povera con Contingencies: Arte Povera and After, una mostra che mette una un gruppo di opere selezionate di artisti contemporanei in dialogo con importanti lavori di Arte Povera degli anni Sessanta e Settanta, attraversando questi momenti storici al fine di meglio comprendere gli echi che vi furono tra di loro. L’esposizione, inaugurata il 23 ottobre scorso, comprende una serie di lavori storici a firma di Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Pino Pascali e Michelangelo Pistoletto. Messi in conversazione con opere diOlga Balema, Elaine Cameron-Weir, Nina Canell, Jason Loebs e Carlos Reyes.
Ancora l’Arte Povera è protagonista da Lévy Gorvy con la mostra Ileana Sonnabend and Arte Povera, curata da Germano Celant questa mostra è la prima a indagare il ruolo centrale di Ileana Sonnabend nella ricezione internazionale dell’Arte Povera e la stretta amicizia tra Celant e Sonnabend, nata dal loro interesse comune per gli artisti italiani. La mostra comprende opere di Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Jannis Kounellis, Mario Merz, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio – la maggior parte delle quali sono stati originariamente esposte nelle gallerie di Sonnabend New York o Parigi.
Ma la Grande Mela ospita anche la mostra Nuvolo and Post-War Materiality 1950–1965, curata da Germano Celant e allestita presso la Di Donna Galleries. La mostra, che ha aperto i battenti il 27 ottobre scorso, pone la sua attenzione sui primi anni di carriera di Nuvolo (al secolo Giorgio Ascani) e comprende 20 opere molte delle quali mai viste fuori dall’Italia, e contestualizzate da importanti lavori a firma di artisti che negli stessi anni lavoravano in Italia, Spagna, Francia e Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale, tra i quali: Alberto Burri, Ettore Colla, Pietro Consagra, Jean Fautrier, Lucio Fontana, Addie Herder, Piero Manzoni, Conrad Marca-Relli, Manolo Millares, Mimmo Rotella, Angelo Savelli, Salvatore Scarpitta, Toti Scialoja, Antoni Tàpies, and Cy Twombly. Nelle prossime settimane la Galleria Gagosian di Madison Avenue, inaugurerà invece una nuova personale di Rudolf Stingel nella quale saranno presentati alcuni suoi nuovi lavori. Mentra alla Luhring Augustine Gallery ha aperto da poco una personale di Michelangelo Pistoletto.
A Huston, invece, la Barbara Davis Gallery ospita Drawing, solo-show dell’artista internazionale Andrea Bianconi. Drawing, comprende disegni, sculture e un’installazione su vasta scala di disegni murali che ricopre tutta la galleria. In questa mostra, Bianconi presenta un corpus di nuove opere che ruota attorno all’uso di simboli, in primo luogo la freccia, con qui l’artista costruisce paesaggi immaginari composti di segni ossessivi che simboleggiano la direzione e il movimento. Numerose frecce disegnate a mano scorrono sulle tele e sulle pareti; gli spazi positivi e negativi tra di esse indicano profondità e dimensione.
Spostandoci dagli Stati Uniti all’Europa, la Galería Odalys di Madrid ha inaugurato il 7 novembre scorso la mostra Gruppo MID multiverso óptico. E sempre il Gruppo MID sarà protagonista al Musée Bernard d’Agesci di Niort in Francia con la mostra Gruppo MID : Collectif emblématique de l’art cinétique italien des années 60. In Germania, invece, a vent’anni dopo l’epocale esposizione di Giorgio Morandi nei locali di Wallrafplatz (1996/97), dopo la quale numerosi musei internazionali hanno acquistato opere di Morandi per le loro collezioni, la Galerie Karsten Greve di Colonia mostra ora non solo dipinti importanti, ma anche acquerelli, disegni e altre opere grafiche del famoso maestro italiano, in gran parte provenienti da famose collezioni private e raccolte in una mostra completa di eccellente qualità. Paragonabile, per dimensioni, ad uno delle ultime retrospettive istituzionali dedicate all’artista, tenutasi nel Kunstmuseum Winterthur nel 2000, l’attuale esposizione conta più di cinquanta opere di prima qualità, tra cui 38 nature morte e 15 paesaggi e offre l’opportunità unica di approfondire conoscenza della varietà della produzione di Morandi.
Sempre Giorgio Morandi è co-protagonista da Sprovieri a Londra nella mostra Giorgio Morandi Cabrita Reis, nella quale l’opera dell’artista portoghese, alla sua seconda presenza in galleria, è messa in dialogo con tre nature morte del 1941, 1953 e 1964 di Giorgio Morandi. Sempre nella capitale britannica, Luxembourg & Dayan ospita fino all’8 dicembre prossimo la mostra Gino De Dominicis’ works from the collection of Guntis Brands, probabilmente il patrono più importante dell’artista e il suo amico più vicino. La mostra è dedicata all’eredità pittorica di De Dominicis e si concentra principalmente sui dipinti prodotti negli ultimi due decenni della sua vita. Questa è la prima mostra delle opere della collezione Guntis Brands presentata nel Regno Unito e include alcuni dei dipinti più famosi di De Dominicis, accanto a importanti opere raramente viste prima. La mostra è accompagnata da una pubblicazione stampata che esplora l’eredità dell’opera De Dominicis nel contesto di questa eccezionale collezione.
Ci sono poi le sedi estere delle gallerie italiane, che svolgono un ruolo fondamentale nella promozione della nostra arte nel mondo. E qui troviamo, in prima linea Tornabuoni Art che nella sua venue di Parigi ospita, fino al 20 dicembre, La Dolce Vita: Avant-Garde Artists in Post-War Rome, mostra che prende in considerazione le esperienze artistiche che animarono Roma tra gli anni Cinquanta e Sessanta, da Forma 1 al Gruppo Origine, per arrivare alla Pop Art; il tutto attraverso 40 opere di qualità museale che includono lavori di Alberto Burri, Carla Accardi e Piero Dorazio.
Mentre a Londra, Mazzoleni Art presenta, fino al 9 dicembre la mostra LIGHT IN MOTION: Balla, Dorazio, Zappettini, curata da Elena Gigli e che mette insieme una serie di opere chiave dei tre artisti per dimostrare la loro comune padronanza della luce, del colore e della percezione durante tre momenti chiave nell’arte italiana del dopoguerra: Futurismo, Astrazione Lirica e Pittura Analitica. La mostra comprende oltre una dozzina di opere prestate da collezioni private, mai esposte nel Regno Unito. E sempre in quel di Londra, la galleria Senesi Contemporanea, da pochissimo arrivata in UK, ha inaugurato il 4 ottobre scorso la mostra Fragments of nature and other stories, personale di Michele Ciacciofera.