A distanza di poco più di un anno Nuvolo rinnova il suo primato d’asta raggiungendo, con Cucito a macchina del 1960 la cifra di 85.000 euro. E lo fa al termine della nuova asta record di Wannenes che questa sera a Milano, nella Sala Carroponte di Open Care ai Frigoriferi Milanesi, ha messo a segno il suo nuovo personale, chiudendo la vendita autunnale di arte moderna e contemporanea con un totale di 1.015.106 euro (diritti inclusi) che supera quello realizzato a maggio, quando l’asta di primavera totalizzò 1.004.781,50 (diritti inclusi). Un risultato che sancisce definitivamente la ritrovata salute del dipartimento di arte moderna e contemporanea della casa d’aste genovese e che premia, ancora una volta, la fatica della coppia Guido Vitali-Massimo Vecchia.
Bene quasi tutti i lotti più importanti, dalla Testa di Cavallo del 1960 (lotto 37) di Giorgio De Chirico che viene aggiudicato per 48.000 euro di hammer price, alla Marina del 1940 a firma di Carlo Carrà (lotto 29) che supera abbondantemente la stima massima con il martello che batte a 24.000 euro. Per non parlare di Paesaggio (Dossi), olio su tela del 1946 di Ennio Morlotti (lotto 30) che, presentato in catalogo con una stima di 8-9.000 euro, raggiunge di 24.000 di martello. Ma bene vanno anche le altre opere di Morlotti, come nel caso di Fiori appassiti al lotto 34 che viene battuto a 18.000 euro contro una stima massima di 15.000. Buona anche la performance del terzo top lot della serata: il Negativo-Positivo del 1951 di Bruno Munari presentato al lotto 71 e battuto a 30.000 euro. Unico dispiacere, forse, la Natura morta di De Chirico al lotto 31, rimasta invenduta.
Fatti questi rilievi, però, l’attenzione non può essere che tutta per lui: Giorgio Ascani, meglio conosciuto come Nuvolo, soprannome guadagnano durante la Seconda Guerra Mondiale quando, da Partigiano, divenne “famoso” per la rapidità con cui riusciva a muoversi sulle montagne. Due le opere inserite in catalogo da Wannenes: Daino del 1959, presentata al lotto 52 con una stima di 20-30.000 euro e battuta ad un hammer price di 32.000 euro e, appunto, Cucito a macchina del 1960.
Lavoro realizzato con pezze di canapa cucite e dipinte, Cucito a macchina parte da una stima di 50-70.000 euro, già superiore al record realizzato il 7 ottobre del 2016 durante l’Italian Sale di Sotheby’s a Londra, quando un suo Untitled del 1961, proveniente da una collezione newyorchese, venne battuta per 51.070 euro. Il primato era, dunque, nell’aria e il lotto non delude, con il martello di Wannenes che batte a 85.000 euro.
Un risultato, quello di stasera, che conferma il momento di rinnovata fortuna che sta conoscendo il mercato dell’artista di Città di Castello la cui opera è, in queste settimane, protagonista a New York con la mostra Nuvolo and Post-War Materiality 1950–1965, curata da Germano Celant e allestita presso la Galleria Di Donna. (Leggi -> Mondo: ma quanto piace l’arte italiana).
Ma soprattutto, questo nuovo record è un nuovo importante passo nella riscoperta di un artista la cui fortuna critica è stata ampia negli anni, anche se spesso non si è accompagnata dal dovuto riconoscimento di mercato. Si pensi, ad esempio, che fino ad un paio d’anni fa la sua aggiudicazione più alta superava di poco i 22 mila euro. La lunga e ricca esperienza artistica di Nuvolo, nato a Città di Castello nel 1926, inizia nel dopoguerra, tra l’Umbria e Roma, legandosi ad un gruppo di artisti che hanno segnato la Storia dell’arte: Alberto Burri – suo conterraneo e amico, con cui collaborerà per lungo tempo -; Corrado Cagli, con il quale instaurerà una grande amicizia e un grande sodalizio artistico che proseguirà fino alla scomparsa dell’artista anconetano; Ettore Colla e il grande poeta Emilio Villa.
Sapiente sperimentatore della tecnica serigrafica, Nuvolo si concentra “in una ricerca personale, continua ed elaborata sulla scorta di conoscenze matematiche e fisiche e più tardi informatiche, giungendo a rinnovare dall’interno la tecnica serigrafica fino a rovesciarne l’impianto “industriale” per cui era nata. La prima serie delle sue Serotipie è del 1952 e crea opere serigrafiche che non sono più multipli ma creazioni uniche, vive una costante dialettica tra spazialità “cartesiana” e libere colature di colore, ordine e casualità, in un divenire che non conosce sosta e parla linguaggi differenti e (solo) apparentemente inconciliabili.
Della fine degli anni cinquanta sono i Cuciti a macchina (1958 – 1963), a cui appartiene l’opera che ha stabilito il nuovo record dell’artista e che “si sintonizzano spontaneamente entro una lunghezza d’onda linguistica e materica che affianca le cortecce (Schumacher, Crippa) a sacchi e stracci (Burri, Millares), a reti metalliche (Rivera, Lippoldd), a stoffe di tappezzeria (Baj), a bandoni corrosi dall’uso (Chamberlain, César), a lenzuoli sovrapposti e cuciti (Scarpitta), a brandelli di tessuti cuciti a intelaiatura metalliche (Bontecou)”.
Negli stessi anni si affiancano anche la serie dei Bianchi collages e dei Daini che esprimono quella tensione poetica che ha accompagnato il lavoro di Nuvolo in tutta la sua vita e che si è sempre mossa in una continua trasformazione delle strutture linguistiche visive del “ragionare a colori”. Le prime mostre di Nuvolo sono legate al gruppo Origine e agli spazialisti “lombardi”. Tra il 1957 e il 1958 espone alla Galleria la Tartaruga di Plinio de Martiis ottenendo i primi riconoscimenti: Peggy Guggenheim acquistò alcune opere importanti che destinò a varie istituzioni museali americane e alla casa veneziana.
Negli anni sessanta continuò la sperimentazione serigrafica raggiungendo una profondità di linguaggio sempre più sofisticata come negli Oigroig e nei Modulari sino all’approdo degli Aftermandelbrot della fine degli anni ottanta. La prima mostra antologica è del 1993 a Città di Castello per celebrare i quarant’anni di attività, seguita un decennio dopo da quella del 2005, curata da Bruno Corà, sempre nella sua città natale, dove l’artista morirà nel 2008 all’età di 82 anni.
A due anni fa risale, infine, la nascita dell’associazione Archivio Nuvolo, costituita dai figli e presieduta dalla consorte dell’artista Liana Baracchi. L’associazione concede un lascito permanente di opere alla Pinacoteca Comunale di Città di Castello, inaugurando un’attività di valorizzazione in Italia e all’estero. Proprio in questo ottica, peraltro, l’Archivio Nuvolo ha iniziato il censimento di tutte le opere del maestro Giorgio Ascani Nuvolo e la realizzazione del Catalogo Ragionato.
NOTA: salvo dove indicato diversamente, i prezzi riportati non includono i diritti d’asta.