Dopo una pausa di qualche settimana torniamo a guardare come stanno gestendo questo momento di sospensioni le nostre gallerie d’arte. Iniziamo con la Other Size Gallery di Milano che in un settore culturale che si è nella maggior parte dei casi affidato alla virtualità, ha scelto di rispondere con un progetto “analogico”. Nell’impossibilità di accogliere il pubblico presso le proprie sale, a causa dell’epidemia da Covid-19, lo spazio milanese ha deciso infatti di raggiungerlo direttamente a casa con una collezione di otto scatti di altrettanti fotografi.
Otto immagini formato cartolina – realizzate dai fotografi Michela Battaglia, Davide Bertuccio, Roberto Boccaccino, Tomaso Clavarino, Gianpiero Fanuli, Vanessa Pallotta, Sara Palmieri e Francesca Todde – saranno spedite, nella settimana dal 20 maggio all’8 luglio 2020, ai primi duecento che faranno pervenire la propria richiesta all’indirizzo othersizegallery@workness.it con indicato l’indirizzo postale al quale riceverle. Una “mostra delivery” che viene consegnata a casa, per un’esperienza fatta di attesa, bellezza e vicinanza, pur nella distanza.
Pensa già al domani, invece, la Galleria Monica De Cardenas che proprio in questi giorni ha annunciato la sua prossima mostra, vera, che aprirà i battenti il 10 giugno prossimo. Si tratta della prima personale dell’artista israeliano Gideon Rubin in Italia. Rubin, già noto a livello internazionale, è conosciuto per i suoi dipinti in cui le persone ritratte appaiono senza volto. Lo sguardo così non è veicolato dalla fisionomia, è invece attento alle atmosfere che si sprigionano dalle opere.
Le tenui colorazioni utilizzate da Rubin ovvero toni sabbiosi, blu grigiastri e bianchi lattiginosi, combinate alle molteplici pennellate su tela, suggeriscono infatti, il desiderio di riportare in vita un ricordo tramite la pittura e dargli durata nel tempo. L’intenzione dell’artista è dunque di invitare lo spettatore a completare questi dettagli mancanti con i propri ricordi.
Aspettando la possibilità di incontrare nuovamente il suo pubblico la Galleria Federico Rui ha organizzato una nuova viewing room su ArtLand dedicata ai lavori recenti di una vecchia conoscenza di Collezione da Tiffany: Sergio Padovani, la cui visionarietà, nel solco della grande pittura del Quattrocento, trova, nel confronto con le istanze del contemporaneo, attraverso la simbologia e l’importanza dei dettagli, la sua piu completa narrazione.
Mentre Montrasio Arte presenta nella sua Online Viewing Room la sua prima mostra virtuale con una selezione di opere di Antonio Ottomanelli. Architetto di formazione, Antonio Ottomanelli (Bari, Italia 1982) indaga le relazioni tra cambiamento tecnologico, autorità, alterazione del paesaggio e vita quotidiana attraverso i media delle arti visive. Il suo lavoro si concentra sullo studio delle relazioni tra i principali fattori che determinano la realtà del paesaggio globale in cui abitiamo.
In un peculiare e difficile momento come quello che stiamo tutti vivendo, la stima reciproca e il sentito desiderio di collaborazione che unisce le gallerie del circuito Venice Galleries View (Alberta Pane, Beatrice Burati Anderson art space & gallery, Caterina Tognon, Ikona, Marignana Arte, Marina Bastianello Gallery, Michela Rizzo, La Galleria Dorothea van der Koelen e Victoria Miro) ha permesso di rendere concreto, anche nel digitale, un progetto che, sotto forma di obiettivi ed eventi comuni, continua dal 2017: il sito di Venice Galleries View è infatti ora online.
Disponibile in italiano e inglese, il sito web offre una dettagliata panoramica dello storico dell’attività del circuito, dal Gallery Weekend alle esposizioni collettive, così come la possibilità di approfondire il profilo e l’offerta di ciascuna galleria partecipante. Con la nascita del sito, Venice Galleries View lancia il progetto Storage, che permette ai visitatori di scoprire ogni settimana nove opere d’arte, una per ciascuna galleria, provenienti dai depositi delle stesse.
Un modo questo per sopperire alla temporanea impossibilità di accesso fisico agli spazi espositivi e, unitamente, uno strumento che permette di entrare idealmente nei magazzini delle gallerie e visionare opere di mostre passate o magari mai esposte prima.
La fiorentina Galleria Il Ponte ha invece trasferito online, su Artsy, la sua mostra dedicata all’opera di Bruno Gambone dal titolo Bruno Gambone. Shaped canvases 1970-1974. E nel web si materializza anche la galleria Monitor di Roma che nella sua Online viewing room presenta un approfondimento
Su ArtLand troviamo anche la romana Galleria Francesca Antonini Arte Contemporanea con la terza personale di Simone Cametti dal titolo 4.500 Gradi Kelvin. L’artista presenta un progetto complesso, concepito appositamente per questa occasione, che sintetizza le fasi più recenti della sua ricerca sulla sostanza dei materiali e sulla dialettica tra natura e artificio. In mostra una selezione di sculture in marmo e installazioni luminose, allestite negli spazi recentemente rinnovati, strettamente collegati tra loro e con l’ambiente che li ospita. E sullo stesso canale online troviamo anche la Shazar Gallery di Napoli sta presentando l’anteprima della mostra “Swallow – Kiss – Burn” dell’artista Saghar Daeiri sul canale on-line Artland (viewing room).
La prima personale italiana dell’artista iraniana che ha base ad Istanbul, era prevista proprio in questi giorni negli spazi di via P. Scura ma la Shazar Gallery, al pari di tutte le altre gallerie italiane, è chiusa in ottemperanza ai divieti governativi. Saghar Daeiri, che era attesa a Napoli per l’inaugurazione, si trova attualmente bloccata a Theran, sua città natale, senza possibilità di tornare in Turchia, dove adesso vive, sottoposta ad un doppio divieto: lasciare l’Iran e rientrare in Turchia.
La serie di Saghar Daeiri “Swallow – Kiss – Burn”, presentata su Artland, si concentra sulla mitologia mediorientale e sulle immagini archetipiche. Le scene sono ambientate in un giardino persiano, metafora del paradiso terrestre, in cui creature non umane si vestono con abiti non convenzionali ed hanno corpi cadenti, sovrappeso e invecchiati, lontani dalle immagini di bellezza popolare e commerciale. La deformazione fisica stride con il colore acceso e brillante e l’abilità grafica con cui sono resi i dipinti.
Sempre più ricca, infine, la Private Room della Rizzuto Gallery di Palermo dove si possono ammirare le opere di di Francesco De Grandi, un’opera in evidenza di Vincenzo Ferlita e un video nel quale Lucio Pozzi dal suo studio ad Hudson parla dei suoi Color Crowd. A cui in questi giorni si è aggiunta una selezione di opere di Rainer Splitt, conosciuto soprattutto per i suoi smalti Paint-lakes e Pouring boxes e le sue opere possono identificarsi ora come dipinti, ora come sculture.