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Brexit e mercato dell’arte: breve vademecum per operatori e collezionisti

del

Il 13  ottobre prossimo Frieze London e Frieze Masters tornano “live” nella tradizionale cornice di The Regent’s Park. Ritorno alla normalità? Non proprio.  Dal 31 dicembre 2020 il Regno Unito, infatti, non è più parte né dell’Unione Europea né dell’Unione Doganale.

Un divorzio faticoso che, terminato il periodo di transizione, ha introdotto molte novità che riguardano direttamente anche il mercato dell’arte e, di conseguenza, tutti quei collezionisti e operatori di settore che abitualmente (o anche saltuariamente) hanno rapporti con il mercato britannico, uno dei più importanti al mondo.

Tra le novità principali, quelle che riguardano la movimentazione delle merci e, quindi, anche delle opere d’arte. Dal 1° gennaio, infatti, per importare oggetti d’arte dal Regno Unito all’Unione Europea servirà un’apposita licenza da richiedere all’Arts Council England (ACE) utilizzando il modulo che può essere scaricato dal sito web di ACE.

Sempre sul sito di ACE, peraltro, si possono trovare importanti informazioni sulle procedure e sulle linee guida per gli esportatori, comprese le informazioni sui casi in cui è necessario un rinvio a consulenti esperti, sulla licenza di esportazione generale aperta e le linee guida legali.

Nessuna licenza è richiesta, invece, per esportare oggetti d’arte all’interno del Regno Unito. Tuttavia, come spiegano sul sito del Governo britannico, se si esportano oggetti dall’Unione Europea nel Regno Unito dovranno essere rispettate le regole sull’esportazione dell’UE o del singolo Stato dell’Unione.

Nel nostro caso quelle italiane, con tutto quello che ne consegue in termini di maggiori difficoltà di esportazione delle opere d’arte sul mercato inglese. Difficoltà che potrebbero avere ripercussioni anche sul mercato internazionale dell’arte italiana già in affanno in questi ultimi anni.

Novità anche per quanto riguarda l’IVA, le dogane e le accise su cui torneremo a breve con un approfondimento specifico. Intanto, però, diamo un’occhiata generale.

Nel vademecum che l’Unione Europea ha preparato per le sue imprese, si evidenzia come, in generale, “si dovrà versare l’IVA nel paese dell’UE in cui s’importano merci dal Regno Unito” e come  pertutte le merci esportate verso il Regno Unito saranno esenti dall’IVA nell’UE, ma poi bisognerà adempiere alle norme sull’IVA applicabili alle importazioni nel Regno Unito”; mentre “per le operazioni con il Regno Unito sarà necessario conformarsi a norme e procedure IVA diverse da quelle per le operazioni all’interno dell’UE”.

Entrando più nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, come chiarito dalla Circolare dell’Agenzia delle Entrate 24/E del 2010, l’aliquota IVA sulle importazioni di opere d’arte, d’antiquariato e da collezione, è pari al 10%, a condizione che l’opera rientri nell’elenco di beni considerati come “oggetti d’arte” individuati dal DL 41/95.  Per quanto concerne l’IVA sulle importazioni in UK, invece, questa è pari al 5%.

Veniamo adesso alle operazioni doganali. Anche in questo caso il post-Brexit porta con sè delle difficoltà aggiuntive in caso di acquisto di opere d’arte dal Regno Unito.

In particolare, al fine di ottenere la non applicazione dei dazi in fase di importazione, l’operatore UK dovrà inserire un numero identificativo denominato codice EORI (Economic Operator Registration and Identification).

Per gli operatori dell’arte vi è quindi vi è un ulteriore aggravio delle procedure amministrative, con conseguente incremento dei costi per le operazioni commerciali con il Regno Unito.

Qualche complicazione in più anche per spostarsi tra UE e UK. A partire da gennaio 2021, infatti, sono entrate in vigore le nuove norme per chi vuole andare nel Regno Unito, ad esempio, per visitare una fiera d’arte. Nello specifico, come spiegano sul sito di visitlondon.com:

  • I cittadini UE potranno ancora viaggiare nel Regno Unito per vacanze o brevi viaggi senza visto: sarete ammessi alla dogana del Regno Unito con un passaporto valido;
  • Non potrete utilizzare il vostro documento d’identità nazionale per entrare nel Regno Unito a partire dal 1° ottobre 2021.
  • Potrete utilizzare il vostro documento d’identità nazionale per entrare nel Regno Unito almeno fino al 31 dicembre 2025 se avete lo status di residente permanente (settled) o residente provvisorio (pre-settled) ai sensi dell’EU Settlement Schemein presenza di alcuni altri fattori.

Per quanto riguarda la possibile necessità di un Visto anche prima della scadenza del 1° ottobre 2021, il sito della UK Border Agency fornisce, infine, tutte le informazioni utili e la possibilità di fare delle simulazioni a seconda del Paese di provenienza, della motivazione del viaggio e dalla durata del soggiorno.

Per il presente articolo ci tengo a ringraziare Andrea Savino per la consulenza fiscale.

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

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