Il significato dei nomi dati ai progetti certe volte parla più di tante spiegazioni. E’ il caso di Bubble’n’Squeak, il nuovo spazio espositivo e curatoriale condiviso creato a Bruxelles da Gallery Nosco (Regno Unito-Francia), Galleria Anna Marra (Roma) e Montoro12 Contemporary Art (Roma-Bruxelles).
Prima che uno spazio d’arte, infatti, Bubble’n’Squeak è un dei “grandi piatti contadini del mondo”, come lo ha definito lo scrittore Howard Hillman; una ricetta britannica nota fin dal XVIII secolo a base di cavoli e carne di manzo fritti e mescolati assieme.
Insomma ingredienti che non necessariamente sono nati per essere accoppiati, un po’ come gli artefici di questo progetto che hanno deciso di fare sinergia per superare un momento delicatissimo della nostra storia, in cui le digital viewing rooms e le mostre virtuali hanno preso il sopravvento.
Un progetto, quello di Bubble’n’Squeak, al quale Massimo Micucci (Montoro12 Contemporary Art) – da tre anni presente a Bruxelles con la sua galleria – e Anna Marra (Galleria Anna Marra) stavano pensando da tempo e a cui, recentemente, si è aggiunto con entusiasmo anche il collega francese Cyril Moumen (Gallery Nosco).
Strategica la scelta di Bruxelles, non solo per gli ottimi contatti che qui ha Montoro12 e per le grandi pontenzialità non ancora completamente espresse del suo mercato, ma anche per il fatto che la capitale belga, distando un’ora da tutto, rappresenta un vero e proprio hub verso le principali mete europee dell’arte: Francia, UK, Germania, Svizzera, Nord Europa e via dicendo.
Ad inaugurare il nuovo spazio di 350mq, a due passi dal Museo Wiels e molto vicino a importanti gallerie, spazi espositivi privati e fondazioni, sarà la collettiva Hetérotopié, a cura di Edoardo Monti, che aprirà giovedì 11 marzo.
Prendendo come punto di partenza la nozione di eterotopia del filosofo francese Michel Foucault, la mostra esamina i suoi sei principi nel lavoro di dieci artisti internazionali emergenti e affermati.
Le eterotopie descrivono certi spazi culturali o istituzionali che sono in qualche modo “altri”: isolati, incompatibili, contraddittori o in trasformazione, sono mondi dentro mondi, che rispecchiano e tuttavia sconvolgono ciò che è fuori.
Un punto di partenza affascinante, in un mondo che è diventato esso stesso un’eterotopia, un luogo reale, strutturato e
definito, ma assolutamente diverso da tutti gli altri spazi sociali.
Il mostra opere di: Clarissa Baldassarri, Aron Demetz, Serena Fineschi, Sabine Marcelis, Andrea Mauti, Tùlio Pinto, Giulio Scalisi, Sophie Spedding, Manon Steyaert e Leonardo Anker Vandal.
A questo appuntamento, sempre in primavera, seguirà un focus sull’arte contemporanea rumena: Electric Crossroad.
Questi i primi elementi di un programma espositivo che si propone, ogni anno, di accogliere tre curatori e i loro progetti, dando vita ad un programma che ha l’obiettivo di supportare artisti internazionali giovani e mid-career, per dar loro visibilità attraverso mostre e fiere d’arte selezionate.