Dopo un attimo di pausa è tempo di tornare a dare uno sguardo ai cataloghi d’asta più interessanti tra quelli di arte moderna e contemporanea che saranno battuti nelle sale room italiane nei prossimi giorni.
Ripartiamo, così, da Wannenes che avevamo lasciato, qualche settimana fa, con la particolare asta dedicata al Realismo Sovietico conclusasi, peraltro, con un ottimo risultato: € 238.054 di fatturato con una percentuale di venduto in valore del 348.1%, frutto di un diffuso interesse internazionale, concentrato nell’Europa Orientale.
Per il prossimo 20 maggio, la casa d’aste genovese ha messo insieme, invece, una selezione di 123 lotti che saranno battuti in un’unica tornata a partire dalle ore 17.00 nell’auditorium di Via Cornaggia 8 a Milano.
Inaugurato da un delizioso corpus di lavori su carta a firma di Fortunato Depero, Ercole Drei, Mario Sironi, Carlo Carrà, Massimo Campigli e Giorgio De Chirico, il catalogo messo insieme dal Dipartimento guidato da Guido Vitali si perde un po’ tra opere minori di artisti del nostro ‘900 e nomi di batteria, per ritrovarsi verso metà con una bella tela di Mauro Reggiani del 1972 – Composizione n. 23 (lotto 83, stima: 8.000-10.000 euro) – seguita da un Negativo Positivo di Bruno Munari del 1955 (lotto 84, stima: 5-7.000 euro).
Due lotti che preludono al primo vero capolavoro inserito in questo catalogo primaverile: il ritratto che nel 1905 Giacomo Balla fa a Osvaldo Pardo, suo mecenate e proprietario di un negozio di arredamento al Tritone dove l’artista terrà una personale nel 1915.
Proveniente dalla Collezione Franchetti Pardo di Roma, l’opera è proposta al lotto 84 con una stima di 45-55.000 euro e precede un altro ritratto di Balla proveniente dalla stessa raccolta: Quello di Annetta Pardo (1906), moglie di Osvaldo, valutato 26-32.000 euro.
Un dipinto, questo che ha una storia particolare che ci racconta una nota sintetica in catalogo: sembra, infatti, che sia stato dipinto per sostituire, in casa Pardo, il suo quarto Lettura della mamma in prestito per una mostra. A tal proposito Elica Balla ricorda: «Ancora nel 1906, mentre è a far visita al suo amico Osvaldo Pardo vede la moglie di lui vicina alla finestra, il bel volto dolce è per metà in ombra, ma riflesso dal damasco rosso che ricopre il vano della finestra».
Ancora Balla è l’autore delle delicatissime Dalie Bianche, realizzate negli anni Trenta e che troviamo al lotto 87 con una stima di 22-26.000 euro. Poco dopo questo omaggio all’artista torinese è Giorgio Morandi a guadagnare la scena con una bellissima acquaforte del 1933: Grande natura morta con caffettiera (lotto 89, stima: 18-22.000 euro).
Seguono, a ritmo incalzante, sempre dell’artista bolognese, una Natura morta a matita del 1964 (lotto 90, stima: 18-22.000 euro) e una ad acquerello del 1960 (lotto 91, stima: 70-90.000 euro) dall’importante curriculum espositivo che la vede protagonista a New York, in Giappone alla GAM di Bologna e a Firenze.
Pochi lotti dopo la selezione Wannenes ci propone un delicato reticolo di Piero Dorazio del 1960 realizzato a pastelli su carta (lotto 95, stima: 15-18.000 euro) che precede l’altro top lot dell’asta: lo Studio per la Battaglia di Ponte dell’Ammiraglio (1951) di Renato Guttuso che troviamo al lotto 97 con una stima di 60-60.000 euro.
Si tratta dell’ultimo bozzetto preparativo dello storico dipinto realizzato dall’artista siciliano che nell’episodio scelto vede l’archetipo degli ideali di lotta e di libertà che avrebbero guidato la Resistenza partigiana. Il dipinto finale fu presentato, nel 1952, alla Biennale di Venezia.
Per quanto riguarda la componente internazionale di questo catalogo, si segnala il delicato Nue allongèe (1974), matita su carta di Balthus (lotto 100, stima: 30-40.000 euro) e l’enigmatico Boardwalk (1917) di Man Ray, esemplare n. 3 di un’edizione di 9 realizzata nel 1973 (lotto 102, stima: 18-22.000 euro).
Passato un elegante carboncino di Fernand Khnopff, il catalogo Wannenes prosegue con alcuni lavori interessanti di Emilio Vedova, Filippo De Pisis, Herman Nitsch, Sebastian Matta, Mimmo Rotella, Salvo e Mario Schifano – bellissimo il suo Senza titolo (paesaggio TV) del 1974-78 al lotto 110 (stima: 8-12.000) – per arrivare all’iconico ritratto di Mick Jagger (1975) di Andy Warhol: serigrafia appartenente ad una tiratura di 250 esemplari valutata 45-55.000 euro. Warhol che ritroviamo anche al lotto 114 con la serigrafia a colori Chanel del 1985: prova d’artista n. 3 di 5 di una tiratura di 190 esemplari (stima: 75-95.000 euro).
Si prosegue così con un bel finale all’insegna, nuovamente, di Mario Schifano, del quale è proposta una “palma” degli anni Settanta (lotto 112, stima: 24-32.000 euro), e poi Getulio Alviani con una Superficie a testura vibratile del 1973 (lotto 113, stima: 15-20.000 euro).
Si arriva così al lotto di chiusura, il n. 123: I’ll write whenever I can, Koobi Flora Lake Rudolf, Kenya, stampa alla gelatina ai sali d’argento con interventi in collage, sangue e iscrizioni realizzata nel 1965 dal fotografo statunitense Peter Beard, scomparso il 19 aprile 2020. Scelta anche come immagine di copertina del catalogo dell’asta, questo lavoro è valutato 45-55.000 euro.