Usare il linguaggio del Rococò per esaminare le nozioni di femminilità, esplorando le sue espressioni estetiche nel corso della storia dell’arte e trovando connessioni all’interno della cultura popolare contemporanea.
E’ quanto fa Flora Yukhnovich, astro nascente dell’arte contemporanea, recentemente entrata a far parte della scuderia della Victoria Miro Gallery e già ben nota al mondo delle aste, dove ha debuttato nell’aprile di quest’anno arrivando, in pochissimo tempo, a raggiungere aggiudicazioni di tutto rispetto.
Risale, infatti, al 14 ottobre scorso e all’asta serale di Contemporary Art di Sotheby’s London, il suo nuovo record realizzato con la tela astratta I’ll Have What She’s Having, venduta per 2.253.500 £ (diritti inclusi).
Chi è Flora Yukhnovich
Nata a Norwich nel 1990, Flora Yukhnovich vive e lavora a Londra. Ha studiato MA Fine Art alla City & Guilds of London Art School (2016-17) e ha un Diploma e Post-Diploma in Portraiture presso la Heatherley School of Fine Art di Londra (2010-13).
Il suo debutto sulla scena artistica risale al 2017 quando prende parte alla collettiva Young Masters Tour 2.0, presso la Cynthia Corbett Gallery di Londra, mentre il suo primo solo show è del 2018 alla Brocket Gallery, sempre nella capitale inglese.
Il suo passaggio dalla ritrattistica all’astrazione avviene quando è ancora alla Heatherley School of Fine Art. Mentre il suo interesse per il Rococò, come ha raccontato lei stessa in un’intervista rilasciata a The Courtauld, nasce dall’incontro con la pittura di Jean-Honoré Fragonard, conosciuta attraverso il testo Fragonard: Art and Eroticism (1990) di Mary Sheriff.
«L’estetica del Rococò mi sembrava molto familiare – ha spiegato l’artista – Ci sono molte cose con cui io, come donna e anche come ragazza, ho interagito con una sensibilità che definirei rococò. Non mi capita di provare la stessa cosa con altri movimenti della storia dell’arte. Ecco perché ne sono stata attratta».
Attraverso una rilettura assolutamente contemporanea del linguaggio Rococò, con la quale reinventa il dinamismo di opere di artisti del Settecento come Giovan Battista Tiepolo, François Boucher, Nicolas Lancret e Jean-Antoine Watteau attraverso un filtro di riferimenti culturali contemporanei tra cui cinema , cibo e consumismo, Flora Yukhnovich esplora la rappresentazione della forma femminile e dello sguardo maschile.
Un approccio che nasce dalla discrepanza che l’artista vede tra le qualità estetiche che percepiamo come femminili, ovvero il bello, il sottomesso, il delicato, e la sua esperienza di cosa significhi essere una donna oggi.
Sfruttando il dinamismo e l’erotismo insiti nel Rococò, Yukhnovich cerca così di creare immagini attive, che non si sottomettono allo sguardo, ma che abbiano la capacità di influenzare lo spettatore. Dipinti che sono indicativi dell’eredità del “femminile”, ma esprimono l’agire e il potere della femminilità.
L’artista ha descritto il suo processo come la «ricerca di un linguaggio che si collochi tra la figurazione e l’astrazione» ed infatti, se viste da lontano, le sue opere potrebbero sembrare quasi figurative; le loro suggestive pennellate portano echi di elaborate scene settecentesche.
Tuttavia, quando ci si avvicina di più, la struttura ordinata con precisione lascia il posto a pura consistenza, complice una attenzione dell’artista britannica che si concentra più sulla forma che sullo spazio e su come il colore possa rappresentarne il peso.
Negli ultimi due anni nel suo lavoro, peraltro, si registra uno spostamento dalle influenze prevalentemente francesi a quelle italiane che hanno portato a una serie di sviluppi e scoperte.
In particolare, è recente il suo interesse per Giovan Battista Tiepolo, studiato durante la sua formazione e a cui ha potuto ispirarsi in occasione della sua partecipazione a The Great Women Artists Residency organizzata a Venezia dalla Victoria Miro Gallery (2018) e durante la quale Flora Yukhnovich ha studiato gli affreschi del soffitto nella Ca ‘ Museo Rezzonico e la Chiesa Santa Maria della Visitazione.
Affreschi che hanno incoraggiato una sua maggior attenzione sul cielo, portando con sé un cambiamento nella tavolozza verso il blu e il rosa celesti, oltre che a composizioni che sfidano l’attrazione gravitazionale.
I segni del pennello, liberati dalla descrizione della carne, sono diventati più sciolti, più leggeri, funzionando come indicazioni direzionali per lo spettatore.
Dal suo incontro ravvicinato con Tiepolo sono nati, peraltro, i lavori esposti in occasione delle prime due personali di Flora Yukhnovich da Victoria Miro a Venezia: The Venice Paintings e Barcarole, entrambe del 2020. Per il 2022 è stata, invece, annunciata dalla galleria la sua prima personale a Londra.
Grandi collezionisti per grandi aggiudicazioni
Entrata a far parte, all’inizio di quest’anno, della scuderia dalla Victoria Miro Gallery, una delle gallerie più influenti e prestigiose tra quelle attive sul mercato dell’arte contemporanea, con sedi a Londra e Venezia, Flora Yukhnovich ha recentemente catturato l’attenzione di importanti acquirenti internazionali, tra cui l’imprenditore immobiliare scozzese David Roberts.
Dopo il suo debutto in asta da Bonhams il 27 aprile 2021, quando una sua opera su carta del 2018 fu aggiudicata per 17.000 £, i suoi prezzi sono iniziati così a lievitare. Durante la 20th Century & Contemporary Art Day Sale del 27 giugno scorso da Phillips a New York, la sua tela Pretty Little Thing (2019) è stata venduta, ad esempio, per un hammer price di 682.475 £ (847.346 £ con buyer’s premium), 20 volte la sua stima minima di 43.103 £, stabilendo un nuovo, momentaneo, record.
Primato infranto, pochi giorni fa, in occasione della Contemporary Art Evening Auction del 14 ottobre da Sotheby’s a Londra dove, come già scritto, la sua tela I’ll Have What She’s Having (2020) è stata battuta per 1.850.000 £ (2.253.500 £ incluso b.p.), contro una stima in catalogo di appena 60.000 – 80.000 £.
Un salto di qualità sottolineato da aggiudicazioni sempre più consistenti. Se l’iniziale record da Phillips, infatti, era una sorta di unicum tra vendite sempre sui 20-30.000 £, il primato realizzato da Sotheby’s a Londra è stato “circondato” da altre tre aggiudicazioni eccellenti.
Un Tondo del 2018 battuto, in occasione della 20th Century & Contemporary Art Evening Sale di Phillips del 15 ottobre, per 420.000 £ (529.200 £ con b.p.) contro una stima di 40.000-60.000 £.
Mentre la tela Puits d’amour (Wells of Love) del 2021 è passata di mano durante la Post War and Contemporary Art Day Auction di Christie’s del giorno successivo per 740.000 £ (910.500 £ diritti inclusi) mentre era proposta in catalogo con una valutazione di 20.000-30.000 £.
Un successo, quello di Flora Yukhnovich, emblematico di un mercato dove i collezionisti sono sempre più alla ricerca di nuovi talenti, come dimostra anche il fatto che oltre alla Yukhnovich, durante le aste londinesi dell’ultima settimana, siano stati presi d’assalto altri giovani come: Jadé Fadojutimi (n. 1993), Emily Mae Smith (n. 1979) e Shara Hughes (n. 1981) che, insieme, hanno rappresentato più del 5% dei soldi spesi nelle aste della Frieze Week 2021.