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Passi in avanti per le imprese culturali e creative 

del

Con la registrazione presso la Corte dei Conti del Decreto interministeriale di attuazione dell’art. 25, comma 6, della Legge 27 dicembre 2023, n. 206, meglio conosciuta come Legge per il Made in Italy, la disciplina delle imprese cultuali e creative (di seguito anche “ICC”) compie un ulteriore step verso la sua definitiva attuazione.

La possibilità di ottenere il riconoscimento della propria attività d’impresa quale “culturale e creativa” diventerà sempre più centrale per il futuro al fine di poter beneficiare di eventuali contributi e agevolazioni che saranno di volta in volta destinati al settore culturale.

Come anticipato dal Sottosegretario Borgonzoni nel comunicato stampa del 5 dicembre, infatti, sarà successivamente previsto un fondo con una dotazione di tre milioni di euro l’anno per promuovere e sostenere gli investimenti effettuati dalle ICC nel territorio nazionale.

L’obiettivo del presente contributo è quello di fornire al lettore gli strumenti utili per valutare se la propria attività di natura imprenditoriale sia potenzialmente rientrante tra quelle delle imprese culturali e creative. Non appena chiariti questi aspetti, sarà quindi possibile stabilire l’interesse o meno all’ottenimento della citata qualifica.

I soggetti che possono ottenere la qualifica 

Preliminarmente occorre evidenziare come tra i soggetti che potranno acquisire la qualifica di impresa culturale e creativa rientrano anche gli enti del Terzo settore, le start up innovative e i lavoratori autonomi che svolgono in forma di impresa, in via esclusiva o prevalente, una o più attività tra quella di ideazione, creazione, produzione, sviluppo, diffusione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione o gestione di beni, attività e prodotti culturali.

Più in dettaglio, sono previste 14 categorie di ICC individuate puntualmente dall’allegato al decreto, quali Architettura, Arti visive, Artigianato artistico, Audiovisivo, Design, Editoria e libri, Fotografia, Letteratura, Moda, Musica, Patrimonio culturale, Radio, Spettacolo dal vivo, Videogiochi e software.

Sulla base di quanto sopra riportato, emerge a prima vista l’ampiezza del citato ambito operativo, sia sotto il profilo della tipologia di soggetti che possono potenzialmente accedervi – si passa infatti dalle start-up innovative agli Enti del Terzo Settore – ma soprattutto dalle differenti attività svolte.

Il rischio può essere quello di non cogliere a pieno le particolarità di ciascun settore, con la previsione di misure e strumenti non perfettamente adattabili a ciascun comparto.

Quello che ancora si attende per l’iscrizione

Ultimo tassello ancora mancante per la definitiva creazione delle imprese culturali e creative riguarda l’istituzione, da parte delle Camere di Commercio Industria e Artigianato, all’interno del Registro delle Imprese di cui all’articolo 2188 del Codice Civile di una sezione speciale, in cui saranno iscritte le imprese culturali e creative. 

Viene quindi previsto come tale passaggio dovrà essere completato entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto mentre con cadenza annuale le Camere competenti, tramite di Unioncamere, trasmettono al Ministero della Cultura l’elenco degli operatori. 

L’iter adottato prevede quindi in capo alle competenti Camere di Commercio la verifica relativa alla validità delle informazioni relative ai soggetti iscritti nella sezione speciale, al fine del mantenimento o revoca della qualifica.

La speranza che una volta terminato questo ultimo passaggio, la disciplina possa considerarsi definitivamente operativa e consentire agli operatori di accedere ad uno strumento utile ed efficace nello svolgimento della propria attività economica.

Andrea Savino
Andrea Savino
Andrea Savino (n.1991) è un dottore commercialista e revisore legale di Torino specializzato in diritto e fiscalità internazionale. Membro della commissione economia della cultura del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, già presidente della commissione cultura dell'Unione Nazionale Giovani Dottori commercialisti, nonché membro della Commissione Internazionalizzazione e Fiscalità Internazionale dell’UNGDCEC - Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti e ricercatore dell’Istituto Universitario di Studi Europei (IUSE).

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