Ho conosciuto Chiara Casarin – curatrice d’arte contemporanea – qualche anno fa, nell’ambito della redazione della rivista di con-fine – e oggi sono molto felice di incontrarla di nuovo, anche se per il momento solo online, insieme a Giovanni Bonotto.
Il loro progetto mi entusiasma.
Avevo già letto alcuni articoli a proposito della rivoluzione industriale attuata da Giovanni, che ha trasformato la Bonotto tessuti in una “Fabbrica lenta”, e conosco il grande percorso della Fondazione Bonotto, nata dalla collezione di suo padre Luigi Bonotto che dai primi anni Settanta ha raccolto più di 24.000 opere, tra cui documentazioni audio, video, manifesti, libri, riviste ed edizioni di artisti Fluxus.
L’incontro tra Chiara e Giovanni risale al 2017. A quell’epoca Giovanni aveva già consolidato le sue esperienze nella produzione di arazzi di grandi dimensioni, utilizzando tanti e differenti (o meglio dire sorprendenti) materiali, e i suoi arazzi erano stati esposti in importanti istituzioni come il Museo del Novecento a Firenze, il Teatro alla Scala di Milano o il Centre Pompidou di Parigi.
Dalla fusione di questi due percorsi è nato un progetto di collezione davvero innovativa.
A Collection infatti è una raccolta di opere realizzate da talentuosi artisti residenti – selezionati proprio da Chiara – che danno vita ad una serie di arazzi contemporanei realizzati da Giovanni.
L’arazzo rappresenta di fatto un ritratto che nasce dallo sguardo, dalle mani e dal talento di Giovanni.
Il percorso di A Collection è una storia di grande artigianalità italiana coniugata con le più grandi tecnologie nell’ambito della produzione tessile.
Mentre mi preparo per l’intervista apro il sito della loro collezione e resto folgorato dai colori e dalle trame che compongono gli arazzi: emerge – ma solo in parte – la complessità esecutiva nella realizzazione di ogni singolo progetto (soffermatevi ad esempio sulle foto dei dettagli), e sono curioso di scoprire proprio il percorso creativo.
La cosa che più mi sorprende è il fatto che qualsiasi materiale possa essere utilizzato per creare il filato: si tratta di materiale di recupero (potremmo proprio parlare di rifiuto), che viene trattato attraverso un processo certificato da GRS (Global Recycle Standards). È Giovanni a ricordarmi quanto i temi dell’ecologia e della sostenibilità siano diventati di fatto anche le sfide del lusso nell’ambito della produzione tessile e di rilesso nella moda: le aziende iniziano a sentire una responsabilità verso i loro territori e gli ecosistemi, e la sostenibilità è diventata chiave nel dibattito internazionale.
I filati che Giovanni utilizza per la trama sono ottenuti dal riciclo della plastica ad esempio, e grazie alle loro infinite cromie e matericità si possono comporre arazzi dettagliati e raffinatissimi.
A Collection sostiene anche gli artisti emergenti collaborando con le principali fiere d’arte contemporanea e assegnando un Premio Residenza all’artista, o agli artisti, presentati dalle gallerie e selezionati da una giuria di esperti.
Non vedo l’ora di incontarli dal vivo e di ammirare con i miei occhi i dettagli di questi incantevoli arazzi, intanto sono molto felice di farvi ascoltare la loro storia di collezionisti!