Immaginate una macchina che viaggia tra le strette strade dei boschi umbri. E poi subito dopo, immaginate l’entusiasmo e anche la curiosità di arrivare a scoprire la sede di uno dei luoghi forse più alternativi della cultura italiana: la Libera Università Alcatraz, fondata da Jacopo Fo agli inizi degli anni 80.
Un vero percorso catartico: arrivare a Località Santa Cristina vicino a Gubbio è a suo modo preparatorio e introduttivo al racconto che sto per fare. Infatti, da dove posso partire per introdurre l’Archivio Franca Rame e Dario Fo? In effetti, non è facile.
Quasi come un escamotage che giustifica l’estrema sintesi che dovrò fare tra queste righe, posso iniziare dicendo che l’Archivio oggi è un’entità immensa, piena di oggetti di natura diversa, di provenienza diversa, di tipologia diversa. Il risultato di un’attività di raccolta continua operato durante la sua vita da Franca Rame.
Sì, perché la vera collezionista era lei. Franca, che nel suo immenso magazzino di materiale stipato (ma anche organizzato) aveva inserito di tutto: dai francobolli alla sua collezione di occhiali, alcuni perfino progettati da lei stessa; da quelli che potrebbero essere definiti souvenirs di viaggi alle marionette e burattini, retaggio del suo importante e artistico passato familiare.
Voglio partire da questa immagine fitta, di un luogo denso di cose fisiche e di cose da raccontare – che la Fondazione Dario Fo e Franca Rame da anni si impegna a curare, organizzare e soprattutto valorizzare – per introdurre il racconto che fa per noi Mattea Fo.
Mattea racconta del grande lavoro fatto fino a qui per tenere insieme una collezione, che è molto di più di questa semplice definizione, e continua la chiacchierata guardando ai progetti futuri. In particolare fa riferimento al lavoro svolto negli ultimi tre anni con la Direzione Generale Archivi che si è impegnata accanto a loro a strutturare l’attività di catalogazione; e poi fa riferimento al progetto futuro di Museo-Archivio-Laboratorio che sarà allestito a Pesaro nei prossimi anni.
Non è sufficiente lo spazio di questo articolo per trasferire l’atmosfera respirata ad Alcatraz. Ma l’intervista riportata sotto è un eccellente riassunto del mondo che c’è dietro a questo Archivio speciale per la cultura nazionale italiana e non solo.