[youtube https://www.youtube.com/watch?v=CZ6wB_ERJKY]Passeggiando lungo il viale che costeggia il mare, sono passato tante volte davanti all’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro.
Certamente la parola “museo” mi affascina, e guardandolo dall’esterno ogni volta resto colpito da un dettaglio diverso.
È facile trovare questo albergo, sia per la stele alta 16 metri dell’artista Enzo Cucchi posizionata all’ingresso, sia per “I manichini” del Conte Nani che sono parte di una scultura-installazione a pochi metri dall’hotel.
Oltre ad essere titolare di questo Art Museum e di altri alberghi di lusso, il Conte Alessandro Marcucci Pinoli ha avuto una carriera da avvocato, console, ambasciatore, cavaliere e commendatore.
Ma quando concordiamo la nostra intervista prima per me è soprattutto un collezionista, e sono molto felice di poterlo conoscere proprio all’interno della sua “collezione-museo”.
I corridoi, le sale, la piscina e le camere sono opera di 75 artisti selezionati dal Conte che hanno lavorato per quattro anni.
Oltre a Cucchi ci sono opere e installazioni di Giò Pomodoro, Mimmo Paladino, Sandro Chia, Simon Benetton, Primo Formenti, Nanni Valentini, Gino Marotta, Davide dall’Osso, Floriano Ippoliti e tanti altri.
Questo museo albergo però non è l’unico spazio che il Conte ha dedicato all’arte: la sua collezione vanta 3500 opere raccolte in tanti luoghi differenti, che occupano case, garage e perfino l’interno delle serre di famiglia.
Pensare e comprare arte è qualcosa che non fa dormire la notte: come quando il Conte mi racconta di quella volta in cui a Spoleto – su indicazione del suo amico Vittorio Garbi – conobbe Peter Demetz e volle a tutti i costi entrare in possesso di una sua scultura in legno.
Questa sua passione è nata in famiglia grazie a suo padre, che fin dai primi anni della sua infanzia lo portava con sé a New York ad incontrare gli amici artisti.
E oggi come suo padre anche il Conte Nani continua ad avere una relazione diretta gli artisti, sia come committente ma anche come mecenate.
In questa grande collezione museo pernottano ospiti e artisti da tutto il mondo.
È facile capire perché spesso le persone vogliano dormire di nuovo nella stessa stanza, perché vogliono godere di nuovo dell’opera che li ha colpiti.
Daniel Libeskind – l’architetto che ha riprogettato Ground Zero – dopo aver pernottato in questo Art Hotel disse che “L’arte è più del lusso”, ricordando il valore superiore delle opere realizzate su richiesta del Conte rispetto a qualsiasi stella riconosciuta ad un albergo.
Seduti nella hall di questo luogo così speciale, sono proprio curioso di ascoltare la storia di questo collezionista.
Buon ascolto!
Gino Fienga
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