Dopo un 2018 che ha confermato, ancora una volta, il buono stato di salute del mercato dei Post-War & Contemporary Art, il 2019 si è aperto a marzo con le prime evening sale londinesi che hanno riportato un totale di 176.5 milioni di sterline (buyer’s premium escluso): superiore del +9% rispetto alle aspettative medie, ma inferiore del -28% in confronto alle stesse aste dello scorso anno.
Un calo imputabile, in primo luogo, alla riduzione dei lotti proposti in catalogo – passati dai 172 del 2018 ai 138 di quest’anno – e alla mancanza di opere super quotate. Fatta eccezione per il ritratto di Henry Geldzahler and Christopher Scott di David Hockney presentato in catalogo con stima a richiesta, ma dato sui 30 milioni di sterline.
Entrando più nel dettaglio, le tre evening sale, che hanno inaugurato la stagione 2019 delle aste di Post War & Contemporary Art, hanno registrato un tasso di invenduto medio del 8.6% con un 38% dei lotti offerti che ha superato la stima media. 125 le opere aggiudicate, con un prezzo medio di poco superiore a 1.4 milioni di £. Nel 2018, le opere vendute erano state 159 e il prezzo medio aveva nettamente superato 1.5 milioni di pound, al netto di un tasso di invenduto leggermente più basso (8%).
Dal punto di vista della ripartizione del mercato, Sotheby’s, con un totale di 78 milioni di £, ha conquistato il 44% della torta, seguita da Christie’s (38%) e Phillips (18%). Da rilevare come quest’ultima, tra il 2018 e il 2019, abbia ridotto la distanza con le sue dirette competitor, guadagnando, quest’anno, ben 5 punti percentuali e portando a casa il suo secondo miglior risultato di sempre, di poco inferiore al record del 2018.
6 gli artisti che hanno realizzato i loro nuovi record d’asta durante le tre evening sale di questo marzo: Rebecca Warren, Toyin Ojih Odutola, Adam Pendleton, Jordan Casteel, Jonathan Yeo e Rose Wylie. Oltre a Barry Flanagan che ha uguagliato il suo primato. Infine, da sottolineare l’aggiudicazione benchmark per la giovane Tschabalala Self che ha debuttato in asta da Phillips raggiungendo i 100.000 £ di hammer price.
Solo due, infine, le opere che nella sessione di marzo hanno superato i 10 milioni di £: la già citata tela Henry Geldzahler and Christopher Scott di David Hockney, battuta per un hammer price di 33 milioni e Düsenjäger di Gerhard Richter, che ha superato i 13 milioni. Ma vediamo, adesso, come sono andate, singolarmente le tre evening sale.
Sotheby’s – Contemporary Art Evening Auction (05.03)
Sotheby’s ha chiuso la sua evening sale di Post War & Contemporary Art del 5 marzo scorso a Londra con un totale di 78 milioni di £ (buyer’s premium escluso). 61 i lotti aggiudicati su un catalogo di 68, con il 37% delle opere che ha superato la stima media. Il tutto per un prezzo medio di aggiudicazione attorno a 1.3 milioni e un tasso di invenduto del 10%. Nel 2018, a fronte di un catalogo più contenuto (57 opere) erano stati 55 i lotti aggiudicati, per un totale di 93 milioni e un tasso di invenduto del 4%. Ma soprattutto è da sottolineare come, rispetto ad un anno fa, il prezzo medio di questa sessione si sia ridotto del -24%: nel 2018, infatti, questo si attestava su 1.7 milioni di sterline.
Se questo è quanto emerge da uno sguardo di insieme, è interessante andare a vedere come sono andate le vendite in termini di performance. Nessuna delle opere di catalogo ha superato i 10 milioni e se le tre aggiudicazioni più alte portano il nome di tre artisti blue chip come Jean-Michel Basquiat, Gerhard Richter e Roy Lichtenstein e anche vero che, tranne Apex di Basquiat, le altre due sono rimaste ben al di sotto delle aspettative.
Tre i record d’asta registrati in questa vendita. Il primo è quello di Rebecca Warren con Fascia III, aggiudicata per 450.000 £. Seguono Toyin Ojih Odutola con Selective Histories (2016) aggiudicata per 200.000 £ e Adam Pendleton con Black Dada / Column (k) battuto a 160.000 £. Ma tra le aggiudicazioni più interessanti della serata vanno sottolineate anche quelle di Jenny Saville, la cui tela Juncture del 1994 ha raggiunto un hammer price di 4.8 milioni, mentre Adrian Ghenie ha visto il suo Duchamp’s Funerali del 2009 battuto per 3.6 milioni.
Tutti risultati, quelli appena citati, che confermano ampiamente l’ottimo momento di mercato per gli artisti viventi, quelli afroamericani e delle donne, che stanno facendo registrare ottime performance e importanti rivalutazioni come si è visto anche nelle altre due evening sale. [LEGGI -> Sotheby’s / Londra: record per Rebecca Warren, Toyin Ojih Odutola e Adam Pendleton]
Christie’s – Post-War and Contemporary Art Evening Auction (06.03)
La seconda evening sale in programma è stata quella di Christie’s. 42 i lotti in catalogo contro i 65 dello scorso anno. Non meraviglia, quindi, la forte riduzione del totale, passato dai 118 milioni del 2018 ai 67 milioni del 2019. Riduzione su cui ha pesato anche un valore mediamente più basso delle stesse opere offerte, tanto che il prezzo medio di aggiudicazione si è ridotto del -12%, passando da oltre 1.9 milioni di sterline a poco di più di 1.7 milioni £. Detto questo, il tasso di invenduto di quest’anno è stato molto più basso rispetto al marzo 2018, attestandosi sul 4.8% con un 39% dei lotti aggiudicati che ha superato la stima media. Non a caso, a differenza di quella di Sotheby’s, l’evening sale del 6 marzo scorso da Christie’s ha superato del 56% l’aspettativa media.
Interessante, anche in questo caso, vedere come sono andate le aggiudicazioni. Se Sotheby’s detiene il maggior numero dei lotti presenti nella TOP 10, infatti, è Christie’s che ha l’opera più cara aggiudicata in questa sessione: il ritratto di Henry Geldzahler and Christopher Scott realizzato da David Hockney nel 1969 e battuto per 33.000.000 £, ben oltre i 30 dell’aspettativa. Un’aggiudicazione, peraltro, che da sola pesa per il 49% sul totale dell’asta. Seguono, sul podio dei lotti più cari dell’asta, Bouteilles (Bottles) di Nicolas de Staël del 1952 e A B, Tower di Gerhard Richter del 1987.
Anche in questo caso, però, le performance migliori rispetto alla stima media pre-asta, le hanno fatte registrare artisti che rispondono perfettamente ai trend già delineati in precedenza: Jordan Casteel, il cui Patrick and Omari del 2015 ha superato del 380% la stima media; Hanry Taylor con Chris del 2004 (+225%) e David Hockney con Santa Monica del 1968 (+95%). Da sottolineare, però, anche le ottime performance di Nicolas de Staël.
Due, infine, i record registrati durante la serata. Il primo è quello della già citata Jordan Casteel, giovane artista afroamericana che ha raggiunto le 240.000 £. Segue Jonathan Yeo con la tela Claire’s Room (Grayson Perry) del 2013, aggiudicata a 100.000 £. Hammer price, però, inferiore del -20% rispetto alla stima media. Da segnalare, infine, l’ottima performance di Nijinski Hare, scultura del 1989 di Barry Flanagan che supera del 41% l’aspettativa media per raggiungere un prezzo di martello di 1.2 milioni di sterline, cifra che eguaglia il suo record d’asta. [LEGGI -> Christie’s / Londra: Hockney sopra i 37 Milioni. Record per Casteel e Yeo]
Phillips – 20th Century & Contemporary Art Evening Sale (07.03)
Delle tre major, Phillips è l’unica che sta costantemente guadagnando quote di mercato. E anche se il risultato di questo marzo, 31 milioni di sterline, è del -6% inferiore a quello dello stesso mese del 2018, la casa di Berkley Square ha raggiunto il 18% della torta. Di fatto il suo migliore risultato di sempre, ottenuto con un totale che è il secondo mai realizzato nella sua storia durante le aste di marzo a Londra. Il tutto con un catalogo nettamente più ridotto rispetto al 2018: 28 lotti contro 50. Se confrontata con quella dello scorso anno, peraltro, l’asta 2019, con 25 lotti venduti, ha fatto registrare un incremento del +66% sul prezzo medio di aggiudicazione, passato dai 750.000 £ dello scorso anno a 1.242.880 £ di quest’anno. Oltre ad un tasso di invenduto passato dal 12% al 10.7%. Il tutto con un 39% delle opere che ha superato la stima media pre-asta.
Insieme a Christie’s, Phillips è l’altra delle tre case ad aver avuto in catalogo un’opera aggiudicata per oltre 10 milioni. Si tratta della tela Düsenjäger (1963) di Gerhard Richter battuta a 13.3 milioni. Le altre due aggiudicazioni top della serata portano, invece, il nome di Roy Lichtenstein, la cui Girl in the Mirror del 1964 ha raggiungo i 4.5 milioni della stima minima; e Martin Kippenberger con Ohne Titel (Meine Lügen sind ehrliche) battuto a 3.2 milioni.
Anche in questo caso, però, sono le donne a far registrare le performance migliori. Con Armed and Feaerless di Cecily Brown che supera del 107% la stima media e viene aggiudicato per 1.450.000 £ strappando un applauso alla sala; Lilith della giovanissima afroamericana Tschabalala Self battuto a 100.000 £ (+100%). Chiude il terzetto, il giovane artista americano Cory Arcangel, il cui Photoshop CS: 72 by 110 inches, 300 DPI, RGB, square pixels, default gradient “Blue, Red, Yellow”, mousedown y=11050 x=3350, mouseup y=16300 x=19900, supera del 92% la stima media e sente il martello battere a 240.000£.
Per Tschabalala Self, essendo il suo primo passaggio in asta, è difficile parlare di record ed è più corretto definire le 100.000 £ di hammer price come un prezzo benchmark. È indubbiamente un record, invece, quello stabilito dalla ottantacinquenne Rose Wylie che ha visto il suo Queen of Sheba with Gold Lump del 2012 battuto per 140.000 £. Fino al 7 marzo scorso il suo miglior risultato era di 3.000 £. Ma va anche detto che quello da Phillips era anche il suo 7° passaggio in asta e che i precedenti erano solo opere minori su carta. [LEGGI -> Phillips / Londra: Evening Sale con applauso finale per Cecily Brown]