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Arcadia. Fra radicamento sul territorio e visione internazionale.

del

Maria Sole Tagliatesta e Giovanni Damiani ci hanno raccontato, in una bellissima intervista, la storia di Casa d’Aste Arcadia, i successi degli ultimi anni e la loro visione del futuro di questo settore.

PUOI LEGGERE L’INTERVISTA INTEGRALE SUBITO SOTTO IL VIDEO

Gino Fienga: Come nasce Arcadia?

Giovanni Damiani: Arcadia nasce nel 2015 da un’idea di Massimo Tagliatesta, che proveniva da una famiglia con oltre cinquant’anni di esperienza nell’antiquariato. Osservando i cambiamenti del mercato e la crescente influenza delle nuove tecnologie, ha capito che non aveva più senso avere solo un negozio fisico. Il mercato richiedeva un’evoluzione: così ha deciso di fondare una casa d’aste. È stata una sfida, ma che ha dato i suoi frutti. Io sono entrato pochi mesi dopo l’apertura per gestire il Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea, e da allora sono passati quasi dieci anni.

Maria Sole Tagliatesta: Massimo aveva il sogno di creare una casa d’aste da quando era giovane, ma c’era sempre stata un po’ di incertezza. Poi ha deciso di fare il grande passo, e oggi siamo molto felici della realtà che stiamo costruendo giorno dopo giorno.

G.F.: Il 2024 è stato un anno complesso per il mercato dell’arte?

G.D.: Si dice che il mercato dell’arte abbia vissuto un anno difficile, ma io vedo le cose diversamente. Dopo una fase di crescita esponenziale post-pandemia, c’è stato un riassestamento. Abbiamo vissuto un periodo in cui le aste registravano il 90% di venduto, un dato irreale. Oggi, con percentuali di vendita intorno al 70-75%, siamo semplicemente tornati alla normalità. Arcadia, in particolare, ha chiuso l’anno con un incremento del 10% del fatturato, un risultato notevole considerando che grandi realtà come Sotheby’s e Christie’s hanno subito perdite anche del 30%.

M.S.T.: Dal punto di vista dei numeri, il 2024 è stato molto positivo per noi. Abbiamo avuto un incremento del 65% di lotti venduti e un incremento del valore di aggiudicazione di oltre il 200% in alcune aste. Un esempio? Abbiamo realizzato il record italiano per una lampada Tiffany, venduta da 20.000€ a 175.000€ con aggiudicazione a New York. Inoltre, abbiamo ampliato la nostra copertura internazionale, raggiungendo mercati come Hawaii e Tasmania.

G.F.: Quali artisti o tendenze hanno dominato il 2024?

G.D.: Trattiamo diversi dipartimenti, ma parlando di arte moderna e contemporanea, quest’anno abbiamo gestito importanti collezioni: quella di Enrico e Antonello Falqui. Entrambe hanno dato un forte impulso alla nostra direzione, con un focus sull’arte pittorica e sul Novecento italiano.

La collezione Falqui ha avuto un successo incredibile, con un 95% di venduto. Abbiamo venduto disegni di Arturo Martini a 5-6.000€, un nucleo di disegni di Scipione per 180-200.000€, e una scultura di Arturo Martini per 32.000€. Ciò dimostra che artisti considerati “superati” hanno ancora un mercato florido. Anche la pittura ha avuto un ottimo riscontro: un piccolo disegno di Balla è passato da 3.000€ a 9.500€.

G.F.: Avete notato cambiamenti nel comportamento dei collezionisti?

G.D.: Assolutamente sì. Il Covid ha segnato un cambio epocale: prima le sale erano piene di persone, oggi sono quasi vuote, ma in compenso abbiamo 10.000 persone collegate online. L’acquisto è diventato più digitale e spesso più impulsivo: bastano pochi clic per aggiudicarsi un lotto. A livello geografico, il mercato inglese è in calo a causa della Brexit, mentre Francia, Germania e Stati Uniti sono molto attivi.

M.S.T.: Il digitale ha rivoluzionato il nostro settore. Ora facciamo valutazioni iniziali via email, mentre prima andavamo subito di persona. Inoltre, lavoriamo su più piattaforme di vendita online per aumentare la copertura internazionale. Tuttavia, manteniamo un approccio customer-centric, perché il rapporto con il cliente rimane fondamentale.

G.F.: Com’è cambiato il vostro lavoro rispetto a dieci anni fa?

G.D.: Dieci anni fa il nostro mestiere era molto più fisico: si andava in giro a vedere le collezioni, a parlare con i clienti, a esaminare le opere dal vivo. Oggi è tutto più veloce e digitale. Riceviamo migliaia di immagini via email o WhatsApp, e spesso una prima valutazione si fa direttamente su foto, senza nemmeno vedere l’oggetto dal vivo.

Un altro grande cambiamento è stato il ruolo dei social e delle piattaforme online. Prima il cliente veniva in sede per informarsi sulle aste, oggi è tutto su Instagram, sui siti web e sulle piattaforme di vendita. Dobbiamo essere sempre aggiornati su nuove strategie di comunicazione e sulle tendenze del mercato.

M.S.T.: Anche il rapporto con i collezionisti è cambiato. Un tempo la fiducia si costruiva con incontri di persona e lunghi scambi, oggi tutto avviene in modo più rapido. Ma questo non significa che il contatto umano sia scomparso: anzi, è ancora più importante saper creare un legame solido, anche se spesso avviene a distanza.

G.F.: C’è differenza nei risultati tra le aste tradizionali e quelle a tempo?

M.S.T.: Sì, c’è una differenza sostanziale. Le aste tradizionali generano ancora i risultati migliori, soprattutto per i lotti di valore elevato. Il contesto di una vendita dal vivo, con il battitore e la tensione del momento, può portare a rilanci più alti e a una maggiore competizione tra gli acquirenti.

Le aste a tempo, invece, sono molto utili per segmenti diversi del mercato: funzionano benissimo per lotti di valore medio o medio-basso e per determinate categorie di oggetti, come le arti decorative. Inoltre, ci permettono di avere un calendario di vendita più dinamico, perché possiamo organizzarle con maggiore frequenza.

G.F.: Quali sono le sfide per il 2025?

G.D.: Oltre ad aumentare il fatturato, vogliamo trasformare Arcadia in un punto di riferimento culturale, non solo commerciale. Stiamo investendo in mostre, eventi e pubblicazioni per valorizzare il patrimonio artistico. Il nostro obiettivo è creare una realtà che non sia solo una casa d’aste, ma un luogo di incontro per collezionisti, artisti e appassionati.

M.S.T.: Vogliamo crescere anche a livello di organico, rafforzando il nostro team con esperti qualificati. Il mercato dell’arte sembra bloccato solo in apparenza, ma in realtà offre ancora grandi opportunità. Il nostro compito è saperle cogliere.

G.F.: Quante aste di arte moderna e contemporanea farete nel 2025?

G.D.: Manteniamo il format di due aste semestrali per i dipinti, sculture e disegni, più due aste dedicate all’editoria e alle incisioni d’autore. Tra le anticipazioni, possiamo dire che avremo opere di Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e una collezione di un centinaio di pezzi, tra cui un dipinto storico di Guttuso raffigurante Moravia.

Gino Fienga
Gino Fienga
Editore @ con-fine + Collezione da Tiffany | CEO and founder @ arturo | startupper | collezionista per caso

Collezione da Tiffany è gratuito, senza contenuti a pagamento, senza nessuna pubblicità e sarà sempre così.

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