Gli archivi sono i principali enti di riferimento per la tutela della memoria di un artista, ma nel mercato dell’arte contemporanea si assiste spesso alla stratificazione di competenze e responsabilità.
Infatti, nonostante il loro principale obiettivo commerciale, non è raro che anche le gallerie si pongano come validi interlocutori.
Soprattutto per gli artisti nelle prime fasi della loro carriera, le gallerie sono infatti spesso diventate un punto di riferimento quanto meno ufficioso, se non ufficiale. Anche se spesso non si arriva a vere e proprie attività di sistematizzazione, avere una prima sede di raccolta di materiale documentale è infatti un elemento chiave di valorizzazione per un artista.
I rapporti che le gallerie scelgono di instaurare con gli artisti o con i relativi estate possono poi essere di varia natura, partendo dalla semplice rappresentazione, dal supporto per attività di vendita o progetti espositivi, fino ad arrivare all’assunzione di responsabilità in merito alla conservazione del materiale archivistico.
Questa tendenza verso approcci più istituzionali si diffonde in quanto strumento utile non solo per dare prestigio agli artisti che negli anni sono stati rappresentati, ma anche alla propria galleria, valorizzandone il significato all’interno del mondo artistico e culturale.
Uno dei principali strumenti può quindi diventare la diretta collaborazione, come nel caso dell’Archivio e Fondazione Maria Lai e le gallerie meneghine M77 e Nuova Galleria Morone, che hanno portato il lavoro dell’artista non solo nei propri spazi, ma anche in fiere nazionali e internazionali.
Non è raro poi che le collaborazioni nascano a partire dalla condivisione di competenze, come nel caso della Fondazione Baruchello e la MASSIMODECARLO, la quale ha fornito strumenti e consulenze informatiche, già in uso all’interno del proprio archivio d’impresa (che pure diventa una preziosa traccia del panorama artistico in cui la galleria ha operato), adattati in questo caso al lavoro di ricerca archivistica.[1]
Nel caso della galleria svizzera Hauser & Wirth si è poi arrivati addirittura alla nascita dell’Hauser & Wirth Institute, una fondazione privata senza scopo di lucro dedicata alla trasformazione e accessibilità del patrimonio degli archivi d’artista, attraverso l’intervento diretto su fondi archivistici, consulenze, simposi e momenti di confronto sul tema, fino al finanziamento di veri e propri progetti di ricerca e sviluppo.
Anche le gallerie stanno quindi comprendendo sempre di più il valore dell’archivio come strumento di una valorizzazione anche commerciale, che parte però dallo studio storico artistico e da un solido approccio archivistico.
Confrontarsi con una galleria in grado di testimoniare e restituire con grande consapevolezza la storia e il peso degli artisti con cui lavora e di cui commercia le opere, permette di poter entrare in contatto con i lavori attraverso progetti espositivi di maggior rilievo storico e critico, contribuendo alla costruzione di un sistema artistico e di mercato che favoriscano il dialogo e una condivisione di competenze virtuosi.
[1] A. Zombardo, L’archivio della MASSIMODECARLO. Pratiche di produzione e conservazione documentaria, in “L’archivio d’artista. Princìpi, regole e buone pratiche” a cura di A. Donati e F. Tibertelli de Pisis, Johan & Levi Editore, Azzate (VA) 2023; pp. 399-408.