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Art Basel e Liste 2025: blue chip e artisti emergenti

del

Segnali positivi da Art Basel nel suo storico appuntamento a Basilea: numerose le vendite, anche se il ritmo era decisamente diverso dal passato.

Dopo il consueto breakfast accompagnato da flute di Ruinart, nel giorno di apertura, il 17 giugno, nessuno si è in realtà precipitato al piano terra per accaparrarsi i “pezzi blue-chip”.

Piuttosto, l’attenzione si è spostata al piano superiore, dove proposte più fresche, internazionali e con prezzi sotto i 100.000 dollari hanno favorito una scoperta più costante e trattative più accessibili.

Il pubblico era principalmente europeo – e più anziano – segnale che l’edizione di Basilea sta perdendo appeal sul jet-set giovane globale, molti dei quali ora guardano a Parigi o alla nuova attesa edizione a Doha, in Qatar.

In generale, questa edizione ha confermato che, pur non essendo in crisi, è ormai evidente una fase di correzione e normalizzazione del mercato, soprattutto europeo, che non rimane immune agli sconvolgimenti geopolitici – specie in un contesto in cui nuovi conflitti sembrano esplodere sistematicamente in coincidenza con le principali fiere.

Nonostante ciò, i top dealer sono arrivati a Basilea con il consueto arsenale di nomi blue-chip e capolavori di primo livello. Al piano terra, Helly Nahmad ha accompagnato un raro Dubuffet del 1963 con due vivaci sculture di Calder. All’interno dello stand spiccava un Picasso, Femme nue couchée jouant avec un chat del 1964, offerto con un prezzo di 28 milioni di dollari, dopo essere passato da Sotheby’s nel 2023 per 21,2 milioni.

Tra i capolavori assoluti e highlight di quest’anno, sicuramente l’elaborato e simbolicamente denso trittico Sueño de Sirenas (1963) di Leonora Carrington, presentato da Di Donna Gallery con un prezzo richiesto di 9,5 milioni di dollari. Strutturata come una pala d’altare all’interno di un’elegante cornice scolpita e dorata, l’opera è un raro esempio del mistico e onirico immaginario surrealista della Carrington. Ispirata a un sogno vissuto dall’artista, rappresenta María Félix – leggendaria attrice messicana – come sirena in tre incarnazioni: in ebano (a sinistra), in fuoco (a destra) e in madreperla al centro, avvolta da una radianza lattiginosa.

Un altro capolavoro museale è stato presentato da Marian Goodman con Respirare l’ombra – foglie di tè (2008) di Giuseppe Penone, un’opera monumentale in cui bronzi a forma di polmoni emergono da una superficie densa di foglie di tè, evocando la simbiosi tra uomo e natura.

Un’altra versione dell’opera è attualmente esposta alla Serpentine, nella retrospettiva dedicata all’artista Thoughts in the Roots.

Sempre nella sezione Unlimited, Cardi ha presentato I Testimoni (2012), un ciclo monumentale di 20 sculture in tufo realizzate da Mimmo Paladino, che fondono simbologie classiche e arcaiche in un’opera primordiale, a grandezza naturale. Notevole anche la luminaria di 28 metri di Marinella Senatore, We Rise to Lift Each Other, che accoglieva i visitatori all’ingresso: presentata da Mazzoleni, aveva debuttato in origine alla Biennale d’arte pubblica Noor, in Arabia Saudita.

David Zwirner Courtesy of Art Basel

Come sempre, le vendite non sono mancate tra le gallerie blue-chip. Già nella prima giornata, David Zwirner ha riportato la vendita di 68 opere, tra cui una scultura di Ruth Asawa per 9,5 milioni, un dipinto di Gerhard Richter per 6,8 milioni, un dittico di On Kawara per 1,3 milioni, e due dipinti di Dana Schutz (1,2 e 0,85 milioni). Ha inoltre collocato opere di Marlene Dumas, Yayoi Kusama, Raymond Pettibon, Lucas Arruda, Michaël Borremans (due a 850.000 $), Chris Ofili (700.000 $), Koan Mitchell, Paul Klee, Wolfgang Tillmans, William Eggleston, la giovane Emma McIntyre (120.000 $), Victor Man, e altri.

Giocava in casa la svizzera Hauser & Wirth, che ha esposto un’opera imponente: No. 6/Sienna, Orange on Wine (1962) di Mark Rothko, definita un “ritorno a casa” – l’opera fu infatti presentata per la prima volta alla Kunsthalle Basel nel 1964. Il prezzo non è stato dichiarato, ma le stime la collocano tra i 30 e i 50 milioni di dollari. Entro la prima giornata, tra le vendite a sette cifre confermate: due dipinti di Mark Bradford (3,5 milioni ciascuno), un George Condo (2,45 milioni), un Jack Whitten (2 milioni), oltre a opere di Rashid Johnson e Louise Bourgeois (1 milione ciascuna). Al secondo giorno, venduto anche un acrilico di Frank Bowling per 1,85 milioni. In “trattativa seria” anche Untitled (Go-Go Dancing Platform) (1991) di Felix Gonzalez-Torres, presentata a Unlimited con un prezzo di 16 milioni.

Pace Gallery Courtesy of Art Basel

Già prenotato entro il primo giorno il Rothko arancione presentato da Pace per il suo 65° anniversario, insieme a opere di Picasso da 30 milioni e un Joan Mitchell. Il CEO Marc Glimcher ha commentato che, nonostante l’incertezza generale, “la ressa c’è stata”, e la velocità delle vendite è rimasta “vigorosa come ogni anno passato”. “L’energia per collezionare è tornata”, ha affermato.

Tra le numerose vendite di Pace anche importanti collocamenti istituzionali, come un’astrazione gestuale di Pam Evelyn (85.000 $), una scultura di Arlene Shechet (150.000 $), dipinti di Loie Hollowell (275.000 $), Nigel Cooke (250.000 $), Adam Pendleton (165.000 $ – artista recentemente acquisito in toto dal MoMA), e opere di artisti emergenti: Kylie Manning (115.000 $), Li Hei Di (28.000 $), e Friedrich Kunath (135.000 $), cui sarà dedicata una personale a New York in autunno.

Venduto anche un dipinto di Emily Kam Kngwarray (450.000 $), in vista della retrospettiva; una scultura in marmo di Elmgreen & Dragset venduta alla G2 Kunsthalle di Lipsia (300.000 $); tre edizioni di SunderState V (2025) di Alicja Kwade, a 125.000 $ ciascuna. La vendita più alta resta Untitled #5 (2002) di Agnes Martin, per oltre 4 milioni di dollari.

Gladstone Gallery
Courtesy of Art Basel

Sempre nelle fasce alte, Gladstone ha venduto in preview un dipinto su legno di Keith Haring del 1983 per 3,5 milioni, una tela di Sigmar Polke per 1,75 milioni, un Alex Katz per 1,2 milioni, un collage di Rauschenberg per 1,2 milioni, e opere di Amy Sillman (575.000 $), Ugo Rondinone (550.000 $), Rosemarie Trockel (325.000 $), più numerosi disegni di Haring (275–550.000 $), e lavori di Joan Jonas (~10.000 $ ciascuno).

Anche Thaddaeus Ropac ha riportato numerose vendite: un Baselitz da 1,8 milioni €, un Rauschenberg da 1,5 milioni, e un trittico Playmate (1966) di James Rosenquist per 1,8 milioni. Il dealer ha definito l’apertura “dinamica” e ha sottolineato la “qualità visibile”, apprezzata dai collezionisti.

ABB25, Galleries, Public Interactions, Gagosian, MC, PR Courtesy of Art Basel

Gagosian – che notoriamente non comunica vendite – ha confermato al secondo giorno l’acquisizione di una grande scultura a forma di aragosta di Jeff Koons, nel range delle sette cifre. Curato da Francesco Bonami, lo stand celebrava la trentesima edizione di Basel per la galleria, con, tra le altre, un’opera ironica di Maurizio Cattelan (No) valutata sopra il milione.

White Cube ha piazzato nelle prime ore un’opera recente di Baselitz (€2,2M), tre opere di Danh Vo (€250.000 ciascuna) e Red Birds (2022) di Cai Guo-Qiang (1,2 milioni). Al secondo giorno, venduto anche In the garden (2015) di Michael Armitage per 3,2 milioni.

La gallerista coreana Tina Kim ha venduto in preview due dipinti di Ha Chong-Hyun (550.000 e 250.000 $), tre opere di Suki Seokyeong Kang (100–70.000 $), un tessile di Lee ShinJa (40–50.000 $), una scultura di Mire Lee (40.000 $), e un’opera di Pacita Abad (30–40.000 $). L’installazione Mat Black Mat di Kang a Unlimited è attualmente riservata da una grande istituzione USA.

Perrotin Courtesy of Art Basel

Perrotin ha fatto sold out della personale del giapponese Mr., con tele sagomate da 85.000–250.000 $, disegni da 30.000 $, e una scultura da 120.000 $. Anche la presentazione di Izumi Kato è andata esaurita (70.000–120.000 $ per dipinti; 50.000–100.000 $ per sculture), come pure le sculture surreali di Genesis Belanger (30.000–50.000 $), e le opere di Lee Bae (30.000–200.000 $). Focus anche su Julian Charrière e Lynn Chadwick, in vista di prossime mostre.

Tra le vendite da Xavier Hufkens: una monumentale tela di Tracey Emin (£1M), una natura morta di Alice Neel (1M), una grande opera di Charline von Heyl (350.000 $), due tele di Tatiana Trouvé (85.000 € ciascuna), una scultura di Danh Vo (€350.000), edizioni di Mark Manders (110.000 €), un’opera di Sterling Ruby (600.000 $), sculture di Thomas Houseago (110.000 €), e lavori di Qiu Xiaofei (350.000 $), Lesley Vance (220.000 $), Cecilia Vicuña (185.000 $), Ulala Imai (100.000 $), Thierry De Cordier.

Lisson ha piazzato un dipinto su lino di Olga de Amaral, una tela di Lee Ufan (850.000 $), una di Carmen Herrera (800.000 $), due superfici circolari specchianti di Anish Kapoor (€600–700.000), e opere di Yu Hong (220.000 $), Dalton Paula (200.000 $), Otobong Nkanga (€210.000), Tunga (120.000 $), Leiko Ikemura (95.000 €), Kelly Akashi (75.000 $), Laure Prouvost (40.000 €), Van Hanos (15.000 $).

Numerose le vendite anche al piano superiore, dedicato al contemporaneo e alle nuove proposte. Tra le più notevoli, vendite a cifre alte per il giapponese Yu Nishimura, e buoni risultati per Tomasz Kowalski, Emma Reyes, Ernst Yohji Jaeger da Galleria Crèvecœur. David Kordansky ha piazzato rapidamente i nomi caldi: Jonas Wood, Rashid Johnson, Lucy Bull, Jennifer Guidi, Maia Cruz Palileo, Shara Hughes. Galeria Plan B ha venduto un nuovo dipinto di Adrian Ghenie per 1 milione di euro.

Grande attenzione istituzionale per Arturo Kameya, presentato in solo booth da GRIMM nella sezione Statements: l’artista, con base a Lima, affronta i paradossi politici del Perù post-militare con pitture, installazioni e sculture. Un’opera è stata acquisita da un museo di Hangzhou, un’altra da un’istituzione olandese.

A Liste 2025, i collezionisti puntano sui talenti promettenti sotto i 10.000 euro

Liste 30, Opening day, image Silke Briel, Courtsey Liste Art Fair Basel

Anticipando l’apertura di Art Basel, Liste ha inaugurato la sua 30ª edizione lunedì 16 giugno, registrando fin da subito numerose vendite, soprattutto tra le proposte emergenti più promettenti nel segmento di prezzo sotto i 10.000 euro. Già a metà giornata gli stand erano affollati, con collezionisti europei in prima linea.

Alcune hanno venduto tutto nelle prime tre ore,” ha dichiarato il nuovo direttore Nikola Dietrich.

Tra gli stand e le scoperte più interessanti, Turnus Gallery (Varsavia) ha debuttato con una bipersonale di Wiktoria Kieniksman e Mikołaj Sobotka, registrando vendite rapide. Grande successo anche per Suprainfinit (Bucarest), che ha attirato l’attenzione con un gruppo di dipinti onirici e minacciosi di Miruna Radovic, venduti rapidamente nella fascia di €5.000–10.000, con acquisizioni istituzionali da parte di un museo italiano e della Rubell Collection. Le sue opere evocano paesaggi nebbiosi, corpi congiunti e forme vegetali arcaiche – tra funghi preistorici e fiori appassiti – indagando potere femminile, mito e decadenza.

La galleria Vin Vin di Vienna avrebbe potuto vendere tre volte lo stand dedicato al giovane pittore siciliano Giuseppe Francalanza, ma ha selezionato con cura i posizionamenti, chiudendo almeno due acquisizioni istituzionali entro sera. Coperto di sabbia, lo stand evocava una lotta esistenziale: i corpi tentano di materializzarsi nelle atmosfere diafane delle sue tele. La mostra, intitolata Siménza – dal termine siciliano per “semina” – riflette sull’impossibilità di mettere radici in una terra interiore fragile. Le opere erano in vendita tra €3.000 e €16.000.

Anche Tiwani Contemporary ha registrato il tutto esaurito nel primo giorno, con prezzi tra €7.000 e €50.000, presentando le astrazioni gestuali e corporee dell’artista zimbabwese Virginia Chihota. Le sue tracce intuitive evocano sradicamento e appartenenza, esplorando corpo e anima come territori d’indagine. Le nuove acquisizioni istituzionali confermano la sua rilevanza: è già presente nelle collezioni del Centre Pompidou, Tate London, Fondation H, FRAC Picardie e National Gallery of Zimbabwe.

Magenta Plains (New York) ha piazzato sei opere di Matt Keegan (circa €5.000) entro pranzo, mentre Yve Yang ha riscosso successo con Huidi Xiang e Wang Ye.

General Expenses (Messico) ha venduto opere di Magdalena Petroni sotto i $10.000, tra cui una scultura con ratti tassidermizzati. Margot Samel (New York) ha presentato Annie Hémond Hotte (opere vendute a $7.000) insieme alle sculture di Gina Proenza, ispirate a processi ecclesiastici contro insetti.

G Gallery (Seoul) ha venduto opere di Woo Hannah (€17.000) e Huang Sueyon (€5.000–7.000), mentre N/A ha piazzato due lavori di Son Woo (€38.000 ciascuno), accanto alle opere in resina di Jiyoon Chung.

Sissi Club (Marsiglia) ha attirato interesse con i dipinti poetici di Ines de Falco Jemni (€3.500–22.000), tra memoria, simbolismo e mito.

Grande attenzione anche per l’artista slovena Katarina Caserman (con base a Londra), con le sue astrazioni gestuali che trasformano pensieri e memorie in reti cromatiche dinamiche. Con prezzi tra €5.000 e €25.000, la sua ascesa è confermata dalla personale a Marquez Art Projects (Miami) e da acquisizioni in collezioni come ICA Miami, Deji Art Museum, The Cloud Collection e Nanjo Art Museum.

Liste 2025, Booth 2, Parallel Oaxaca, Oaxaca, Image Gina Folly, Courtesy Liste Art Fair Basel

Liste si conferma anche una piattaforma di riscoperta, come dimostrato dalla potente presentazione di Parallel Oaxaca dedicata all’artista visionario Nahum B. Zenil. Attivo tra gli anni ’70 e ’90, Zenil ha affrontato temi di sofferenza, trasformazione corporea e oppressione politica attraverso l’autoritratto come specchio dell’esperienza sociale e dell’identità collettiva. Lavorando con inchiostro e acrilico, fonde conoscenze indigene e cosmologia spirituale, canalizzando simbolismi precolombiani in un linguaggio urgente di resistenza – fisica e metafisica.

Nonostante un mercato cauto, la fiera ha confermato il proprio ruolo di piattaforma chiave per l’emersione di nuovi talenti, premiando strategie di prezzo accessibili e curatele forti.

Elisa Carollo
Elisa Carollo
Elisa Carollo è art advisor, curatrice e appraiser, con un focus particolare sull' arte contemporanea e ultracontemporanea. Ha conseguito un master in Art, Law and Business presso Christie's New York e un BA in Marketing e management delle industrie culturali e creative presso l'Università IULM di Milano. Lavora come consulente freelance per collezionisti, gallerie e artisti e collabora stabilmente con la Fondazione Imago Mundi di Treviso.

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