Titolo: “To draw is to know”
Autore: (testi di) Alberto Fiz, Elena Forin, Lucrezia Longobardi, Jennifer Piejko, Claudia Slanar
Editore: Magonza 2023
Notazione: Nell’edizione 2023 di Artefiera, a Bologna, è stato presentato il libro d’artista “To draw is to know” realizzato dall’artista Andrea Mastrovito ed edito da Magonza editore.
Il libro attira immediatamente per la grafica accattivante.
I titoli delle copertine delle varie stampe sono stati tutti realizzati a mano dall’artista. Oltre alla regolare edizione stampata, il libro viene proposto in un’edizione speciale a tiratura limitata contenente un disegno originale di Andrea Mastrovito.
Il testo esprime un concetto fondamentale, che si evidenzia fin dal titolo: il disegno per Mastrovito non solo costituisce il mezzo produttivo di tutte le sue opere d’arte – o di gran parte di esse – ma rappresenta un vero strumento di conoscenza e di comunicazione; è possibile intenderlo quasi come un atto fondativo della società civile, in cui la conoscenza si sviluppa attraverso il complesso mente-mano del soggetto pensante e si oggettivizza per mezzo del complesso occhi-mente del soggetto fruitore, attivando quello che è il fenomeno della comunicazione intersoggettiva.
Alberto Fiz, uno degli autori dei testi del libro, ricorda l’affermazione di Jacques Deridda per la quale “il disegno è sempre stato più del disegno”. Dell’intimo rapporto tra disegno e psiche, fa fede l’uso dello stesso da parte di psicologi i quali tentano di comprendere le problematiche psichiche e soggettive proprio dal disegno, spontaneamente o dietro indicazioni, suggerito per l’analisi. In tal senso si giunge anche a stabilire un rapporto non solo tra mente e concetto da comunicare, ma anche tra psiche e istanza pulsionale da indagare.
Il libro si fa leggere e ci offre un viaggio nel godibilissimo mondo artistico di Andrea Mastrovito, per farci riflettere su quanto, nel mondo delle campiture e attraverso la ritenuta supremazia dell’arte informale o concettuale, la tradizione del disegno possa ancora essere apprezzata e rappresentare ulteriori momenti di future indagini e di nuove estetiche.
Titolo: “Jan Fabre. La saggezza del Belgio”
Autore: Giacinto di Pietrantonio
Editore: Maretti editore, 2023
Notazione: un titolo enigmatico. Il termine “saggezza”, così come usato, necessita di una specifica interpretazione. La saggezza rimanda, nel proprio etimo, al concetto di sapienza e quindi di sapere; è il sapere che Jan Fabre propone con una connotazione alchemica e misterica. Si tratta di un sapere che coniuga l’amore profondo per la cultura classica ed in particolare per quella greca, con il più criptico linguaggio contemporaneo.
Fabre è infatti artista dai contenuti universali, espressi dalle più svariate semantiche. A lui sono consueti il linguaggio teatrale, drammaturgico e musicale, quello figurativo, nelle due e nelle tre dimensioni, ma soprattutto egli ha reinventato, in epoca contemporanea, il ruolo dell’artista “diabolico” uso a frequentare i luoghi del male e quelli del piacere proprio per interrogarsi sulle più profonde tematiche che sostengono la scienza etica oltre che estetica.
L’artista, per Fabre, è un daimon capace di mediare tra l’umano (che per i greci era immortale del transeunte) ed il divino ovvero ciò che è universale e non soggetto al tempo. a tal proposito, è recente l’intervento di Jan Fabre in una chiesa napoletana in cui ha esposto alcune sculture a tema religioso ed al contempo diabolico, di un inequivocabile rosso infernale, proprio a ricordare le misteriose radici comuni che legano vita, teatro, religioni e tensioni spirituali.
Qui il pensiero corre verso la figura di Hermann Nitsch ed alle sue actionen: “Orgien Mysterien Theater”. Il libro, curato da Giacinto di Pietrantonio, ci permette di colloquiare con l’artista fiammingo fin quasi a conoscerlo, come di persona, per giungere a capire che dietro quel carattere impulsivo, imprudente, irritante a volte finanche irriverente si nasconde il temperamento di un genio.