ArtVerona 2023 ha finalmente aperto le sue porte al pubblico e rimarrà visitabile fino a questa domenica 15 ottobre. La fiera, anche quest’anno, rinnova il suo obiettivo di valorizzare e sostenere il sistema dell’arte italiano, proponendo una panoramica di gallerie principalmente nostrane, con solo pochi esempi di partecipazioni straniere, principalmente berlinesi. Il tutto con l’intenzione di promuovere nuove relazioni, coinvolgendo in modo più deciso il settore imprenditoriale. Il direttore artistico, Stefano Raimondi, continua a lavorare, infatti, per rafforzare il dialogo tra operatori nazionali e internazionali.
Cinque le sezioni in cui si articola la kermesse veronese: “Main section”, “Innova”, “Introduction”, “Curated by” e “Lab”. La prima è il vero cuore dell’evento, in cui troviamo gallerie unite da una proposta di qualità con artisti italiani e internazionali. All’interno di questa selezione di 100 gallerie sono presenti opere storiche, di artisti mid-career ed emergenti, come nel caso della Giovanni Bonelli Gallery, che offre un’ampia selezione di lavori che vanno da Schifano a giovani artisti come Silvia Inselvini, Gerardo Quadrio Curzio, Calore Chiara e bn+BrinaNovara.
Di particolare interesse, per chi segue le nuove proposte, è certamente la sezione “Innova”, che ospita gallerie emergenti e sperimentali con artisti impegnati nella ricerca dei linguaggi contemporanei. Mentre in “Curated By”, sezione curata da Giacinto di Pietrantonio, troviamo sei gallerie che hanno collaborato con altrettanti curatori per creare spazi che favoriscano molteplici approcci e interazioni tra la figura del curatore e quella del gallerista.
Molte le gallerie che propongono principalmente artisti affermati, come ad esempio la Galleria Accademia che espone una bellissima opera di Mario Schifano, o Dep Art gallery con i suoi artisti di punta, tra cui Salvo, Adami e Deodato. Ma ampia è anche la presenza di artisti emergenti o mid-career, come quelli che incontriamo nel booth della Galleria MarcoRossi: Elisa Grezzani, Ivan De Menis e David Lindberg. Tutti e tre caratterizzati dal fatto di lavorare con la resina. Troviamo, invece, opere più provocatorie presso MAG – Magazzeno Arte Contemporanea, nel cui allestimento spicca il lavoro di Giulio Alvigini “Tutto già visto”.
Il sentimento generale tra i galleristi, ma anche tra noi visitatori, è quello di un inizio al di sotto delle aspettative, soprattutto durante la giornata di inaugurazione avvenuta di giovedì 12 ottobre. Come segnalato dalle galleriste di Naab gallery, la presenza di visitatori è stata molto limitata. In particolare, durante l’opening, si è registrata una maggiore affluenza più che altro nelle gallerie che esponevano artisti “viventi”, spesso presenti negli stand per interagire con i collezionisti e gli addetti del settore.
“La fiera è iniziata molto lentamente, con quasi più visitatori questa mattina (13 ottobre, ndr) rispetto all’inaugurazione di ieri – ha commentato Andrea Sirio Ortolani titolare di Osart Gallery, e presidente dell’Associazione nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea (ANGAMC) dal 2022 – Sicuramente, gli eventi recenti stanno influenzando notevolmente anche questa fiera, dalla pandemia di Covid all’instabilità in Ucraina, Iran e Palestina. Inoltre, la contemporaneità con Frieze è un elemento che ha un impatto significativo”.
Nonostante il “passo lento” il pubblico di ArtVerona sembra confermarsi di “qualità”. “È evidente – ha commentato a tal proposito Ortolani – la presenza di persone sinceramente interessate all’acquisto e meno di soli curiosi. Di questo va riconosciuto il merito all’organizzazione di ArtVerona, specialmente per il programma VIP”.
Se per le prossime giornate di fiera, comunque, l’ottimismo non manca, con gallerie come la Giovanni Bonelli Gallery o la Galleria MarcoRossi che hanno sottolineato come tradizionalmente questa fiera attiri un maggior numero di visitatori nei giorni di sabato e domenica, le preoccupazioni per il futuro non sono poche.
“Sicuramente – ha concluso il presidente ANGAMC – ci aspettiamo una stagione impegnativa, in parte a causa degli eventi politici e sociali che stanno influenzando il panorama globale e che, di conseguenza, hanno ripercussioni sull’economia in generale”.