Si intitola Fabio Mauri. With Out la personale dedicata ad uno dei principali protagonisti dell’arte
E con questa bella personale, inauguriamo anche il nostro periodico “giro dei campi” dedicato alle mostre che nel mondo vengono dedicate agli artisti italiani, sia storicizzati che emergenti. Così, mentre la Marianne Boesky Gallery, che ha da poco annunciato l’accordo di rappresentanza firmato con l’Archivio Maria Lai (novembre 2017), sta per inaugurare la prima mostra personale americana dell’artista sarda: Invito a Tavola, che dal 23 febbraio prossimo porterà al n. 100 di South Spring Street di Aspen, in Colorado, una selezione di suoi lavori che coprono l’intera carriera artistica di Maria Lai.
A Londra, invece, dove si è da poco conclusa da Mazzoleni la mostra Light in Motion: Balla, Dorazio, Zappettini, il 24 gennaio scorso Tornabuoni Art ha inaugurato la prima personale da 25 anni ad oggi, del pittore italiano Piero Dorazio: Piero Dorazio: Chromatic Fantasies. La mostra, che sarà visitabile fino al 13 aprile prossimo, copre 35 anni di carriera, dagli esordi “cubisti” alle sue monumentali esplosioni di colore. La mostra, inoltre, va anche alla ricerca delle sue radici artistiche, da Giacomo Balla all’Espressionismo Astratto che ebbe modo di conoscere durante i suoi numerosi soggiorni negli Stati Uniti. E proprio all’influenza che Robert Motherwell, Willem de Kooning e Barnett Newman ebbero sulla sua pratica, rimanda la monumentale tela degli anni settanta esposta da Tornabuoni Art che, con questa mostra, spera di reintrodurre Dorazio presso il pubblico londinese come uno dei grandi artisti italiani del dopoguerra.
Sempre Tornabuoni, peraltro, ha da poco inaugurato a Parigi Reading de Chirico, la prima esposizione che presenta i dipinti dell’artista insieme ai suoi scritti. E ancora la galleria fiorentina, che attraverso le sue sedi estere è tra le più attive nella promozione dell’arte italiana nel mondo, da questa primavera proporrà ai suoi collezionisti parigini la prima retrospettiva mai dedicata, nella capitale francese, ad Afro. La mostra, resa possibile dalla collaborazione dell’Archivio che cura il lascito dell’artista e che sarà inaugurata il prossimo 11 aprile, presenterà anche i disegni preparatori per il grande affresco che Afro realizzò per il palazzo dell’Unesco a Parigi: Giardino della Speranza (1958). Dopo Parigi una selezione di 20 opere volerà a Londra. Proprio nella capitale britannica, dal 20 aprile si terrà invece Boom: Art and Industry in 1960s Italy (Boetti, Burri, Pascali, Pistoletto, Rotella…).
E visto che siamo tornati per un attimo nella capitale inglese, non possiamo non segnalarvi ,Medardo Rosso: Sight Unseen and his Encounters with London, la prima mostra dedicata al rapporto tra Rosso e Londra e che si conclude proprio oggi alla Galerie Thaddaeus Ropac. Inaugurata il 23 novembre scorso, la mostra ha messo insieme alcuni dei suoi lavori più iconici in cera, bronzo e gesso oltre ad alcuni rarissimi disegni e, per la prima volta nel Regno Unito, le foto realizzate dallo stesso artista dei suoi disegni e delle sue sculture. Ma da Londra è da poco passato anche Antonio Calderara con la mostra Antonio Calderara: Painting Infinity alla Lisson Gallery che ha presentato un serie di lavori che spaziavano dai tardi anni Cinquanta ai primi anni Settanta.
Sempre a Londra, la Cardi Gallery London fino al 30 marzo presenta per la prima volta una grande retrospettiva di Claudio Verna, con opere storiche e recenti dal 1967 al 2017. Mentre da Mazzoleni sta per inaugurare (23 febbraio) More Than words… group show con opere, tra gli altri, di Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, Dadamaino, Lucio Fontana, Emilio Isgrò, Gastone Novelli, Salvo, Mario Schifano e così via. E tra i protagonisti italiani nel Regno Unito troviamo anche Giorgio Griffa che fino all’8 aprile sarà al Camden Arts Centre con la mostra Giorgio Griffa: A Continuous Becoming.
Prima di lasciare Londra, che continua ad essere il principale centro di divulgazione della nostra arte, non possiamo poi ricordare The Enchanted Room: Modern Works from the Pinacoteca di Brera, la mostra che ha inaugurato il 20° anni di attività della Estorick Collection e che ha portato in Inghilterra alcuni dei maggiori capolavori italiani di arte moderna provenienti dalle collezioni di Brera. Spostandoci in Austria, a Salisburgo, fino al 20 marzo, Maurizio Nannucci, impegnato a presentare quattro nuovi lavori alla Galerie Nikolaus Ruzicska per la quali l’artista, prossimo agli 80 anni, li ha creati appositamente. Andando ora verso est, fino al 28 febbraio, nella sede della Galleria Continua a Beijing è visitabile la seconda personale di Giovanni Ozzola reduce da una importante personale a Berlino. Giovedì scorso, invece, alla Kunsthalle Basel è stata inaugurata Yuri Ancarani. Sculture.
La mostra, che rimarrà aperta fino al 29 aprile è la più ampia mai dedicata al giovane artista ravennate: copre la sua produzione dal 2010 ad oggi, fornendo al un pubblico una panoramica completa della sua poetica e visione artistica. E chiudiamo questa nostra rassegna delle principali mostre che, nel mondo, hanno l’arte italiana come protagonista con Death&Birth la personale di Luisa Rabbia che ha aperto i battenti ieri a New York negli spazi della Peter Blum Gallery.
La mostra, che rimarrà aperta fino al 7 aprile, è il terzo solo show in galleria e rappresenta la conclusione della trilogia Love-Birth-Death composta da tre tele distinte di 274×513 cm. Dei tre “capitoli” di cui si compone questo progetto, Love (2016) è attualmente in mostra alla Collezione Maramotti di reggio Emilia. Tornando a Death&Birth (2017), questo lavoro il ciclo della vita è esplorato come processo di trasformazione invece che come un’esperienza che ha un suo inizio e una sua fine. Un numero infinito di impronte digitali copre la superficie di ciascun dipinto alludendo tanto all’individualità come agli strati di tracce lasciate dall’umanità nel corso del tempo. Entrambe i dipinti riflettono sui concetti di interdipendenza, autonomia, separazione e dissoluzione.