Dopo un 2020 più che positivo, nonostante l’emergenza Covid-19, il dipartimento di Fotografia di Finarte si prepara a battere la sua prima asta del 2021. Tutto pronto, infatti, per la vendita del prossimo 17 marzo quando la casa d’aste milanese metterà all’incanto un catalogo di 240 lotti tra opere di grandi maestri italiani e internazionali con un focus particolare sulle fotografe donne dagli anni ‘50 a oggi.

La prima parte dell’asta è dedicata a quei fotografi italiani che si sono affermati a livello internazionale per la qualità delle loro proposte, come Mario Giacomelli, che da tempo occupa un ruolo significativo nel mondo del collezionismo.
Il fotografo senigalliese, lungo tutto il catalogo è ben rappresentata da 20 lotti che coprono il periodo dagli anni ‘60 agli inizi dei ‘90, tra i quali due tratti dalla bellissima (e attualissima) serie Presa di coscienza sulla natura del 1970-1976 (lotti 38 e 30, stima 2.000-3.000 €).
Tra i fotografi del nostro paese troviamo poi Mimmo Jodice con Atene, volto di donna ateniese (lotto 7, stima 3.000 – 4.000 €) nel quale ritrae la particolarissima espressività di una scultura greca.

L’emiliano Luigi Ghirri è presente, invece, con alcuni dei suoi famosi scatti di città tra i quali Modena, dalla serie “Still Life”, 1979 (lotto 8, stima 4.000 – 6.000 €), poi ancora Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Ugo Mulas, Franco Fontana e Mario Carbone.
Eccezionali gli scatti di Ferdinando Scianna e Franco Grignani dedicati alla sensualità femminile: del primo, grande fotoreporter e giornalista che si dedicò poi alla fotografia di moda, è ilritratto della top model Marpessa a Bagheria del 1987 (lotto 67, stima 800 – 1.200 €), di Grignani invece è la rappresentazione quasi grafica di un volto di una giovane donna in Proiezione del 1955 (lotto 69, stima 2.000 – 3.000 €).

La bellezza delle forme del corpo femminile è rappresentata anche da diversi altri fotografi di stampo internazionale presentati in catalogo, come Lucien Clergue presente, tra gli altri scatti, con Reflets du Nu del 1988 (lotto 92, stima 1.500 -2.000 €) o Joel Peter Witkin del quale è proposto uno scatto raffinato, ma al tempo stesso graffiante del 2003: First Casting for Milo (lotto 112, stima 2.800 – 3.400 €). Ma in catalogo non mancano opere di di Horst P. Horst, Flor Garduño, Nobuyoshi Araki, Helmut Newton e Jan Saudek.
Ma importante, nel catalogo Finarte, è soprattutto la componente femminile che vede numerose fotografe donne proposte in asta, tra le quali Diane Arbus, capostipite di una visione al femminile che scopre un’inquietudine ed emerge qua e là a fare a pezzi quel che resta del sogno americano. Tra gli scatti a suo nome, da non perdere il lotto 204: Lobby of a Building, N.Y.C. del 1966 (stima 5.000 – 7.000 €).

Bellissimi, poi, il nucelo di lotti dedicati a Francesca Woodman (134-137) tra i quali troviamo anche una selezione di autoscatti realizzati poco tempo prima della sua scomparsa: Some disordered interior Geometries del 1981 (lotto 137, stima 8.000 – 10.000 €). Un libro d’artista che rappresenta il suo ultimo lascito prima di togliersi la vita a soli 22 anni.
Realizzato dopo il suo ritorno a New York, è un vero e proprio testamento visivo in cui trovano compimento le ricerche iniziate negli anni romani. Una serie di autoscatti in cui l’artista dialoga con l’ambiente di una stanza e alcuni oggetti. Il volto non compare mai, in un gesto di annullamento dell’identità. Ciò che compaiono di più sono le mani.

Tra i Top Lot assoluti, un’opera unica della seria Women of Allah di Shirin Neshat (lotto 169, stima 8.000 – 10.000 €). Una serie alla quale Neshat si dedica dal 1993 al 1997 e attraverso cui indaga la complessità della dimensione femminile in Iran dopo la rivoluzione islamica.
In un nitido bianco e nero, che diventerà uno dei tratti distintivi della sua ricerca in campo fotografico, Neshat ritrae donne iraniane velate e che spesso imbracciano armi da fuoco.
Le poche porzioni di pelle lasciate scoperte dallo chador – il viso, le mani e, più raramente, i piedi – sono ricoperte da stralci di testi in lingua farsi (ovvero il persiano).
I testi, tratti da libri di scrittrici iraniane, dialogano con l’immagine per renderne più complesso il senso; prosa e poesia sono spesso integrate, e i contenuti variano dai soggetti religiosi a quelli più profani, fino a esplorare le sfere dell’intimità e della sessualità.

Il catalogo presenta anche un’ampia sessione francese con Henri Cartier-Bresson, di cui segnaliamo uno scatto degli anni 1940/1950, England with figures (lotto 186, stima 1.500 – 2.000 €); Marc Riboud con una delle sue fotografie iconiche, Peace March, Washington D.C. del 1967 (lotto 151, stima 1.800 – 2.000 €) e poi Jacques-Henri Lartigue, Robert Doisneau e altri ancora.
Tra i fotografi del mondo orientale, l’asta propone le opere di Issei Suda, Peng Xiangjie e Hiroshi Sugimoto con uno scatto del 2001: Woodland Chapel (Eric Gunnard Asplund) (lotto 205, stima 7.000 – 10.000 €).

In chiusura, i grandi fotografi americani con Ansel Adams, Bill Brandt e Nick Brandt, con uno dei suoi scatti africani: Giraffe Looking out over Plains, Serengeti del 2002 (lotto 173, stima 2.700 – 3.500 €).
Abbiamo poi Robert Mapplethorpe, Gregory Crewdson (lotti 179-180), Steve McCurry e il mondo del cinema e della musica, con John Lennon e Paul McCartney ritratti da David Bailey al lotto 211 (stima 1.500 – 2.000 €) e la sempre iconica Marylin scattata da Weegee (lotto 212, stima 800 – 1.200 €), fino ad arrivare a Bert Stern (lotti 214 e 215).