Rush finale per il mercato italiano delle aste che nelle prossime settimane vedrà in programma alcune degli appuntamenti più importanti del secondo semestre. Tra questi l’asta de Il Ponte, in programma per il 18 e il 19 dicembre in via del Pontaccio a Milano. Delle due tornate previste, la più importante è quella di martedì 18 dicembre alla ore 15.30. In catalogo 104 lotti che attraversano buona parte della storia dell’arte italiana del XX secolo con alcuni cammei di importanti artisti stranieri che danno un bel respiro internazionale a questa vendita sempre molto attesa dal collezionismo non solo italiano.
Scorrendo le pagine del catalogo messo insieme dal dipartimento guidato da Freddy Battino, si apprezza subito una bella selezione di lavori di Mario Sironi, artista mai apprezzato abbastanza dal mercato e ultimamente molto presente in tutte le aste. Tra questi spicca Verso la meta, tavola originale dell’illustrazione pubblicata per ‘Le industrie italiane illustrate’ del 1920 (lotto 9, stima: 15-20.000 euro).
Ma bellissimo è anche il Ritratto del 1930 che troviamo al lotto 10 con una stima di 12-18.000 euro. Un lavoro che appartiene al periodo della sua “crisi espressionista” con la pennellata che si fa più violenta e nervosa, aprendo al non-finito.
Notevole anche la futurista Natura morta con bottiglia e bicchieri di Roberto Marcello Baldessari che ben “illustra” lo stile più maturo dell’artista, in cui la visione cubista e il colorismo dell’arista incontra il dinamismo di Boccioni. Datato 1918, questo piccolo dipinto è proposto al lotto 11 con una valutazione di 12-18.000 euro.
Tra le opere futuriste in asta da citare è anche la scultura di Mino Rosso al lotto 13: Elementi in volo del 1927 (stima: 20-30.000 euro). Opera che precede in catalogo un dipinto del 1928 di Renato Paresce del periodo parigino, valutato 15-25.000 euro – Natura Morta -, e un Senza titolo del 1929 di Cagnaccio di San Pietro chiamato a rappresentare in questa asta quel Realismo Magico che sembra conoscere un nuovo momento d’oro. Ma credo in questa prima parte dell’asta – la più interessante anche in termini di densità di opere degne di attenzione – sia Solitudine, tavola del 1931 a firma di Felice Carena, esposta la prima nella sala dedicata all’artista in occasione XVIII Biennale Internazionale D’Arte di Venezia del 1932 (lotto 16, stima: 15-20.000 euro).
Ma eccoci al primo top lot: un Cristo in ceramica policroma di Lucio Fontana datato 1955-56 e presentato al lotto 17 con una stima di 100-150.000 euro che trova il suo pendant al lotto 101 dove abbiamo Deposizione (stima: 80-100.000 euro). E poi, sempre per rimanere nei dintorni di Fontana, un bellissimo grattage di Mario Deluigi esposto alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1965: G.R. 359 (lotto 35, stima: 15-20.000 euro).
Dieci lotti dopo, al n. 45, abbiamo Linea lunga metri 4,63 di Piero Manzoni, opera del 1959 che l’artista donò a Vincenzo Agnetti (che l’ha anche firmata) e qui proposta con una valutazione di 80-100.000 euro. E sempre di Manzoni, Il Ponte propone Fiato d’Artista del 1960 (lotto 46, stima: 30-40.000 euro); Corpo d’Aria del 1959-60 (lotto 47, stima: 10-25.000 euro) e due delle sue impronte. Il tutto per una piccola “personale” dedicata all’artista di Soncino; il più interessante dei tre focus presenti in questa asta (i primi due dono dedicati a Calderara e Scanavino).
Si arriva così al vero capolavoro di questa asta: Pericle, olio su tela del 1925 di Giorgio De Chirico proveniente da una collezione privata di Montecarlo e la cui stima è svelata solo su richiesta. Sicuramente il lavoro più importante di De Chirico mai apparso sul nostro mercato negli ultimi anni. Pericle è un personaggio centrale della nuova metafisica dechirichiana. Tra il 1925 e il 1926 De Chirico dedica a questa figura carismatica della storia greca quattro quadri e due passi letterari. Quello in asta è forse il più enigmatico dei quattro e fu acquistato nel 1927 da Léonce Rosenberg, per passare poi a Valentine Dudensing in società con Pierre Matisse nel 1928 e ricomparire sul marcato negli anni ’70 alla Galleria Levi di Milano.
Tra i lotti più interessanti di questa asta abbiamo poi un bel lavoro di Irma Blank: Schriftzug=Atemzug del 1990 (lotto 87, stima: 15-25.000 euro) e Sein und Zeit del 1999 di Dadamaino (lotto 88, stima: 30-40.000 euro). Oltre ad un lavoro del 1954 di Mario Nigro: Elementi astratti (lotto 92, stima: 12-18.000 euro) che porta ad un’altra delle opere più preziose in catalogo: un Senza titolo del 1961-63 di Cy Towmbly, opera proveniente da un’importante collezione italiana e che guadagna anche la copertina del catalogo (lotto 95, stima: 200-300.000 euro).
Prima di lasciarci diamo, però, uno sguardo anche alla sessione di mercoledì 19 dicembre, sempre alle 15.30. Qui i lotti in catalogo sono 187 tra i quali mi piace, seppur rapidamente, segnalarvi un bel lavoro di Dino Buzzati al lotto 118 (La via, stima: 5-7000 euro) e una piccola ma preziosa Natura morta del 1938 di Filippo De Pisis (lotto 120, stima: 6-7.000 euro) di cui abbiamo anche, al lotto 175, un bel Cavaliere del 1929 (stima: 8-12.000 euro) che merita tutta la vostra attenzione come il pastello di Magritte al lotto 165 (stima: 2.500-3.500).