Mentre a New York sono in corso alcune delle aste più importanti del semestre, anche le nostre principali case d’asta stanno pubblicando i loro cataloghi di arte moderna e contemporanea per le vendite di fine mese. Iniziamo allora a guardarli con attenzione, partendo dalla selezione messa insieme da Il Ponte per i suoi due appuntamenti del 24 e 25 maggio, per un totale di 409 lotti.
Delle due aste in programma in Via del Pontaccio, la più importante è certamente quella del 24 maggio alle ore 15. 116 le opere in catalogo, caratterizzate da una qualità decisamente notevole e percepibile fin dai primissimi lotti dove, all’interno di un bel nucleo di lavori futuristi, spiccano le tele di Fortunato Depero – Civette e pappagalli del 1917 (lotto 7, valutazione – 20-30.000 €) – ed Enrico Prampolini: Sottobosco del 1913 (lotto 9, valutazione 30-50.000 €). Ma attenzione la merita anche la pregevole carta di Adolo Wildt: Ladro d’anime, inchiostro e oro su carta lucida (lotto 3, valutazione 12-15.000 €).
Tanti i grandi nomi dell’arte italiana che si incontrano tra le pagine di questo catalogo, da Marino Marini a Sironi, passando per Morandi, De Pisis, De Chirico dei quali vengono proposti lavori di buona fattura. E’ il caso, ad esempio, di Cagnaccio di San Pietro, presente al lotto 20 con la tavola Leggendo del 1926, valutata 10-15.000 €.
Pregiate, oltre che numerose, le opere su carta prosposte in asta dal Ponte, secondo un trend di mercato (e di interesse collezionistico) ormai consolidato da tempo e che permette di acquistare lavori di qualità a firma di artisti altrimenti inarrivabili se non si hanno budget elevati.
Al lotto 31 troviamo, ad esempio, un delicato lavoro di Joan Mirò, Senza titolo VII (1973), realizzato a carboncino, guache e matita (valutazione: 8-12.000 €). Ma in catalogo ci sono opere di Wilfredo Lam, Asger Jorn, Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana, Mario Schifano – degno di nota il suo N.2 del 1960 al lotto 111 (valutazione, 10-15.000 €) -, Alighiero Boetti e tanti altri.
L’altro medium a cui l’asta del Ponte riserva, come da tradizione, una certa attenzione è la scultura. E’ in questo ambito che troviamo, peraltro, le opere più preziose. A partire dal lotto 30 dove abbiamo l’eterea Ombre vaganti (1975) di Fausto Melotti che, giustamente, si è guadagnata anche la copertina del catalogo e proposta con una valutazione di 80-120.000 €. E sempre di Melotti abbiamo, al lotto 101, Arte del contrappunto plastico n.1 (valutazione 100-150.000 €).
Tra opere plastiche di Igor Mitoraj, Niki de Saint Phalle – delizioso il suo Poisson vase del 1992 (lotto 54, valutazione 8-10.000 €) – Arnaldo Pomodoro e Andrea Cascella spicca, inoltre, Lucio Fontana con un “monumentale” Concetto spaziale, Natura in bronzo del 1959-60 (lotto 75, valutazione 500-700.000 €) e una Crocifissione del 1954, che chiude l’asta al lotto 116 con una valutazione di 100-150.000 euro.
All’interno del catalogo del 24 maggio attirano poi l’attenzione un notevole Senza titolo (1953) di Mark Tobey al lotto 76 (valutazione: 100-120.000 €) e Spiaggia d’estate, olio di Carlo Mattioli del 1972 appartenente alla serie della Spiagge della Versilia (1970-72) che segna il rinnovamento della sua poetica nel corso degli anni Settanta. Degno di nota anche Gli anonimi compagni interstiziali, smalto sul prexiglass del 1965 di Gianfranco Baruchello (lotto 109, valutazione: 10-15.000 €).
Sempre la carta è protagonista anche nell’asta del 25 maggio dove mi piace segnalare un trittico di lavori, tutti del 1959, decisamente interessanti: un Senza titolo di Piero Manzoni (lotto 249, valutazione: 2.500-3.500 €); Disegno di fumo di Otto Piene (lotto 250, valutazione: 2.500-3.500 €) e un Senza titolo di Heinz Mack (lotto 251, valutazione 1.000-1.500 €).
Verso la fine della seconda sessione, passati alcuni apprezzabili lavori di Lucio Del Pezzo, incontriamo, infine, un Paesaggio (1962) a matita di Giorgio Morandi (lotto 318, valutazione 1.500-2.000 €), seguito da tre matite di Osvaldo Licini (lotti 319-320) e poi carte di artisti come Lucio Fontana, Fausto Melotti, Jean Fautrier, Roberto Matta, Franco Angeli, Mario Schifano o Piero Dorazio di cui colpisce, in particolare, il Senza titolo (1958) al lotto 402 per il suo colore cupo, intenso, che ci induce a scavare con la mente oltre la superficie, alla ricerca di una luce che emerge flebile dallo sfondo.