Apre questo venerdì in via dello Zerbino 10 a Genova l’esposizione dei lotti della prossima asta di Arte Moderna e contemporanea della Casa d’Aste Boetto, di cui è attualmente in mostra una selezione a Milano al n. 48 di Foro Bonaparte. L’asta, che sarà battuta il 25 ottobre prossimo, propone una selezione di 368 lotti che si apre con la sezione Fluxus Island: interessante nucleo di 37 opere – tra pezzi storici e lavori più recenti – appartenenti ad alcuni dei principali esponenti del movimento artistico internazionale Fluxus, costituitosi ufficialmente nel 1961, ma di fatto già operante alla fine degli anni Cinquanta. Tra queste anche Flux Deck (lotto 21, stima: 1.200-1.400 €), l’ultimo multiplo progettato da George Maciunas e pubblicato, dopo la sua morte, da Re-Flux nel 1988. Maciunas, è bene ricordarlo, è stato il fondatore di Fluxus ed è alle sue posizioni intellettuali che si ispiravano gli aderenti al movimento.
Maciunas, infatti, partendo dalla convinzione che l’arte dovesse essere semplice, divertente e coinvolgere cose insignificanti senza richiedere alcuna abilità particolare, mirava alla fondazione di un’arte totale: fusione di musica, teatro, letteratura, arte, mescolati in una serie di happening coinvolgenti per gli autori e per il pubblico. E questa è proprio la comune aspirazione degli artisti di Fluxus, i quali volevano superare la tradizionale divisione dei domini dell’estetica mediante uno sconfinamento radicale dell’operare artistico nel ‘flusso’ della vita quotidiana, e la conseguente rivalutazione degli atti e dei gesti più elementari e gratuiti, di cui si rivendica l’intrinseca artisticità. Tra i membri del movimento: Ben Patterson, Robert Filliou, Serge III, Philip Corner, John Cage, Joseph Beuys, Daniel Spoerri, Giuseppe Chiari e Yoko Ono, tanto per citare alcuni dei nomi presenti nella selezione inserita in catalogo dalla Casa d’Aste Boetto e guidata da un’importante installazione di Nam June Paik che già dal 1958 partecipa alle manifestazioni Fluxus: Tv Frogs (1979-1995) recentemente esposta anche alla Fondazione Remotti in occasione della mostra The future is now (2014) dedicata all’artista di origini sudcoreane, grande innovatore e soprattutto inventore di quella che oggi è la videoarte. L’opera, presentata al lotto 37 ha una stima in catalogo di 40-45.000 €.
A questa particolarissima sessione, segue la parte dedicata all’arte italiana (By Italy) che offre una selezione di 155 opere che ci guidano tra “vecchi” e nuovi trend del mercato. Si va da Alighiero Boetti, presente con 5 opere – tra le quali Formazione di forme (Territori occupati da Israele) del 1967 presentata al lotto 150 con una stima di 80-90.000 euro – a Enrico Castellani o Lucio Fontana, il cui Concetto Spaziale, Ellisse del 1967 è stato scelto anche per la copertina del catalogo (lotto 192, stima: 350-400.000 €). Fino ad arrivare alla Pop Art e a Emilio Isgrò, presente in catalogo con une due importanti opere tra le quali Renaato del 1972 (lotto 88, stima: 25-30.000 €). Senza dimenticare la Pittura Analitica, l’Arte Cinetica o i reticoli di Piero Dorazio di cui citiamo Ex Tempore VI – olio su tela del 1963 presentato in catalogo a 35-40.000 €.
Interessante anche il Senza titolo di Bruno Munari presentato al lotto 47 (stima: 10-11.500 €) e proveniente dalla Collezione di Marco Meneguzzo. Questo lavoro, datato 1994, appartiene ad una delle serie più note di Munari: quella dei Negativi-Positivi che l’artista inizia a realizzare tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta. A tal proposito, per quanto riguarda il lotto in catalogo, credo si debbano spendere due parole sulla datazione: 1994. E’ bene sapere, infatti, che tanti dei negativi-positivi di Munari sono rimasti per lungo tempo solo dei disegni preparatori e questo per un motivo molto semplice: l’artista non aveva abbastanza committenti per realizzare tutti i negativi-positivi abbozzati durante le sue ricerche visive. Per questo, molto spesso, i dipinti di questa serie immessi sul mercato riportano una doppia datazione – necessaria ad indicare l’anno della progettazione e l’anno della effettiva realizzazione – o, come nel caso dell’opera proveniente dalla Collezione Meneguzzo, sono stati realizzati negli anni ’80 e ’90 quando cresce l’interesse di galleristi e collezionisti per l’opera di Munari.
Un altro artista presente in catalogo e che crediamo meriti attenzione è Gianfranco Baruchello, inserito ai lotti 50 e 51 con Disavventure di Tarquinio Prisco (1979), ma soprattutto con il 3D Re-ecrire Joyce del 1982 (lotto 51, stima: 18-20.000 €), già esposto alla galleria di Arturo Schwarz di Milano e proveniente dalla Collezione Carena di Roma.
Un’altra chicca del catalogo Boetto è poi 9776 punti (Struttura vibratoria) di Franco Bemporad. Datato 1973, questo lavoro – presente al lotto 49 con una stima di 11-13.000 € – è uno dei primi esempi del nuovo ciclo pittorico basato sulle sequenze puntiniste che l’artista inizia proprio in quell’anno e che presenterà, per la prima volta, nel 1974 nella sua personale al Salone Annunciata di Milano dove fu esposto anche il lavoro adesso in asta, proveniente dalla milanese Collezione Grossetti.
Scorrendo il catalogo, si incontrano poi una serie di lavori storici di Rodolfo Aricò, Pino Pinelli, Emilio Scanavino e Giorgio Griffa – molto bello il suo Orizzontale del 1975 (lotto 66, stima: 24-30.000 €) – fino ad arrivare alla selezione di opere a firma degli artisti dalla Scuola di Piazza del Popolo tra le quali spicca certamente il lotto 185: Mario Schifano, Schifano 62 Propaganda, del 1975-76 presentato con una stima di 80-90.000 €. Ma in catalogo si trovano opere di Renato Mambor, Tano Festa e Franco Angeli.
Infine, un rapido accenno alla sezione internazionale (Worldwide) dell’asta che presenta un’opera importante di George Condo del 1991 – Who am I, where am I and who are they (lotto 203, stima: 45.000/50.000) – e lavori interessanti di Hsiao Chin, Hermann Nitsch, Hans Hartung, Jean Dubuffet e Max Bill . Mentre per la parte relativa alla fotografia (lotti 226-271) l’invito è a guardare con attenzione ai lavori di Franco Fontana, Luigi Veronesi e Luigi Ghirri.