II parte

Come anticipato nella prima parte dell’articolo dedicato a questo argomento, i marketplace funzionano un po’ come le gallerie tradizionali, ossia sono delle ‘vetrine’ per la vendita e la promozione delle opere degli artisti (anche se la maggior parte si focalizza maggiormente sulla vendita). 

Passando attraverso queste piattaforme l’artista ha maggiore possibilità di raggiungere un pubblico più ampio e di conseguenza di vendere la propria arte; altrimenti può autopromuoversi tramite una campagna marketing autonoma, sfruttando soprattutto i social media, e risparmiando così i costi di intermediazione. 

Oltre alla visibilità e appetibilità sul mercato, un altro importante vantaggio che i marketplace offrono agli artisti è relativo al processo di creazione (minting) e vendita degli NFT, questo infatti è semplificato e reso accessibile anche per coloro che non sono dotati di particolari competenze informatiche.

Tutte le piattaforme sono accomunate da un insieme di passaggi da seguire per arrivare all’apertura del proprio wallet e del proprio account, necessari per poter iniziare a creare il proprio NFT e successivamente procedere con le operazioni di vendita o acquisto. I

 marketplace impongono alcuni vincoli all’utente: i file caricati non devono superare una dimensione massima prefissata, occorre inserire una serie di informazioni richieste collegate al proprio NFT e molto spesso l’artista è tenuto a pagare delle commissioni per l’esecuzione delle operazioni online (anche se sempre di più esistono alternative a costi bassissimi o completamente gratuite). 

Tendenzialmente le exchange platforms hanno un’impostazione, a livello grafico-estetico, che riprende quella dei social media: molte prediligono lasciare più spazio possibile alle immagini, ogni creatore ha poi una propria pagina-profilo di solito corredata da una breve bio, subito sotto il nome, con i dati relativi alla sua produzione artistica. 

Sempre nella pagina dell’artista ci sono le immagini delle opere realizzate, ognuna delle quali è corredata da una serie di informazioni: titolo, prezzo, breve descrizione dell’opera, è tracciata tutta la storia dei passaggi di proprietà (con data, ora e nome del possessore relativo), se l’opera è messa in vendita tramite asta è possibile vedere tutte le offerte presentate con il nome dell’offerente; è inoltre possibile aggiungere un’opera ai preferiti o seguire il profilo dell’artista. È tutto perfettamente visibile, registrato e tracciato.

Nell’ultimo anno gli NFT si sono evoluti da strumento di marketing a mezzo per creare nuove modalità di acquisizione della clientela e nuovi modelli di business, applicabili anche al mondo dell’arte.

A gennaio 2023 Bitcoin ha rilasciato un nuovo protocollo, Ordinal NFT, che permette di creare NFT sulla rete Bitcoin. Rispetto alle versioni precedenti, gli NFT Ordinals contengono per intero il file dell’opera che rappresentano. Questo garantisce che l’opera d’arte sia basata interamente su Blockchain e non possa essere modificata senza lasciare traccia.

Tra gli esempi di nuove applicazioni degli NFT c’è Amazon che ha lanciato un proprio marketplace per la vendita di NFT, acquistabili tramite carta di credito e account Amazon. Gli NFT sono collegati ad un oggetto reale e permettono di estenderne la portata sulle piattaforme digitali oltre che garantire la proprietà dell’oggetto fisico.

Esistono diversi servizi simili offerti da altre piattaforme di e-commerce, come E-bay, che dal 2022 permette agli artisti di vendere le proprie opere digitali e condividere royalties e guadagni con altri creator.

Altre aziende, come Netflix, utilizzano gli NFT come mezzo di valorizzazione e ingaggio del pubblico rispetto a prodotti culturali. Il colosso americano ha infatti creato una collezione NFT, costituita da immagini speciali in edizione limitata, legata al lancio della serie Love, Death + Robots. Questi NFT potevano essere ottenuti tramite Qr code in una sorta di “caccia al tesoro” nel mondo reale, garantendo ai possessori l’accesso in anteprima alle puntate della serie e rafforzando sia il valore dell’opera sia la fidelizzazione del suo pubblico.

Anche Rakuten ha introdotto la propria piattaforma per la compravendita di NFT, dove mette a disposizione materiale artistico raro (come illustrazioni, video, manufatti artistici e simili) sotto forma di asset digitali. L’obiettivo è migliorare la visibilità, l’esperienza utente e l’attrattiva commerciale delle opere.

Infine, Spotify ha avviato un progetto sperimentale in vari Paesi tra cui USA, Germania, Australia e Nuova Zelanda). Questo progetto consente ai titolari di specifici NFT di accedere a playlist e contenuti esclusivi curati dagli artisti che seguono.