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Libri: Catastrofi d’Arte (Johan & Levi)

del

Se state leggendo questa recensione siete sicuramente dei grandi appassionati di arte contemporanea. E probabilmente, come me, avete amici e/o parenti che ogni tanto vi chiedono perché “l’orinatoio” di Duchamp è considerato alla stregua di un’opera d’arte o perché le “Brillo Boxes” di Andy Warhol vengono esposte nei musei (a proposito, potremmo vederle in mostra a Milano nel 2020). Per sciogliere i dubbi di parenti e amici e dare una risposta alle loro domande potete omaggiarli del libro di Luigi Bonfante “Catastrofi d’arte” edito da Johan & Levi.

Prima di regalarlo, però, il consiglio che vi do è di leggerlo e poi di passarlo ai vostri amici. Fate subito attenzione al titolo perché potrebbe trarre in inganno. Sembra, infatti, dare ragione ai denigratori dell’arte contemporanea, invece, introduce un concetto molto interessante.

Ispirandosi ad una nota teoria matematica vengono definite catastrofi quelle opere d’arte che dal loro apparire hanno determinato una vera e propria trasformazione, inaugurando nuovi paradigmi, nella concezione di cosa sia o passiamo considerare arte e di chi siano gli artisti.

Se è vero che per molte opere, figlie delle avanguardie e non solo, possiamo affermare che dopo un iniziale rifiuto sono riuscite pian piano a farsi accettare nella storia dell’arte, anche perché c’è stato un cambiamento del “gusto”, per alcune opere non solo non è possibile un giudizio estetico –  chi potrebbe esclamare “bello!!!” davanti ad un orinatoio? oppure  “che meraviglia!!!” mentre si osserva il disegno di De Kooning cancellato con una quarantina di gomme da Robert Rauschenberg – ma anche il riconoscimento artistico rimane controverso.

Gli artisti e le relative “catastrofi” sono sette: Kasimir Malevic e il Quadrato nero (1915), Duchamp e la Fountain (1917), John Cage e la composizione 4’33’’ (1952), Robert Rauschenberg e l’opera “Erased de Kooning Drawing”(1953), Yves Klein e “Le Vide” (1958), Piero Manzoni e “Le socle du monde” (1961) e per finire Andy Warhol e le “Brillo Boxes” (1964).

Mettiamo subito in chiaro che questo non è un libro di storia, anche se Luigi Bonfante narra con rara arte divulgativa il contesto storico, sociale e culturale in cui hanno agito gli artisti scelti e vengono svelate con aneddoti interessanti le genesi delle opere succitate e di altre poi diventate “iconiche” degli stessi artisti.

L’importanza delle opere scelte da Bonfante, citando Benjamin, è data dal fatto che sono state ritenute  profetiche quando sono apparse, certo non da tutti, o perché come tali sono state riconosciute dal sistema dell’arte. E se per alcuni rappresentano il seme da cui si è originato il paradigma contemporaneo per altri queste opere sono proprio l’inizio della degenerazione dell’arte che dall’orinatoio, passando per le scatole di Warhol arriva ai nostri giorni. La riflessione sul contemporaneo, nelle conclusioni, dà all’autore la possibilità di soffermarsi sui suoi riferimenti svelando passione per la teoria e ci aiuta anche a dare delle risposte a quelle famose domande che attanagliano molti dei nostri amici e/o parenti di cui parlavo all’inizio.

“L’arte del nostro tempo sembra essere avvolta da un persistente velo di ambiguità” scrive nella parte finale l’autore “(..) di fronte all’arte contemporanea una parte del grande pubblico e della critica vede solo (…) il bluff, l’operazione di marketing, il puro feticismo, la merce elitaria per un sistema che crea valori fittizi per assecondare interessi realissimi; un’altra parte vede solo (…) un’arte straordinariamente inventiva, paradossale, sconvolgente, ricca di significati”.

Viene da chiedersi come possiamo, anche oggi, riconoscere le opere d’arte, soprattutto quelle che stanno determinando i futuri cambi di paradigma e quelle di cui ci vanteremo di aver colto l’anima profetica. Nonostante i mercanti d’aura e mettendo da parte i prezzi record con cui alcuni artisti guadagnano le prime pagine dei quotidiani o i titoli dei telegiornali, l’autore si augura una diffusione di competenza e passione teorica perché “prima di essere merci di lusso (o aspiranti tali), le più valide opere d’arte contemporanee sono strani, complicati grovigli di metafore incarnate. Provando a dipanarli, noi li mettiamo in contatto con il mondo”.   Soprattutto per questo motivi bisognerebbe leggere questo libro e poi regalarlo.

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Titolo: Catastrofi d’arte. Storie di opere che hanno diviso il Novecento

Autore: Luigi Bonfante

Editore: Johan & Levi Editore

Nr. Pagine: 184

Illustrazioni: 15 bn

Data: 2019

Prezzo di copertina: 18,00 €

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Salvatore Ditaranto
Salvatore Ditaranto
Salvatore Ditaranto si occupa di marketing, contenuti e palinsesti televisivi in Rcs. È appassionato di arte, di editoria e di Milano.
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