Istituti di credito e compagnie di assicurazioni sono stati i primi a credere nell’investimento in arte sono e ancora oggi godono di alcune tra le più preziose e grandi raccolte d’arte al mondo. Dopo aver visto alcuni dei casi d'eccellenza nel settore bancario, passiamo oggi in rassegna due case history del settore assicurativo.
Dopo avervi presentato la mappatura delle corporate collection nel mondo, vi presentiamo una panoramica di case history di successo di aziende, nazionali e internazionali, accomunate dalla scelta di collezionare opere d’arte, al fine di comprendere meglio le dimensioni e le diverse forme che il fenomeno ha assunto. Iniziamo da istituti di credito e le compagnie di assicurazioni che per primi hanno creduto nell'investimento in arte.
Giorgo Fasol è un'istituzione, non solo perché ha fatto della sua collezione un'associazione per la promozione dell'arte contemporanea, ma proprio per il suo concetto di contemporaneo in senso stretto, strettissimo. Ecco quello che mi ha raccontato per voi lettori.
Cari amici del contemporaneo, oggi vi racconto di un imprenditore lungimirante e collezionista d'arte contemporanea che ha saputo innestare la propria passione nel percorso di crescita aziendale, condividendo così l'arte e la bellezza con tutti i suoi collaboratori. Ecco una storia che sposa arte e innovazione. La storia di Bruno Paneghini.
"Parola di Collezionista" questo mese ci porta a casa di Giancarlo Zilio che molti di voi, probabilmente, conoscono come fondatore di RossovermiglioArte. Ma quanti sanno che lui è innanzitutto un collezionista? In questa intervista ci siamo fatti raccontare bene come tutto è nato e cresciuto.
«Già durante gli anni di studio (di fotografia) a Londra, nei primi ’80, vivevo con disagio l’assenza della fotografia italiana sulla scena internazionale: nessun nome italiano nelle aste, nessuno studio di rilievo, nessuna mostra, nulla...» Inizia così il racconto di Donata Pizzi, collezionista di fotografia italiana al femminile, protagonista della puntata di marzo di "Parola di Collezionista".
Elica, oltre ad essere una bellissima storia italiana di successo, è stata una delle prime imprese del nostro Paese a capire il grande potenziale dell’arte contemporanea in azienda. E quella che vi raccontiamo oggi insieme a Francesco Casoli è proprio la storia di questa intuizione e di come l’arte sia stata uno degli ingredienti di un successo globale.
Iniziamo oggi, con il collezionista aretino Saverio Peruzzi, che da 13 anni colleziona arte contemporanea africana, uno speciale focus su quello che è uno dei trend più attuali del collezionismo internazionale e del mercato dell'arte. Ma soprattutto un fenomeno da cui passa tutto il desiderio di riscossa di un continente.
In quel di Prato esiste un esempio di collezionismo attivissimo che negli ultimi anni si sta dando molto da fare nella diffusione del contemporaneo. Conoscete di certo il suo promotore: è l'irrefrenabile Carlo Palli, che vive dentro al sistema arte da cinquant'anni. Gli ho fatto qualche domanda per capire le origini della sua storia. Curiosi di conoscere le risposte?
Nata nel 1945 a Treviso, F/ART è leader internazionale nell'ambito della produzione di trasformatori per lampade al neon. Da sempre legata al mondo dell'arte, nel 2017 ha lanciato un nuovo progetto per offrire una serie di servizi dedicati al supporto tecnico e assistenza alla realizzazione di Pezzi Unici, Multipli d’Arte e Serie Limitate di Design di Artisti e Designers, affermati o emergenti e nel futuro sogna di creare in futuro una Fondazione per collezionare opere a neon, vintage o moderne.
Il momento del trasferimento generazionale rappresenta una fase piuttosto delicata, in quanto viene trasmesso un patrimonio costruito in diverse generazioni, con il rischio di esporsi a fenomeni impositivi potenzialmente rilevanti.
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