Tutti coloro che amano l’arte, prima o poi, sognano di possedere un’opera d’arte originale. Tra il sogno e l’atto materiale dell’acquisto, però, ci sono almeno due ostacoli da superare, in particolare se si parla di arte contemporanea: il prezzo e una presunta incapacità di comprendere il linguaggio artistico di oggi. Con questo post, vorrei tentare di sfatare qualche “mito” e di dare alcuni consigli pratici a tutti coloro che, magari girellando per le fiere torinesi, sentano scattare dentro la voglia di mettersi in casa un’opera d’arte.
Iniziamo con il prezzo. Abbagliati dai record d’asta riportati dai quotidiani e dalle riviste di settore, spesso si ha la percezione di un’arte contemporanea economicamente inaccessibile. In realtà quei record rappresentano solo lo 0,2% del mercato, mentre un abbondante 80% delle transazioni d’arte avviene sotto i 5000 euro (spesso sotto i 3000). Diversamente da quanto saremmo tentati di pensare, d’altronde, il valore economico non fa la qualità artistica di un’opera!
Chiarito questo aspetto, quando si decide di comprare un’opera d’arte, un passaggio fondamentale è stabilire quanto ci si può permettere di spendere, così da capire cosa possiamo acquistare. Spesso, infatti, allo stesso prezzo, sul mercato si possono trovare varie tipologie di opere: dipinti, fotografie in [glossary_exclude]edizione[/glossary_exclude] limitata o sculture. E questo, in primo luogo, se si punta sugli artisti emergenti. Ossia su quegli artisti che, indipendentemente dall’età, stanno iniziando a farsi notare: il loro nome gira tra gli addetti ai lavori, se ne parla, si comincia a scriverne sulle riviste di settore e, in prospettiva futura, sembrano promettere bene. E’ partendo da loro che molti nuovi collezionisti iniziano la propria carriera e, questo, per un motivo molto semplice: orientarsi verso l’arte [glossary_exclude]emergente[/glossary_exclude] permette di acquistare delle opere di qualità ad un prezzo ragionevole.
Come valutarlo? La cosa non è semplice, ma sicuramente vi può essere d’aiuto dare un’occhiata al curriculum dell’artista che vi interessa. Non tanto perché il curriculum possa (o debba) influire sul vostro giudizio ma, visto che il valore economico (e sottolineo economico) di un’opera è influenzato pesantemente dalla reputazione dell’artista, è bene sapere chi è l’autore che si ha davanti, che mostre ha fatto, quali premi ha vinto e, soprattutto, chi ha scritto di lui. Oltre a questo vi può essere d’aiuto sapere che il segmento di mercato in cui “navigano” gli artisti emergenti oscilla, dal punto di vista dei prezzi, tra i 3000 e i 15mila euro, anche se, specialmente in Italia, si possono trovare ottimi lavori anche a poco più di 1000 euro. Tutto dipende dal curriculum, come detto, ma anche dalle dimensioni dell’opera, dai materiali utilizzati, dal tempo impiegato per la realizzazione e così via. Insomma, da tutta una serie di fattori che potete anche chiedere al gallerista di spiegarvi, in particolare se vi sembra che il prezzo proposto sia esoso rispetto alla carriera dell’artista: con tutto il rispetto per quest’ultimo, d’altronde, un artista [glossary_exclude]emergente[/glossary_exclude] deve avere un prezzo da [glossary_exclude]emergente[/glossary_exclude]!
Comunque sia, nel caso in cui il lavoro su cui avete messo gli occhi non rientri nel vostro budget non disperate. Oggi gli artisti lavorano su una pluralità di medium, con fasce di prezzo ben diverse tra di loro, e questo vi può aprire possibilità non valutate inizialmente. Ad esempio l’acquisto di una sua opera grafica o di un disegno invece che di un dipinto. L’importante è chiedere: se il gallerista sa fare il suo mestiere vi risponderà.
Il prezzo, però, è solo una delle barriere che solitamente ci bloccano davanti all’acquisto d’arte. Un’altra, e forse la più importante, è di natura culturale: la maggior parte delle persone si trova in difficoltà davanti all’arte contemporanea, quasi a disagio, e il giudizio generalizzato è di un’arte di difficile comprensione. Quando, addirittura, non ne viene negato lo status di arte. Si tratta, però, di un giudizio estremamente superficiale. Se è certamente vero che in alcune sue manifestazioni più “radicali” l’arte contemporanea non è per tutti, è anche vero che, esclusi alcuni estremi, oggi, il mondo dell’arte ha aperto le porte alle più svariate forme di espressione per cui dire che si “ha difficoltà a comprendere l’arte contemporanea” è vero fino ad un certo punto. Si tratta, semmai, di trovare il genere che più è in linea con il nostro gusto. E il modo migliore per farlo è girare, guardare, allenare l’occhio e fare tante, tante domande. Proprio come fate quando volete comprare un nuovo telefono cellulare o un nuovo pc. Diciamo la verità: quei poveri addetti alla vendita li tartassiamo con le domande più assurde… Ecco, la stessa cosa va fatta con il gallerista o il mercante che segue l’artista che vi ha colpito. In particolare se questo è un artista [glossary_exclude]emergente[/glossary_exclude], per cui le informazioni su di lui sono di più difficile reperimento.
Lo so, le gallerie d’arte, spesso, mettono in soggezione, ma i galleristi sanno bene che il loro mondo è caratterizzato da quella che, in gergo, si chiama asimmetria informativa: ossia che molto spesso le informazioni sono totalmente in possesso loro e dell’artista e solo in minima parte del potenziale acquirente. E’ quindi nel loro interesse rispondere e darvi tutte le indicazioni che vi possono convincere all’acquisto. Quindi, nessuna paura e chiedete tranquillamente: “Chi è questo artista? Mi può dire qualcosa sul suo lavoro?”
Per quante domande potrete fare al gallerista, però, le risposte fondamentali, quelle che vi condurranno o meno all’acquisto, solo voi potete darvele. L’acquisto d’arte, come quello di qualunque altro bene “importante”, deve essere fatto con il cuore. Potremmo dire che l’opera da acquistare è quella che vi fa innamorare di lei. Un po’ come accade quando si cerca casa: magari avete visto decine di appartamenti tutti simili, ma solo uno vi conquista, per una serie di motivi che, molto spesso, è difficile spiegare. Qui di seguito trovate alcune semplici domande che dovete porvi per capire il perché di questo improvviso colpo di fulmine:
- Come mi fa sentire quest’opera?
- Perché mi piace così tanto? Per i colori, la forma, il soggetto?
- Oppure è solo il desiderio di comprarla che mi eccita?
- Mi fa guardare al mondo da una prospettiva differente?
- Ho già in mente un posto dove collocarla?
Vi potranno sembrare delle domande banali (e in effetti lo sono), ma rispondendo a questi semplici interrogativi capirete se l’opera davanti a voi è la “vostra opera” o no. Da Duchamp in poi, d’altronde, ognuno di noi è parte attiva nel completare un’opera d’arte: l’artista vi offre uno spunto e un suo punto di vista, il resto sta a voi. E se l’argomento della “conversazione” vi interessa… perché non continuarla in privato?
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