Se ne parla un po’ meno, specialmente dopo il tramonto delle celebri Italian Sales, ma l’arte italiana (dal XX secolo ai giorni nostri) continua ad attrarre ammiratori in tutto il mondo. Ne è una conferma la presenza di nostri artisti nei palinsesti delle principali gallerie di tutto il mondo e negli spazi istituzionali.
A Parigi, il veneziano Renato D’Agostin è protagonita negli spazi della galleria Bigaignon con la mostra Veni Etiam in cui svela un nuovo corpus di opere che si concentra sugli elementi fondanti della Serenissima, l’acqua e il legno, in un’installazione unica e potente fatta di stampe alla gelatina d’argento di grande formato, scultura, videoinstallazione e impronte in legno su carta.
Sempre a Parigi troviamo anche Salvatore Arancio con We Have Always Been Here, allestita nella project room della galleria Semiose e che raccoglie i frutti di una sua recentissima residenza in Salento, a Cutrofiano (Lecce), dove ha trascorso del tempo con i ceramisti locali in uno scambio personale e tecnico che ha portato alla creazione di cinque sculture.
Rimanendo nella capitale fracese, Arcangelo Sassolino è alla Galleria Continua con Forme et Temps in cui il visitatore si ritrova circondato dalle opere in mostra, qui raccolte per la prima volta nel nuovo spazio parigino della galleria in un dialogo inedito, confrontandosi con disagio e imprevedibilità. I materiali industriali o gli oggetti di uso quotidiano, che presi singolarmente non presenterebbero alcun pericolo, sono sottoposti a forze sapientemente calibrate dall’artista, diventando fonte di imprevedibilità e interrogazione.
A dodici anni dall’ultima retrospettiva dedicata all’opera di Mario Ceroli, Tornabuoni Art Paris presenta una mostra dedicata a questo grande artista del panorama artistico romano. La mostra esplora due temi centrali nell’opera dell’artista: la natura e l’antichità greco-romana.
Dal 10 settembre, al Kunst Museum Winterthur, in Svizzera, troviamo invece Monica Bonvicini con Hurricanes and Other Catastrophes. La mostra si concentra su un aspetto centrale del suo lavoro: il disegno. Dalla metà degli anni ’80 Bonvicini ha prodotto una vasta opera di disegni: schizzi, piani e progetti per opere scultoree, nonché disegni autonomi di grande formato come l’imponente serie Hurricanes and Other Catastrophes. Al Kunst Museum Winterthur questi disegni saranno presentati in dialogo con opere scultoree esistenti e nuove sculture in cemento.
Spostandoci in Belgio, a Bruxelles, terra d’adozione di molte nostre gallerie, si intitola Break la mostra che la Montoro 12 Gallery dedica a Serena Fineschi e Loredana Longo. La mostra è composta da una trentina di opere – molte realizzate appositamente per questo progetto – ed è distribuita su entrambi i piani della galleria.
Mentre dal 16 settembre Gianni Caravaggio approda a Berlino, presso Marie10 – progetto artistico temporaneo non commerciale avviato e curato da Kira Marina von Bismarck, Julian Heynen, Jörg Johnen e Brigitte Kölle – con Only the Heart Remains Young.
Sempre a Berlino, la Rolando Anselmi Galerie ospiterà a breve The Window Project, del siciliano Gianni Di Rosa e Moris’s (Israel Meza Moreno) nella sede di Berlino, ideato e creato come un nuovo format espositivo visibile dalla strada. Le opere dei due
artisti metteranno insieme diverse prospettive attorno al medium pittorico, affrontando rappresentazione, azione sociale e soggettiva, questioni urbane e collettive.
Leonardo, Guercino, Preti, Procaccini e Giambattista Tiepolo sono, invece, tra i protagonisti della bellissima mostra Works on Paper: 1800 – 1950 da Colnaghi a Londra dove, a breve (dal 14 settembre), sarà possibile anche ammirare l’opera di Ketty La Rocca alla Amanda Wilkinson Gallery.
Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, invece, nella sede di New York di Robilant+Voena aprirà una mostra dedicata a Agostino Bonalumi di cui ancora non conosciamo i dettagli. Nei dintorni della Grande Mela, a Cold Spring, Magazzino Italian Art propone, invece, fino al 9 gennaio 2023, Gilardi: Tappeto-Natura che, attraverso un’ampia selezione di opere di rilievo, vuole raccontare e illuminare l’esperienza di un artista pioniere che, al culmine degli anni Sessanta, aprì un dialogo tra Italia e Stati Uniti e che resta impegnato a investire nella formazione di una comunità artistica internazionale che incarna il legame tra arte e vita.
Sarà dedicata a Bruno Munari, invece, la prossima mostra del Center for Italian Modern Art (CIMA) che aprirà il prossimo 6 ottobre: Bruno Munari: the Child Within che si concentrerà sulla produzione di libri per bambini del poliedrico artista milanese.
Mentre, nel decennale della sua scomparsa, Nicola Simbari è tra gli artisti selezionati dalla Findlay Galleries di Chicago per la collettiva Figures: Now & Then che esplora l’evoluzione della figura nell’arte dal post-impressionismo ai giorni nostri.
Ha aperto da poche ore, infine, la mostra Futurist Universe. Selections from Fondazione Massimo e Sonia Cirulli Collection, presso lo Tsinghua University Art Museum di Pechino. Attraverso una straordinaria varietà di opere della collezione di Fondazione Cirulli, il percorso espositivo propone “ambientazioni” dedicate a tematiche care ai futuristi come la velocità, l’energia, il progresso, l’uomo meccanizzato e il design domestico, che si organizzano attorno a cinque unità strutturali principali: la sala della conquista dell’aria, il muro dei manifesti, le “costellazioni“ (7 unità tematiche) e le “orbite“ (4 aree monografiche dedicate a figure rilevanti del periodo futurista la cui produzione artistica è ben documentata nella Collezione Cirulli).