Scarpe comode, qualche bottiglietta d’acqua nello zaino e magari anche alcuni panini per non rischiare di essere spennati. Mancano meno di quattro settimane al lungo fine settimana torinese dedicato al contemporaneo. In programma, la ventesima edizione di Artissima, la terza di The Others e di Photissima e la prima di Flashback, manifestazione dedicata all’Arte Antica e Moderna che presenterà al pubblico un vasto repertorio accademico pensato come un’opera aperta. Un’offerta di arte immensa, a cui si deve aggiungere un calendario ricchissimo di eventi che si terranno in città dal 7 al 10 di novembre. Vedere tutto: impossibile. Per non ubriacarsi ecco, allora, una breve guida per chi cerca qualcosa di nuovo, di diverso. Prima tappa: The Others che lancia la sua sfida al format tradizionale della fiera d’arte.
«The Others, per sua natura, esplora nuovi territori, cerca di porsi come avamposto, come antenna – spiega Olga Gambari, direttore artistico della manifestazione che si tiene all’ex carcere Le Nuove – Per questo, alla sua terza edizione, The Others cambia pelle, con coraggio e un pizzico di follia, e dà ascolto a tutte quelle realtà per le quali è nata e alle quali si rivolge. Protagonisti sono gli spazi dinamici e vitali, i veri incubatori della creatività, intesa in senso aperto, che stanno alle regole del gioco e si mettono in gioco. A loro ci rivolgiamo, quelli cercavamo, e per quelli diventiamo qualcosa che non è più una fiera, ma un happening culturale costituito da un insieme di mostre e abbandonando definitivamente la parola “stand”». Una formula, spiegano Stefano Riba e Roberta Pagani del Comitato Scientifico, che punta «a respingere l’idea di crisi, che attanaglia, che pronunciano tutti, che blocca ogni cosa».
Trenta le gallerie partecipanti, tra le quali mi piace ricordare la presenza di alcune vecchie conoscenze di Collezione da Tiffany: Galleria Moitre, Nopx, Van Der e Print About Me. Un passaggio lo meritano, specialmente se siete interessati a vedere cosa succede di nuovo nel nostro paese in fatto di arte contemporanea. Al loro fianco alcune delle realtà più interessanti del panorama nazionale più giovane e dinamico. Un’occhiata datelo a tutto, il bello delle fiere, tradizionali o meno, è proprio questo: la possibilità di avere una panoramica vasta dell’offerta e farsi un’idea delle nuove tendenze. Ma, se ci riuscite, cercate di farvi una lista delle gallerie che, almeno sulla carta (o meglio sul web), sembrano rispondere maggiormente alle vostre esigenze di collezionisti o semplici visitatori. In questo modo riuscirete, magari, ad approfondire la conoscenza di qualche artista che già ha attratto la vostra attenzione o a scoprirne qualcuno di cui non avete mai sentito parlare.
Da parte mia, spero che la galleria romana Montoro 12 presenti qualche lavoro nuovo di Alessandro Procaccioli (1978) – la cui ricerca, incentrata attorno al concetto di gioco, mi intriga e diverte allo stesso tempo – e Alia Scalvini (1980) che lavora, invece, sul tema della presa di coscienza dello spazio. Grandi attese anche per la proposta del milanese Spazio Orlandi che lavora con alcuni giovani artisti italiani molto interessanti: Erica Battello, Pietro Di Lecce, Debora Garritani, Franco Nardi, Mario Scudeletti e Stefano Serusi. Sarò curioso, poi, di vedere cosa proporrà la Galleria Oblom, nata nel 2011 nel vivacissimo quartiere torinese di San Salvario. In pochi anni di attività ha esposto alcuni giovani artisti italiani che meritano di essere seguiti, come Caterina Sala, Sister Flash e Bostik. A chi ama la stampa d’arte, consiglio anche un passaggio dallo Spazio Meme di Carpi che lavora, tra gli altri, con il gruppo Arturo e Alessandro Baronciani; nella sua proposta si trovano anche pittori interessanti.
La selezione è stretta, lo so, otto gallerie su trenta possono sembrare poche ma sono solo le tappe principali. Qualche escursione va sempre organizzata sul luogo, lasciandoci trascinare da un’opera che ci attira e che non ci si aspettava di trovare. The Others, poi, al di là delle parti prettamente espositive ha un taglio dinamico e l’ambiente si anima periodicamente di performance che si deve avere il tempo di gustare.