I grandi collezionisti tengono a galla un mercato internazionale delle gallerie d’arte che nel primo semestre 2021 ha visto un 45% degli operatori ancora in perdita dopo le grandi difficoltà dello scorso anno, determinate dalla Pandemia.
A soffrire di più, in questa prima metà dell’anno, le piccole realtà e adesso si spera nella ripartenza delle fiere in presenza, perché l’online, anche se in costante crescita, non sembra bastare a sostenere un sistema delle gallerie in profonda trasformazione.
È questa la fotografia che emerge da Resilience in the Dealer Sector. A Mid-Year Review 2021, il nuovo rapporto di Art Basel & UBS curato da Clare McAndrew, fondatrice di Arts Economics.
«Poco più della metà dei galleristi intervistati (51%) – si legge nel Rapporto – ha riportato nel primo semestre 2021 un aumento di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre il 45% ha registrato un calo e il restante 4% è rimasto stabile».
A crescere maggiormente sono state le realtà appartenenti alle fasce più alte del mercato. Quelle, per intendersi, che hanno un fatturato medio di 10 milioni di dollari, ossia le stesse che nel 2020 avevano sofferto di più. Per loro, nei primi sei mesi dell’anno, le vendite sono aumentate, mediamente, del +21%.
A sostenerle, come detto, i collezionisti più ricchi che già nel 2020, nonostante la crisi in atto, avevano incremento del +10% la propria spesa media annua rispetto al 2019 e che, nella prima metà del 2021, hanno accelerato ulteriormente facendola salire di un ulteriore +42%. Tradotto in denaro, oggi la loro spesa media si attesta sui 242.000 $.
Una crescita impressionante, guidata dai millennial che hanno speso tre volte di più rispetto ai collezionisti più anziani.
Decisamente diversa la situazione ai piani bassi del mercato, dove operano le gallerie con fatturati inferiori ai 250.000 $. Per loro, da gennaio a giugno, gli introiti sono calati di un ulteriore -1% che va a sommarsi alle perdite dello scorso anno. Situazione simile anche nella fascia media (500k-1mln $): -3%.
A contribuire a queste difficolta, un calendario eventi che nella prima metà del 2021 è rimasto ancora “congelato”, com molte fiere che non si sono svolte nelle date tradizionali. Tanto che, scrivono gli autori del Rapporto: «La quota delle vendite effettuate alle fiere dalle gallerie è scesa ad appena il 7% negli eventi dal vivo». Percentuale che sale all’11% se si includono quelle effettuate tramite le Online Viewing Room (OVR), ma sempre ben al di sotto di quel 45% registrato nel 2019.
Come era prevedibile, l’online ha continuato a crescere anche in queste prima parte dell’anno, con il questo canale che oggi rappresenta il 33% delle vendite. Interessante notare come queste transazioni si concludano non tramite i grandi hub virtuali, ma attraverso le OVR, i siti web delle gallerie, i social media e le email.
In crescita anche il numero dei nuovi acquirenti raggiunti grazie ai canali di vendita virtuali e che oggi rappresentano il 38% del totale. Indicativa è anche la percentuali dei clienti abituali che si sono convertiti all’online: 25%. Segno di un mercato dell’arte attraversato da profonde trasformazioni.
Una trasformazione che si può leggere anche attraverso l’analisi del mercato per “medium”, con l’arte digitale che, pur rimanendo una nicchia, è arrivata a pesare per l’8% sul totale del mercato in valore. Ad un passo dalla fotografia (10%) e non troppo lontana dal terzetto di testa: Pittura (24%); Opere su carta (13%) e scultura (12%).
Interessante notare anche come il contributo delle collezioniste più ricche sia stato determinante. Le donne, infatti. in questo primo semestre hanno acquistato arte per un valore medio di 410.000 $ contro gli uomini che si sono fermati a 163.000 $.
Adesso gli occhi sono puntati al secondo semestre con le fiere d’arte che tornano ad essere ai primi posti tra le priorità dei galleristi di tutto il mondo per i prossimi tre anni, assieme al consolidamento dei rapporti con i collezionisti e la creazione di nuovi contatti. Rimane ai primi posti anche lo sviluppo dei canali di vendita online e la partecipazione ad eventi virtuali.