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Il Collectible Design si fa strada nel mercato dell’arte

del

In questi giorni Milano si veste di raffinatezza e di stile in occasione della Design Week, che si terrà fino al 13 aprile, ospitando il rinomato Salone del Mobile a Rho Fiera e il suo corrispondente Fuorisalone per le vie di Milano. Quest’ultimi segnano due degli eventi più importanti per il design e l’arredamento, trasformando la città nella capitale globale del design. Il design, non a caso, oltre ad essere un punto di riferimento per la città di Milano, si sta facendo strada anche nel mercato dell’arte

Mentre da un lato quest’ultimo continua a rallentare (vediamo un calo generale del 26,2% nel 2024 rispetto al 2023, come ci indica il rapporto annuale di Deloitte “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione 2025”), dall’altro troviamo nel Design una felice eccezione. L’Arredi&Design Index mostra come nel 2024 ha recuperato la perdita del -41,8% registrata nel 2023segnando un complessivo aumento del 103,1%. Il tasso medio di invenduti ha visto, invece, un calo dal 15,2% all’11%, confermando un momento positivo per questo segmento. Il fatturato del design da collezione o “collectible designcresce del 20% anche grazie all’interesse dei giovani, come spiega Ernesto Lanzillo, partner e leader di Deloitte Private.

“Le nuove generazioni di acquirenti (in particolare Gen Z e Millennial) stanno progressivamente modificando le dinamiche del settore, ridisegnando il profilo del collezionista”, conferma Barbara Tagliaferri, Art&Finance coordinator di Deloitte Italia. “Le principali case d’asta internazionali confermano il trend: oltre il 30% dei nuovi acquirenti nel 2024 rientra in queste fasce d’età”, spiega in un articolo di We Wealth.

Cosa si intende per “Collectible design”

A partire dal dopoguerra, in Italia, personalità emblematiche come quelle di Franco Albini, il gruppo B.B.P.R. (Banfi, Belgiojoso, Peresutti e Nathan Rogers), Gio Ponti e Osvaldo Borsani, hanno gettato le basi per il successo internazionale del Made in Italy, permettendo la nascita di un linguaggio estetico e funzionale che ha reso il nostro Paese un punto di riferimento mondiale in questo campo. Forme essenziali, funzionalità e l’uso intelligente dei materiali sono stati i capisaldi nella progettazione di oggetti disparati, che hanno contribuito a sviluppare il Razionalismo italiano e il design moderno. Ma che cosa distingueva, all’epoca, un designer da un artista?

Bruno Munari ce lo spiega meglio nel suo libro “Artista e designer” (2017): da una parte l’artista crea un prodotto molto spesso unico con un valore intrinseco, sperimentando e basandosi sul proprio gusto e sulla propria soggettività; dall’altra, il designer crea solitamente un prodotto seriale, industriale e funzionale, seguendo le leggi della fisica e dell’ergonomia per rispondere ad un bisogno. Nonostante ciò, non si può negare che arte e design sono entrambi espansione della creatività di chi li pensa. Col passare degli anni, infatti, il linguaggio del design inizia a intrecciarsi sempre più con quello dell’arte. Lo vediamo, ad esempio, in personaggi di spicco come Ettore Sottsass, che ha trasformato il design in una forma di espressione altamente poetica e concettuale, lavorando sulle idee e sulla forza delle sue intuizioni.

Difatti nel design stesso inizia a crearsi una distinzione rispetto alla visione classica del “design funzionale”: si parla anche di design artistico. Qui la “funzione” è rielaborata e portata ad un livello concettuale più alto e non è condizione ovvia e imprescindibile come nel design di Munari. L’obiettivo del design artistico è, infatti, quello di trasformare gli oggetti in veicoli di emozioni e significati più profondi per chi li vive

Quasi 20 anni fa nasce, appunto, il concetto di arte-design o “Collectible Design”, non più legato alla mera funzione ergonomica e alla serialità della produzione industriale. Si genera così “un mercato del design contemporaneo con un numero crescente di gallerie che offrono pezzi di design come oggetti da collezione e l’ascesa di una classe di collezionisti che vuole essere affiliata a questo movimento”, come spiega un articolo di Elle Decor.

“Il mercato del design si è concretizzato per imitare quello dell’arte”, afferma Alexandra Cunningham Cameron, curatrice del Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum, ed ex direttrice creativa delle fiere Design Miami, dove probabilmente ha avuto origine il termine Collectible Design. “La gente pensava che il craft non fosse abbastanza sexy, quindi l’idea era di abbracciare il termine design per creare diversi tipi di interesse, intenditori, attenzione e aumentare il valore monetario” spiega sempre nell’articolo di Elle Decor. In questo senso, si usa anche la strategia artistica delle “edizioni limitate”, creando così una percezione di scarsità per attirare i collezionisti.

E questo funziona, perché, come abbiamo visto, il mercato del design da collezione continua a crescere: “Sta offrendo opportunità a una nuova generazione, permettendo di emergere a nuove voci che prima non avrebbero potuto avere un’opportunità”, afferma Lee F. Mindelarchitetto e gallerista. 

Risultati d’asta nel mercato del Design italiano

Stefano Andrea Poli, capo dipartimento di Arti decorative del ‘900 e Design della casa d’aste Il Ponte, vede una maturazione e una crescita nel mercato del design storico italiano. Una delle loro ultime aste di questa sezione, infatti, mostra tra i lotti di maggior successo opere uniche: il pannello di alluminio sbalzatoThe Annunciation” di Margaret Macdonald Mackintosh, capolavoro del Glasgow Style (venduto a 176.400 euro), il tavolino di Osvaldo Borsani decorato da Lucio Fontana (75.600 euro) e la “Testa di Centauro”, eseguita da Egidio Costantini su disegno di Pablo Picasso (41.580 euro). Accanto a queste opere, che hanno raggiunto prezzi di vendita considerevoli, una grande fetta del mercato degli oggetti di design storico è destinata agli operatori del settore.

Secondo diversi esperti, come Jacopo Menzani (capo dipartimento Design della casa d’aste Pandolfini), Domenico Raimondo (Head of Design, Europe, Senior International Specialist di Phillips) e Florent Jeanniard (Co-Worldwide Head of Design di Sotheby’s), ci sono diversi autori che meriterebbero di essere riscoperti e valorizzati. Per citarne alcuni: Gio Ponti, Ettore Sottsass, Piero Fornasetti e Carlo Scarpa; mentre per realizzazioni più contemporanee abbiamo Gaetano Pesce, Ingo Maurer o i fratelli Campana. Menzani, spiega, infatti che: “Nella nostra asta del gennaio scorso un divano di Sottsass, modello «Visir» del 1970 circa, è passato da una stima di 50-70mila euro a un’aggiudicazione per 85.680, mentre un trono, modello «Senza fine» di Gaetano Pesce del 2010, ha moltiplicato la valutazione iniziale di 5-7mila euro per essere venduto a 47.360”. 

Ettore Sottsass. Divano Visir in fibra di vetro nei toni del blu, imbottito e rivestito in tessuto. Poltronova, 1970 circa.

Per quanto riguarda Phillips, che continua a guidare il mercato del design italiano, la loro asta di Casa Fornaroli dello scorso anno ha raggiunto un totale di ben 1,04 milioni di euro. Nella loro asta di maggio dello scorso anno, invece, il set di tre lampade “Sole” di Gio Ponti ha superato di gran lunga le stime (si partiva da 10-15mila sterline) raggiungendo le 76.200 sterline

Anche nel caso di Sotheby’s la situazione sembra promettente, come dichiara Jeanniard in un’intervista per il Giornale dell’Arte: “Negli ultimi cinque anni il numero di partecipanti alle nostre vendite globali di Design è aumentato del 25%. In generale, molti designer di tutti i decenni stanno ottenendo buoni risultati sul mercato secondario”.

Uno sguardo internazionale

Nel panorama internazionale, secondo il report di Econ Market Research, il mercato globale del design industriale ha raggiunto i 42.27 bilioni di dollari, con una prospettiva di aumento del 6,42% (con 69.52 bilioni di dollari) nel 2033

Il mese scorso tra le aste di Design si sono distinte in particolare Piasa a Parigi e Sotheby’s a New York. La casa d’aste della capitale francese il 5 marzo ha proposto una vendita dedicata al design italiano che ha raggiunto risultati interessanti. Come top lot troviamo, infatti, una vetrina disegnata da Carlo Scarpa nel 1957 circa, poi realizzata nel 1962 per una commissione speciale, stimata 60-90mila euro e poi aggiudicata per ben 455mila euro, ovvero il quintuplo della stima iniziale. Troviamo, a seguire, risultati considerevoli (anche se non al pari di Scarpa) per i lotti dello Studio BBPR, di Gabriella Crespi e di Ettore Sottsass. Rispettivamente hanno battuto: un sistema di plafoniere (variazione del modello 2045) disegnato per Arteluce nel 1962 a 127.400 euro (stima 60-90mila), il tavolo “Ninfee” in legno massiccio del 1979 circa a 78mila euro (stima 25-35mila) e la lampada da terra modello 12731 del 1958 a 53.300 euro (stima 18-25mila). 

Il 14 marzo, invece, Sotheby’s conclude l’asta online “Design Including Art Glass by Louis Comfort Tiffany from The Doros Collection” con l’ammontare di 1.303.528 USD. La vendita includeva creazioni di Jean Dunand, George Nakashima, Finn Juhl, Jean Prouvé, i fratelli Campana e molti altri, spaziando dalle arti e mestieri americani ai mobili ed oggetti contemporanei internazionali. Andando per ordine di importanza, troviamo la lampada Dragonfly del 1910, aggiudicata a 152.400 USD (stima 40-60mila), una credenza in acciaio saldato e patinato, masonite e ardesia di Paul Evans del 1974 venduta a 44.450 USD (stima 25-35mila) ed infine una coppia di poltroncine in teak “modello 45” del 1945 del designer danese Finn Juhl a 21.590 USD (stima 8-12mila). 

Paul Evans. Sideboard, modello no. PE 40. Acciaio saldato e patinato, masonite, ardesia con firma saldata: Paul Evans 74. 1974 circa.

Da non perdere, per il design contemporaneo, il mercato brasiliano di cui, ad esempio, Phillips propone autori notevoli. In un’asta passata a Londra hanno raggiunto le 17.780 sterline (da una stima di 5-7mila) per una coppia di tavolini di Joaquim Tenreiro e 13.970 sterline (da una stima di 7-9mila) per una sedia di Lina Bo Bardi.

Dall’altra parte dell’Atlantico, parlando invece di fiere, notiamo un grande successo per la Design Art Miami, menzionata in precedenza, fulcro di connessioni e riconoscimento per il mondo del Collectible Design a livello globale. Tenutasi lo scorso dicembre e curata dal direttore Glenn Adamson, la fiera ha riunito oltre 45 espositori leader a livello mondiale del Collectible Design, in cui sono state registrate vendite degne di nota. Un esempio è una sedia in cipresso di JB Blunk (1973-74) aggiudicata per 185.000 dollari, oltre a ulteriori vendite di opere di designer contemporanei ispirate allo storico designer: Alana Burns, Rio Kobayashi e Adam Pogue. La Carpenters Workshop Gallery presenta “Windy Chair” (2014), una poltrona dell’artista britannico Yinka Shonibare, venduta a 290.000 USD, il cui lavoro scultoreo utilizza i tradizionali motivi tessili africani per raccontare l’eredità del colonialismo del Regno Unito. Il design italiano solca anche questa volta i confini internazionali: gli specialisti del mobile del dopoguerra di Donzella LTD propongono “Rare Display Cabinet”, una splendida vetrina in noce di Piero Fornasetti (1950) venduta a 225.000 USD. Per concludere, troviamo Pistia (2024), due lampadari dell’innovatore giapponese della lavorazione del metallo Junko Mori, venduta dalla galleria Adrian Sassoon London per ben 75.000 USD. 

Yinka Shonibare, Windy Chair (2014). Foto: Carpenters Workshop Gallery

Si può, dunque, concludere come tutto ciò sia specchio di un crescente interesse verso il Design che si sta dimostrando da parte dei collezionisti (giovani e non) e di un’intramontabile attrattiva in particolare anche per il Design italiano. 

Non ci resta che dire: buona Design Week a tutti!

Elisa Minchio
Elisa Minchio
Laureata in Scienze Psicosociali della Comunicazione e in Economia e Gestione dei Beni Culturali, a fine 2023 ha deciso di trasferirsi a Parigi dove ha lavorato per sei mesi in una galleria d’arte. Attualmente lavora nella casa d’aste Ader e Publishing Agent per Snap Collective.

Collezione da Tiffany è gratuito, senza contenuti a pagamento, senza nessuna pubblicità e sarà sempre così.

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