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Il rapporto tra arte e cultura nelle imprese e banche italiane

del

Le opere d’arte sono sempre più spesso considerate un bene rifugio per i propri investimenti da parte di famiglie e imprese. Molteplici sono le ragioni che favoriscono la seguente forma d’impiego del capitale, tra le quali si segnala la diversificazione del patrimonio, il rafforzamento del brand aziendale e la possibilità di rafforzare i legami con il territorio e le istituzioni locali.

In aggiunta, la globalizzazione dell’arte contemporanea e dei suoi circuiti commerciali, con la crescente diffusione delle vendite private e on-line hanno portato ad un incremento considerevole di risorse finanziarie nel settore. 

Il settore dell’arte sta quindi passando da considerazioni puramente emotive a considerazioni più finanziarie. Nello specifico, sebbene il valore emozionale rimanga il fattore chiave per l’acquisto di arte (60% dei collezionisti), per la prima volta in 12 anni, il 41% dei collezionisti ha affermato che il valore finanziario è la loro motivazione primaria, portando il valore sociale (al 36%) al terzo posto delle motivazioni[1].

L’obiettivo del presente contributo è quello di fornire un approfondimento relativamente ai rapporti consolidati tra il settore culturale, le imprese e il sistema bancario al fine di comprendere meglio quali possano essere le motivazioni che spingono tali soggetti ad investire nel comparto.

Le interazioni tra il mondo culturale e imprese

Preliminarmente si evidenzia come la diffusione degli investimenti in arte e cultura avviati dalle imprese prevedano un rapporto win-win: non sono solo le aziende a trarne beneficio in termini di sviluppo e posizionamento, ma anche i territori e le comunità. 

In dettaglio, gli enti riconoscono un legame tra la propria mission e il contesto culturale in cui operano, con un approccio che non solo rafforza l’immagine aziendale, ma contribuisce alla comunicazione di un’identità culturale aziendale che diventa un elemento distintivo e di attrazione.

Inoltre, gli investimenti in arte e cultura incrementano il prestigio e la visibilità delle aziende, che abilitano un posizionamento strategico nel mercato di riferimento utilizzando la cultura come leva per differenziarsi dalla concorrenza.

Per dare alcuni dati contenuti nel rapporto Economia della Bellezza 2024 di Banca IFIS, le aziende che investono in progetti su Arte e Cultura mostrano un aumento della produttività superiore alle loro peer (dal 2015 al 2022: +71% vs +53%), grazie a una crescita dei margini molto più veloce e intensa (+40% vs +7%).

 Il più elevato sviluppo della produttività, inoltre, nelle imprese con tali progetti è accompagnato dalla crescita delle retribuzioni, dimostrando indirettamente un impatto positivo sulle competenze delle risorse d’impresa e, di conseguenza, sul relativo riconoscimento economico.

Il ruolo delle banche nello sviluppo dell’ecosistema culturale

Il legame con l’arte è attualmente interpretato dal sistema bancario come un’assunzione di responsabilità nella valorizzazione, promozione della conoscenza del patrimonio culturale.

Sulla base delle informazioni pubblicamente disponibili, sono 16 i gruppi bancari che hanno adottato, in modo strutturato e continuativo progettualità e iniziative su tali tematiche. Nella larga maggioranza dei casi la finalità di questi progetti è quella di costruire relazioni forti e solide con il territorio e la comunità. 

Questo dato non solo evidenzia il focus verso il contesto sociale, ma anche il valore che attribuiscono alla coesione e alla crescita culturale. Inoltre, istituti bancari comunicano e coinvolgono attivamente gli stakeholder esterni, al contempo con un approccio di valorizzazione della crescita culturale (learning & development).

In aggiunta, utilizzare le leve della cultura e della creatività per agire sulle competenze e sulla visione dei dipendenti influenza la produttività, con un tasso di crescita di 3 volte maggiore rispetto al totale sistema bancario.

In conclusione, la crescente diffusione degli investimenti effettuati da banche e imprese nel settore dell’arte rappresenta un punto importante da valorizzare, il quale dovrebbe essere tuttavia accompagnato dalla messa in campo di specifiche agevolazioni di natura fiscale in grado di supportarne una stabile e costante crescita.


[1] Fonte: Il mercato dell’arte e dei beni da collezione – Report 2024 Deloitte

Andrea Savino
Andrea Savino
Andrea Savino (n.1991) è un dottore commercialista e revisore legale di Torino specializzato in diritto e fiscalità internazionale. Membro della commissione economia della cultura del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, già presidente della commissione cultura dell'Unione Nazionale Giovani Dottori commercialisti, nonché membro della Commissione Internazionalizzazione e Fiscalità Internazionale dell’UNGDCEC - Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti e ricercatore dell’Istituto Universitario di Studi Europei (IUSE).

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