Terzo week-end di questa estate 2017. 3B Meteo prevede un temporaneo allentamento del caldo e dell’afa, in particolare nel nostro nord e allora, magari, ci si può spingere fino alla galleria all’angolo sperando in un po’ di aria condizionata. Ma la motivazione deve essere buona, altrimenti con queste temperature, come mi ha detto una volta, a battuta, l’amico Michelangelo Consani, sarebbe meglio che l’arte facesse come il campionato di calcio che d’estate si ferma. Dopo avervi presentato la Collector’s Night che si tiene proprio oggi a Pietrasanta, ecco allora che abbiamo selezionato i summer show a nostro parere più interessanti tra quelli in corso nelle gallerie d’arte moderna e contemporanea del nostro Paese con un paio di escursioni in spazi pubblici da non trascurare.
Tanto per essere un po’ contraddittori iniziamo questa nostra selezione con una mostra che non nasce per essere un summer show, ma che lo è diventata a seguito del grande successo riscontrato da maggio ad oggi. Si tratta di Night Scenes, terza personale dell’arista Caroline Walker negli spazi della galleria ProjectB di Via Maroncelli 7 a Milano. Visitabile fino al 20 luglio prossimo, la mostra contiene dieci dipinti ad olio di varie dimensioni, le cui rapide pennellate narrano le storie di personaggi che si muovono nella notte: dalle mille luci di Los Angeles al silenzio incontaminato delle montagne della Repubblica Ceca. Le scene notturne, colte in ambienti domestici riparati, nella cucina di una casa, o tra una nuotata in piscina e una festa in giardino, rivelano relazioni insolite, giocando con una sorta di pittura “illumina”, tra realtà e finzione.
Sempre a Milano, dall’11 luglio al 4 agosto Theca Gallery propone la collettiva Carte esposta, a cura di Annalisa Fanti, esposizione che raccoglie una selezione di opere provenienti dalla collezione della galleria. La mostra è articolata in due differenti momenti, un primo nucleo di opere è caratterizzato dall’essere realizzato su carta, ovvero il mezzo in questo caso è il supporto dell’opera stessa, mentre un secondo gruppo di lavori presenti nell’allestimento è caratterizzato dall’essere realizzato con la carta. Alla prima sezione espositiva appartengono le opere di Caro Buzzi (FFPP, 2013), Debora Barnaba (Untitled, 2012), Ohya Masaaki (Copperplate Drawing, 2011), Claudia Scarsella (Desiderio di essere all’altezza, 2010), Mohsen Taasha Wahidi (Memoir, 2017). Torna a esporre in galleria anche Marc Vincent Kalinka con l’opera Bulgakov: The fatal eggs (2014), lavoro proveniente dalle serie “The book I Loved”. Quest’ultima opera apre la seconda sezione, opere con carta. Qui sono raccolte le opere degli artisti Christiane Beer (Gestern Unterwegs, 2016), Federico De Leonardis (Genesi della Tagliatella, 1976), Elisabeth Scherffig (Milano XI, 2014), Aja Von Loeper (Weiss Blatt, 2015) e Fabrizio Parachini (Volumi collage, 2009).
Da Milano a Torino dove, fino al 21 luglio la Burning Giraffe Art Gallery presenta un’esposizione collettiva dal titolo Where Are We Now?, composta da circa venti opere, la maggior parte delle quali realizzate appositamente per l’occasione o mai esposte prima in galleria, di quattro tra i nomi più interessanti della nuova scena pittorica italiana: Silvia Argiolas, Romina Bassu, Anna Capolupo e Simone Geraci. La mostra è, inoltre, un’anteprima di quella che sarà la prima fiera estera a cui prenderà parte Burning Giraffe Art Gallery, con gli stessi artisti: YIA Art Fair, a Parigi, nel prossimo mese di ottobre. Argiolas, Bassu e Geraci sono accomunati dallo studio sul ritratto e sui corpi, seppur trattato e inteso in modo sostanzialmente diverso in ciascuno dei tre casi: intimo, simbolico e introspettivo, nel caso di Silvia Argiolas; apparentemente nostalgico, ma marcato da un chiaro intento di denuncia sessista, in Romina Bassu; romantico ed esistenziale negli oli di Simone Geraci. Mentre la presenza umana è completamente assente nei ruvidi paesaggi urbani di Anna Capolupo.
A Genova Villa Croce presenta, dal 1° luglio al 24 settembre, Visible Light / Luce Visibile, la prima mostra personale in un museo dell’artista americana Jennifer Guidi. Visible Light / Luce Visibile è un nuovo nucleo di lavori che indagano luce, colore ed energia. Le opere in mostra si sviluppano a partire dalle precedenti ricerche artistiche di Jennifer Guidi sulla materia e sulla superficie pittorica, attraverso una propria pratica d’incisione, per riflettere sul concetto di colore e sugli effetti duraturi che generano sul corpo e sulla mente. Le grandi tele di Jennifer Guidi invadono le stanze della villa con colori saturi attraverso composizioni astratte che ricordano i mandala orientali e creano nuove forme di interazione tra i toni vibranti di colore e lo spazio che li accoglie evocando molteplici esperienze sensoriali.
Ha aperto ieri a Trento, alla Boccanera Gallery, Amen, esposizione di Dido Fontana che rimarrà aperta fino al 1° settembre. Una personale che contiene qualcosa di ardente e violento, una tensione vitale colma di passione a la cui titolazione, Amen, è già promessa di un paesaggio specifico. Un’allegoria concettuale che, travestita da attraente provocazione, rappresenta i desideri, le ambizioni, l’idea di volontà di potenza che necessita per sua stessa natura, di affidamento, totale accettazione e compimento continuo. Il raccontare di questa installazione è intenzionalmente provocatorio e crudo. Frutto del coincidere di diversi fattori nel medesimo processo creativo, rappresenta l’occasione per guardare alla volontà di potenza nelle sue epifanie più iconiche (violenza, sesso, libertà di espressione). Sentimenti e sensazioni esplodono in forme espressive disturbanti e inaspettate, passando da un registro astratto a quello figurativo attraverso l’uso di materiali e dimensioni differenti.
Spostandoci un po’ più a sud, dal 6 luglio prossimo la Galleria Enrico Astuni di Bologna presenta la collettiva, curata da Lorenzo Bruni, IL FRAMMENTO COME STRUMENTO. Per un’archeologia dell’effimero, caratterizzata da grandi “ambienti installativi” di Maria Thereza Alves e di Øystein Aasan. Due artisti che indagano il tema del monumento e della sua nuova possibile funzione proponendo un ambiente dialogico e contestuale. Le opere in mostra hanno in comune la volontà di adottare il reperto e il frammento per risalire ad un tutto, con cui puntano ad interrogarsi, da una angolazione anomala, sul possibile ruolo dell’oggetto artistico oggi. Le associazioni che questi artisti stabiliscono con le loro immagini/documenti evocano una narrazione più ampia attraverso la quale fanno riflettere l’osservatore non tanto sull’identità di una civiltà del passato, ma piuttosto su quella di cui fa parte. La speciale partecipazione di Piero Gilardi permette alla mostra di fornire stimoli ulteriori ai temi affrontati grazie alla presenza della scultura interattiva del 2001 dal titolo “Scoglio Bretone”, ma anche per mezzo di altri suoi interventi che nascono dalla volontà di caratterizzare in maniera “epifanica” gli ambienti espositivi.
A Pistoia, la Galleria Spazio A presenta, invece, fino al 21 luglio, la mostra Waiting for the Sun. Curata da Martha Kirszenbaum questa collettiva riunisce cinque artisti le cui opere ripensano il nostro rapporto con la finzione e le narrative cinematografiche: Dora Budor, Margaret Honda, Matthew Lutz-Kinoy, Laure Prouvost e Reza Shafahi. Distorcendo le nostre percezioni e aspettative di spettatore, lettore, o corpo che opera nello spazio, i lavori in mostra manipolano fatti e fantasia, realtà e rappresentazione di oggetti, luci e situazioni sociali.
Sempre in Toscana, la Teké Gallery di Carrara ha da poco inaugurato FUCK-HOF – Good morning Mister Morgen, la prima personale italiana del fumettista e poster artist croato Igor Hofbauer. Un appuntamento che celebra 25 anni di attività di questo grande Maestro della cultura ed estetica balcanica, raccogliendo i poster originali realizzati dagli anni ’90 e gli sketches e tavole originali dei suoi graphic novel realizzati dal 2006 in poi. I curatori Stefano Dazzi Dvořák, Marco Cirillo Pedri e Alessandra Ioalé, attraverso l’esposizione di oltre cento pezzi, ripercorrono la traiettoria di ricerca artistica dell’autore, costellata da meravigliose produzioni, permettendo di ammirarne lo sviluppo. Dal manifesto come mezzo espressivo con cui raccontare il suo tempo legandolo alla comunicazione pubblicitaria, tra libera creazione e compromesso commerciale, alla creazione di narrazioni più complesse a fumetto. I lavori saranno in esposizione fino al 30 luglio.
È un viaggio tra ciò che già ci appartiene e ciò che vorremmo per il nostro domani quello che la z2o Sara Zanin Gallery di Via della Vetrina 21 a Roma ci offre fino al 28 luglio con la mostra The Nex Era che riunisce tre artisti –Mariella Bettineschi, Michele Guido e Giovanni de Cataldo – che, seppure di generazioni ed esperienze diversissime, sono legati da una ricerca che li ha portati a dialogare con il passato rappresentato dall’archeologia, storia dell’arte e dell’architettura interiorizzandolo e reinventandolo con una sensibilità visionaria, accomunati come sono da una poetica che può essere riassunta nel termine greco Physis. Che, nella letteratura classica – come anche nelle opere dei tre artisti – coincide con “natura” e, prima ancora, con la sfera sensibile delle forme e dei corpi, a indicare la genesi e la trasformazione di ogni cosa nonché l’impresa titanica di svelarne il mistero, propria della filosofia come dell’arte.
Martedì 4 luglio la Galleria Umberto Di Marino di Napoli, presenta presso il Riot Studio all’interno di Palazzo Marigliano in Via San Biagio dei Librai 39, Ring ring ring, una performance di Francesca Grilli. Negli ultimi due anni Francesca Grilli ha dedicato particolare attenzione a questo snodo fondamentale per l’identità europea, indagando i flussi generazionali che hanno solcato i mari in direzione centrifuga verso gli Stati Uniti nella prima metà del secolo scorso, mentre ora si avventurano in direzione centripeta verso il Vecchio Continente. Mezzi di fortuna ieri, precarie imbarcazioni oggi, aspirazioni del tutto simili, racconti che attraversano il tempo ma ripetono ancora la stessa storia nonostante i cambiamenti geopolitici. La performance avrà luogo dalle ore 19.30 alle 22.30.
A Palermo, dal 7 luglio al 10 settembre 2017 negli ampi spazi di ZAC – Zisa Zona Arti Contemporanee, sarà visitabile il progetto espositivo “THOMAS LANGE a Palermo” prima grande antologica in Italia del pittore tedesco Thomas Lange. Lange si colloca, agli esordi, fra i cosiddetti Giovani Selvaggi della trasgressiva scena underground di Berlino Ovest tra la fine degli anni Settanta e i primi Ottanta. Di quella giovane generazione di artisti porta ancora oggi i segni impressi nel proprio DNA, ma ne ha saputo superare i limiti storici seguendo un personalissimo percorso evolutivo che, nell’ampia varietà dei suoi pronunciamenti, tende a rivendicare la centralità di una pittura costantemente sperimentata e riformulata, con la volontà di condurre un’intensa indagine sul significato delle immagini e sull’atto stesso del dipingere, che si svolge con coerenza proprio attraverso il fare, nell’incessante e spasmodica ricerca del quadro. Attraverso una selezione di circa 70 dipinti di grande formato tratti da diversi cicli di lavori (Quadri a strisce, Uomini delle caverne, Ricordo e Finzione, Il Santo Momento, Dopo Caravaggio, Melodia Apocalittica, Golgota, Vera Icona), la mostra ripercorre l’intera carriera dell’artista.