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KEART e la comunicazione degli interventi di restauro

del

Dall’unione di intenti e di forze tra diverse realtà in ambito artistico ha preso forma un nuovo intervento di restauro firmato – anche – da KEART keep an eye on art, un servizio pensato per raccontare in maniera innovativa e puntuale gli interventi di restauro, le figure coinvolte nel processo e, soprattutto, per creare nuovi canali di comunicazione tra Istituzioni e sponsor, a sostegno della promozione del patrimonio artistico.

E perché si tratta di una bella notizia anche per i collezionisti che leggono Collezione da Tiffany? Ogni volta che parliamo di restauro, di interventi conservativi e di progetti di valorizzazione ogni collezionista dovrebbe sentirsi coinvolto e drizzare un po’ le antenne. Sì perché è vero che spesso di fa riferimento a grandi Istituzioni o a enti pubblici, ma qualche volta si può prendere spunto.

In particolare, in questo caso, vi voglio parlare di un lavoro di squadra, che ha portati ad immaginare un progetto che ancora oggi, per temerarietà e passione, ha dell’incredibile.

Si tratta di un lavoro svolto dall’Associazione culturale Comitato di San Floriano – Fondazione Illegio, che ha sede in un piccolo paese di 340 abitanti nell’alta montagna del Friuli Venezia Giulia. Se non avete mai sentito parlare di questa località possiamo rassicurarvi di come sia normale, perché “a Illegio non si arriva di passaggio per altre mete. Fino al 2004 non vi giungevano che i pochi estimatori di una località dove paesaggio, storia, tradizione, arte e fede sono intrecciati magnificamente: da quell’anno, invece, oltre 450.000 persone hanno scoperto un tale scrigno, grazie alle mostre internazionali d’arte che la comunità propone annualmente”.            

Parlerò qui della ristrutturazione della vecchia abitazione del sacerdote di paese in uno spazio espositivo all’avanguardia, perseguendo nei suoi intenti a lungo termine tramite il coinvolgimento di tanti giovani studiosi e professionisti di tutta Europa, che oggi è arrivata a stringere collaborazioni con imprese locali e nazionali sempre più prestigiose, con un obiettivo: proporre ogni anno una mostra strepitosa, dal richiamo internazionale, frutto di prestiti illustri e visioni coraggiose.

Una proposta che è stata accolta con sorpresa e fiducia dalle istituzioni coinvolte oltre che da pubblico e critica, che si son trovati davanti – in quasi vent’anni di attività – noti capolavori ma anche molte opere sconosciute, tutte da scoprire, a firma di maestri assoluti della nostra storia dell’arte.

Ed ecco che proprio in contesti come questi possono nascere cose interessanti. Infatti, proprio intessendo questa rete di contatti istituzionali è nata la collaborazione tra i Musei Reali di Torino e l’Associazione, che ha esposto alcuni capolavori conservati nelle collezioni e nei depositi del circuito museale torinese, dando loro occasione di uno spazio nuovo in cui essere ammirate.

In questo specifico caso parliamo di una collaborazione interregionale che ha portato il dialogo a più livelli, compreso quello del sostegno concreto in ottica di future esposizioni. L’Associazione ha infatti supportato l’inaugurazione di un nuovo cantiere di restauro su un dipinto della Galleria Sabauda attribuito al pittore Lodovico Cardi, detto il Cigoli, raffigurante San Francesco d’Assisi e realizzato su rame nella seconda metà del Seicento.

Qui entriamo in gioco noi di KEART. E anche questo può interessare al nostro lettore collezionista. Per raccontare tutta questa vicenda, i Musei Reali di Torino si sono rivolti a KEART per realizzare insieme un progetto di restauro da comunicare e condividere anche con il team dell’Associazione in tempo reale, coinvolgendoli così di fatto in ogni fase del processo operativo. Poter supportare un intervento di restauro, sapendo che esiste la possibilità di seguire passo dopo passo le fasi del lavoro, direttamente da casa propria, di certo è un approccio innovativo!

Con KEART questo è possibile. L’intervento, in corso d’opera, è stato quindi organizzato nel laboratorio torinese di Mnemosyne servizi, scelto per lavorare in un contesto dedicato e dare risalto alle caratteristiche dell’opera. Infatti, trattandosi di un dipinto poco conosciuto – è stato a lungo stoccato nei depositi della Galleria Sabauda – molto delicato e di ridotte dimensioni (37 x 46 cm), in quest’occasione KEART – che ama molto il lavoro a vista direttamente all’interno delle sale museali – ha preferito un contesto il più minimal possibile, uno spazio pulito in cui la possibilità di allestire, spostare, illuminare, focalizzare e ingrandire notevolmente il punto di vista dello spettatore risultasse ancora più spettacolare che non all’interno di un contesto museale così ricco come le sale espositive della Galleria Sabauda.

L’evolversi del cantiere e il privilegio di vivere in diretta ogni fase del lavoro verrà in questo condiviso tramite il portale www.restaurionair.it, dove è possibile una pagina dedicata all’intervento e ai suoi protagonisti, per scoprire insieme cosa si cela dietro la spessa patina del tempo che, per il momento, ancora offusca questo piccolo capolavoro.

Insomma, oggi come oggi fare rete è un po’ la parola chiave in molti contesti. Anche in quello delle opere d’arte, nel quale grazie ai nuovi strumenti di comunicazione è possibile trovare fondi per gli interventi di restauro che salvano opere d’arte pubbliche ma anche private, senza perdere di vista neanche un momento del percorso di rinascita dell’opera stessa.

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