I trend e gli artisti da tenere d’occhio nell’attuale edizione
Oggi la Biennale d’arte è comunemente considerata una manifestazione prettamente curatoriale, scollegata dalle dinamiche del mercato. In realtà, fin dai suoi esordi nel 1895, esisteva un Ufficio Vendite che stabiliva i prezzi delle opere esposte e le proponeva a collezionisti e istituzioni, contribuendo al finanziamento della Biennale stessa. Come nei Salón parigini, anche alla Biennale i direttori dei diversi musei la visitavano per acquisire nuovi talenti per le loro collezioni. La situazione è cambiata a partire dagli anni Settanta, con la chiusura dell’Ufficio Vendite (1973) e la nascita delle fiere internazionali come Art Basel, Fiac e Arte Fiera. Per acquistare un artista visto in Biennale, è quindi necessario rivolgersi alla sua galleria, oppure attendere una fiera o un’asta.
Fino alla prima metà del Novecento, le opere proposte per la vendita in Biennale non rispecchiavano le direzioni dell’arte contemporanea e del gusto collezionistico dell’epoca. Pensiamo a Pablo Picasso: quando fu presentato in Biennale nel 1905, il suo quadro fu tolto dopo pochi giorni per evitare uno scandalo. Bisognerà attendere fino al 1948 per la sua prima personale in Biennale, quando le ricerche artistiche sono ormai lontane da quelle generate dal maestro spagnolo. Dal secondo dopoguerra, invece, la Biennale si è mostrata sempre più vicina allo “spirito del suo tempo”.
Oggi, la Biennale è non solo un riconoscimento istituzionale, ma anche un potente motore di visibilità e valorizzazione per gli artisti. Un esempio è l’artista statunitense Simone Leigh, che, dopo aver ricevuto il Leone d’Oro come miglior artista nel 2022, ha visto le sue aggiudicazioni salire tra maggio e giugno 2022, superando i 2 milioni di euro. Allo stesso modo, dopo l’edizione “Il Latte dei Sogni” del 2022, curata da Cecilia Alemani, si è osservato un crescente interesse per l’arte surrealista e per artiste prima sottovalutate. Leonora Carrington ha raggiunto il suo record di oltre 22 milioni di euro a maggio 2024, mentre il precedente record era di circa 2 milioni di euro nel maggio 2022.
Al momento è troppo presto per valutare le ripercussioni future di questa Biennale sul mercato; sarà necessario attendere Art Basel, che si terrà dal 13 al 16 giugno 2024. Tuttavia, si può già osservare che questa edizione segue un trend degli ultimi anni, volto alla scoperta di artisti precedentemente ignorati, come donne e artisti africani contemporanei. La Biennale curata da Adriano Pedrosa, intitolata “STRANIERI OVUNQUE – FOREIGNERS EVERYWHERE”, si inserisce in questo filone, dedicato a ciò che è percepito come “diverso” o “straniero” anche nel proprio contesto, includendo artisti queer, outsider, indigeni e immigrati. Pedrosa ha deciso di privilegiare artisti che non sono mai stati in Biennale. Questo riflette una tendenza recente nel mercato, con collezionisti che seguono meno le aste e cercano direttamente nuovi artisti sconosciuti, come emerso nel recente report di Deloitte sull’arte e i beni da collezione.
In uno scenario variegato, accattivante e per certi versi naïf come quello di questa edizione, quali artisti consigliare ai collezionisti? Sicuramente i vincitori dei diversi premi, tra cui il Mataaho Collective (Leone d’Oro), Archie Moore (Pad. Australia) e Karimah Ashadu (Leone d’Argento). Inoltre, risultano molto interessanti Giulia Andreani, Dana Awartani, Claire Fontaine, Louis Fratino, Jeffrey Gibson (Pad. Stati Uniti), Nedda Guidi, Yuko Mohri (Pad. Giappone), Ersan Mondtag (Pad. Germania), Yinka Shonibare e Maymuru White.
L’articolo è stato il frutto di una riflessione di gruppo all’interno del corso “Economia e Mercato dell’arte” dell’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia, della docente Vera Canevazzi con le studentesse Ester Stella Guarneri, Elisa Marenghi, Martina Marino, Irene Martignoni, Eleonora Palini e Martina Torri.