Se le aste di New York rappresentavano il vero banco di prova dello stato del mercato—non solo americano ma globale—questa tornata ha segnalato chiaramente un ridimensionamento della domanda, soprattutto ai livelli più alti.
Per quanto si sia tentato di attribuire il calo drastico del fatturato delle case d’asta (–25% su base annua, secondo l’Art Basel & UBS Report) alla scarsità di opere di pregio, l’assenza di compratori per lotti di primissimo livello—come il bronzo di Giacometti stimato (o forse sovrastimato) 70 milioni da Sotheby’s o la Sedia elettrica di Warhol ritirata da Christie’s prima dell’asta—suggerisce piuttosto una domanda debole anche per i pezzi più blasonati.
Il mercato è sempre più selettivo, non solo sulla qualità, ma soprattutto sul prezzo giusto: in un momento favorevole per i compratori, i collezionisti cercano giustamente l’affare.
In particolare, queste aste hanno evidenziato un mercato sempre più costruito su tre fattori che devono agire all’unisono: la qualità indiscutibile dell’opera, stime realistiche e il ricorso strategico a strumenti come le garanzie per contenere il livello di rischio.
Nel complesso, queste aste hanno confermato ciò che molti addetti ai lavori già sospettavano: i tempi dei fuochi d’artificio sono lontani.
In un clima dominato dalla cautela, le case d’asta agiscono con metodo, spingono sulle garanzie e mettono in scena lo spettacolo, ma devono fare anche i conti con quello che il Global president di Christie’s Alex Rotter ha definito come “Il mercato dell’arte nel mondo reale.”
Ma andiamo con ordine.
Rilanci discreti ma risultati solidi per il moderno da Christie’s
Le aste di maggio si sono aperte lunedí 12 senza grande entusiasmo con l’asta di Moderno di Christie’s. La tanto attesa vendita della collezione Leonard & Louise Riggio insieme all’asta serale del XX secolo, ha comunque prodotto risultati solidi: 489 milioni di dollari totali, con il 99% dei lotti venduti e il 98% del valore realizzato.
A sostenere il risultato sono stati soprattutto le garanzie e le offerte irrevocabili, con oltre metà dei lotti già coperti da terze parti. Nonostante la sospensione delle tariffe tra Stati Uniti e Cina proprio il giorno prima, l’assenza quasi totale di offerte dall’Asia ha reso evidente che la maggior parte delle opere è finita nelle mani di collezionisti americani o europei.
L’asta si è aperta con 37 lotti della collezione Riggio – fondatore della casa editoriale Barnes&Noble e per anni a capo del board della Dia Foundation.
Christie’s ha offerto una garanzia riservata e ha coinvolto terze parti per mitigare il rischio, una strategia che ha funzionato: 97% di lotti venduti e 272 milioni di dollari realizzati (stima: 252–326 milioni). Tuttavia, molte opere di punta sono state vendute discretamente tramite telefono, spesso con Alex Rotter, da poco nominato presidente globale, mentre la sala è rimasta silenziosa.

Il Composition No. III di Mondrian ha fatto 41 milioni di dollari (47,6 milioni con commissioni), al di sotto del record precedente (51 milioni). Lo stesso destino per L’empire des lumières di Magritte, venduto a 31 milioni (34,9 milioni con commissioni)—lo stesso prezzo dell’anno scorso. Entrambi sono molto probabilmente stati aggiudicati ai garanti.
La maggior parte dei lotti ha chiuso entro o appena sotto le stime base (considerando i soli hammer price). Il Portrait de jeune homme di Balthus ha raggiunto 2,7 milioni (3,34 milioni con commissioni). Le sculture di Giacometti hanno seguito lo stesso schema: Le Couple ha fatto 3,5 milioni, Femme de Venise 15 milioni (17,66 con commissioni), e Annette Nu dans l’atelier ha raggiunto il minimo stimato, 7 milioni (8,46 con commissioni). Tutte erano coperte da garanzie.
Un raro momento di energia è arrivato con il ritratto di Lee Miller di Picasso, al debutto in asta, venduto per 28 milioni. Altri lotti hanno rispettato le aspettative: Les droits de l’homme di Magritte a 15,9 milioni, Untitled di Rothko a 8,46 milioni, Les trois personnages di Léger a 8,1 milioni, una Hepworth monumentale a 8 milioni e The Last Supper di Warhol a 7,07 milioni.
Nel finale, l’interesse si è indebolito. Opere meno desiderate hanno deluso: A Luta Continua di Stan Douglas ha fatto solo 12.600 dollari (stima: 60.000–80.000), Johnny Tomorrow di Ed Ruscha si è fermato a 800.000 dollari. Le due opere di Kerry James Marshall hanno fatto 3.801.000 e 2.591.000, mentre Glenn Ligon ha chiuso a 2.833.000, nonostante l’opera fosse stata esposta anche alla Whitney Biennial.
La seconda parte della serata dedicata al XX secolo presentando 37 lotti ha chiuso con risultati “white glove” (217 milioni, 100% venduto per valore), ma solo dopo il ritiro improvviso della Big Electric Chair di Warhol, stimata intorno ai 30 milioni e forse troppo difficile da piazzare.
L’apertura è toccata a una selezione di nove opere astratte provenienti dalla prestigiosa collezione dei Bass e originariamente collocate nella loro casa (o gioiello di architettura) di Forth Worth, Texas.
Anche qui le garanzie hanno però avuto un ruolo centrale. Danseuse di Severini ha suscitato entusiasmo e ha raggiunto 3,196 milioni. Seguono il mobile bianco di Calder a 8,46 milioni, Morris Louis a 2,47 milioni, Frank Stella a 7,07 milioni, e due Agnes Martin rispettivamente a 4,89 e 1,62 milioni.
L’astratto di Ellsworth Kelly è stato venduto a 3,7 milioni. Il Rothko del 1952, esposto nella mostra storica 15 Americans al MoMA, ha raggiunto 32,5 milioni (37,79 con commissioni), chiudendo in realtà sotto la stima richiesta di 35 milioni.
Uno dei pochi momenti di vera competizione è stato per Firuzabad III (1970) di Stella, venduto per 3,37 milioni dopo una lotta tra quattro telefoni. Subito dopo, il climax con Peupliers au bord de l’Epte di Monet, battuto dopo oltre cinque minuti a 37 milioni (42,96 milioni con commissioni), stabilendo il record per la serie Peupliers.
Tra gli altri risultati: Korsika di Gerhard Richter ha superato le attese con 15,25 milioni; Endgame di Dorothea Tanning ha ottenuto 2,35 milioni (stima: 1–1,5 milioni); e Revelación (El relojero) di Remedios Varo ha raggiunto 6,22 milioni, nuovo record per l’artista. Sorprendente il risultato di Franz von Stuck, Die Sünde, che ha raddoppiato le attese con 604.800 dollari, stabilendo il record per un’opera su carta del pittore secessionista.
Fra le piú grandi delusioni della serata, il Concetto spaziale, In piazza San Marco di notte con Teresita di Fontana ha incassato solo 7,54 milioni, meno della metà dei 14 milioni raggiunti nel 2017. Resta da vedere se si tratta di una stima troppo ambiziosa o di un segnale del mercato in calo. Lo stesso artista sarà nuovamente testato con Fine di Dio, in vendita da Sotheby’s il 14 maggio.
Asta serale di arte moderna da Sotheby’s: una serata da 186,4 milioni di dollari offuscata dal ritiro del lotto di punta

L’asta dedicata al Moderno di Sotheby’s la sera successiva, 13 maggio, è stata invece sicuramente offuscata dall’innaspettata mancata vendita del pezzo forte della serata, la Grande tête mince di Alberto Giacometti, l’unico esemplare di busto dipinto a mano e presentato alla Biennale di Venezia del 1956. Stimato a 70 milioni di dollari e offerto senza garanzia, l’opera si è fermata dopo pochi rilanci fittizi non trovando compratori in una sala insolitamente silenziosa. “Semplicemente non era il suo momento,” ha dichiarato Julian Dawes di Sotheby’s. Il CEO Charles Stewart ha definito l’esito “un momento d’asta genuino”, privo di meccanismi finanziari protettivi.
Nonostante ciò, l’asta ha comunque portato alla casa d’asta un solido risultato di 186,4 milioni di dollari su 60 lotti, sebbene pur sempre al di sotto della stima di 240,3–318,7 milioni. La casa ha fatto ampio affidamento su 26 garanzie, di cui 24 da terzi, segnale di una prudenza persistente. Dieci lotti sono rimasti invenduti, portando il tasso di venduto all’83%.
Tra i risultati di punta: Femme debout (Poseuse I) di Giacometti, dalla collezione di Joseph H. Hazen, aperto a 3,4 milioni e battuto a 5,6 milioni (6,8 milioni con commissioni). Diverse opere fresche di mercato hanno superato le attese, tra cui Four Big Dots di Alexander Calder dalla collezione del SFMOMA è stato aggiudicato per 8,29 milioni, e Leaves of a Plant (1942) di Georgia O’Keeffe, che ha raggiunto 12,97 milioni, sopra la stima di 8–12 milioni.
Almeno quattro lotti sono stati ritirati prima dell’asta, incluso un Kandinsky stimato tra 6–8 milioni e Brindis di Rufino Tamayo è rimasto invenduto.
Tra i lotti più contesi: Nature morte di Robert Delaunay, è stato poi venduto per 2 milioni, mentre Flux et reflux (1923) di František Kupka, salito a 5,9 milioni dopo un acceso duello fra almeno quattro telefoni. Una seconda opera di Kupka ha invece deluso realizzando sotto la stima $5,2 milioni e La Jeune fille au bouquet di Fernand Léger è stata venduta per 3 milioni, sotto la stima di 5–7 milioni.
Nel finale, la serata ha però ritrovato slancio: Hudtwalcker di Edvard Munch ha battuto a 1,5 milioni (1,8 milioni con commissioni), seguito da Portrait de Madame Cézanne di Paul Cézanne, che ha raggiunto 6 milioni (7,37 milioni con commissioni), il secondo miglior risultato mai ottenuto per il soggetto. Le Bouquet d’anémones di Henri Matisse, proveniente dal SFMOMA, è stato acquistato per 1,51 milioni da un collezionista cinese.
Prima della chiusura, Oliver Barker ha avuto la soddisfazione di concludere con uno dei record più memorabili della serata: An Important Double-Pedestal Lamp di Frank Lloyd Wright, realizzata oltre un secolo fa per la Susan Lawrence Dana House a Springfield, Illinois. Nonostante il gusto più esoterico e il pubblico ristretto, il lotto ha acceso una lunga battaglia, aggiudicandosi dopo dieci minuti a 6,1 milioni di dollari (7.492.000 con commissioni). Considerata la più importante opera di Wright mai apparsa all’asta, ha raddoppiato la stima minima e quadruplicato il record precedente dell’architetto, fermo a 2.903.500 dollari nel 2002.
Nel tratto finale, due sculture di Henry Moore hanno rispettato le stime: Mother and Child on Ladderback Chair ha totalizzato 523.400 dollari, mentre Seated Woman on Bench è stata venduta in sala per 482.600 dollari. In crescita anche per Lynn Chadwick, con l’operazione di grandi mostre per il suo rilancio iniziata da Perrotin nella sede di Parigi durante Basel: Three Elektras, tra le opere più imponenti mai proposte all’asta, è stata aggiudicata a 2.002.000 dollari, ben oltre la stima di 1,2–1,8 milioni, chiudendo con una nota positiva.
Nuovi record al femminile per Phillips
Nella stessa serata, Phillips ha in realtà anticipato Sotheby’s alle 17 con un’asta dal tono cauto, ma anche con qualche sorpresa. In un mercato in cui il fascino della pittura giovane e “fresca” ha perso slancio, la casa ha puntato su nomi blue chip per la sua asta serale di arte moderna e contemporanea. Il risultato è stato almeno solido, comparato ad altre sessioni, chiudendo con 51.952.350 dollari totalizzati su 36 lotti, con quattro ritirati e altri quattro invenduti. Il 90 percento delle opere era fresco di mercato o assente dalle aste da oltre 15 anni.

Top lot della serata è stato un Untitled di Jean-Michel Basquiat, proveniente dalla collezione personale di David Bowie, venduto per 6.594.000 dollari con commissioni (stima: 4,5–6,5 milioni). Un altro Basquiat su carta del 1985/86 ha raggiunto 2.964.000 dollari. Le artiste donne hanno avuto un ruolo di spicco. Olga de Amaral ha segnato un record con Imagen perdida (1996), battuta a 1,2 milioni con commissioni (stima: 300.000–500.000), in una gara rapida e accesa. Anche Kiki Kogelnik ha debuttato all’asta con Rainy (1973), aggiudicata per 355.600 dollari, mentre The Fourth (1956) di Grace Hartigan ha stabilito un nuovo record per l’artista con 1.633.000 dollari—dopo essere stata venduta da Christie’s nel 1997 per soli 24.000 dollari.
Altro record per Ilana Savdie, giovane artista colombiana rappresentata da White Cube: il suo lavoro Imperial diet, y otros demonios (2021) è stato venduto per 228.600 dollari dopo una lunga battaglia tra offerenti da Libano e Austin. Meno brillante, invece, l’apertura con Yu Nishimura, che ha totalizzato 279.400 dollari con commissioni, sotto il record stabilito a febbraio da Sotheby’s. James Turrell ha debuttato nelle aste serali con Ariel della serie Glass, venduto a 660.400 dollari, anche qui un record.
Alcuni dei lotti più attesi hanno superato di poco le stime minime: Alvarado to Doheny di Ed Ruscha ha realizzato 4,9 milioni, probabilmente acquistato dal garante; il Ritratto di Sigmar Polke di Gerhard Richter ha chiuso a 4.174.000 dollari dopo una lenta salita da 2,3 milioni. Il momento più teso della serata è arrivato con Killer Nurse di Richard Prince: un biglietto inaspettato consegnato all’auctioneer Henry Highley ha indicato un problema—forse un ritiro dell’offerta. Dopo una pausa incerta, il lavoro è stato battuto a 2,6 milioni, con un prezzo finale di 3.206.000 dollari grazie a un “messaggio positivo” annunciato dalle vendite private.
La tensione è rimasta palpabile, e l’asta ha chiuso in calo: Thiebaud Cake ha trovato compratore a 1.270.000 dollari, ma molti lotti finali sono rimasti invenduti, tra cui un importante Frank Stella degli anni ’70, uno specchio dorato di Jeff Koons e un Cowboy di Prince.
Le donne dominano l’asta del contemporaneo da Christie’s
Condotta da Yü-Ge Wang e sostenuta in gran parte da offerte telefoniche con specialiste donne, l’asta serale del XXI secolo da Christie’s il 14 maggio ha totalizzato 96,5 milioni di dollari, con un tasso di venduto del 92 percento per lotto e del 97 percento per valore, rientrando nella stima rivista di 77–114 milioni (inizialmente 82–121 milioni). Quattro dei 43 lotti sono stati ritirati. Più della metà delle opere era garantita, con sette coperture di Christie’s e diciotto da terze parti. Il totale settimanale delle aste di punta della casa è salito così a 626,5 milioni di dollari.

Il lotto più significativo è stato Miss January (1997) di Marlene Dumas, proveniente dalla Rubell Collection, venduto a 13,6 milioni con commissioni: nuovo record per un’artista donna vivente. Le artiste donne hanno continuato a performare bene in tutta la serata: Lynette Yiadom-Boakye ha totalizzato 640.000 dollari, Lisa Brice 2,954 milioni, Jenny Saville 1,8 milioni, Danielle McKinney 207.000 dollari. Anche Julie Mehretu (3,4 milioni), Gego (201.600) e Sarah Sze (819.000) hanno ottenuto risultati solidi.
Fra i risultati notevoli al maschile, You and Your Things (2022) di Louis Fratino, fresco della mostra al Centro Pecci, ha segnato un nuovo record per l’artista, vendendo a 756.000 dollari con commissioni.
Il top lot della serata è stato Baby Boom (1982) di Jean-Michel Basquiat, venduto dalla collezione Peter M. Brant per 23,4 milioni con commissioni, probabilmente al garante terzo. L’opera è stata battuta senza entusiasmo, in una sala silenziosa.
Dalla prima offerta, la serata ha mostrato vivacità, soprattutto da Europa e Stati Uniti. Un’opera di Elizabeth Peyton ha aperto l’asta raggiungendo 1,623 milioni con commissioni. A seguire, Opposite of White, v.2 (2007) di Roni Horn ha totalizzato 1,165 milioni, Carmen Herrera ha chiuso a 1,071 milioni, mentre Bedtime Story (1999) di Cecily Brown è stata venduta a una donna in sala per 6,2 milioni dopo un duello teso con un offerente telefonico.
Due stime sono state rialzate poco prima della vendita: una testa in tessuto di Louise Bourgeois ha raggiunto 1 milione, e la fotografia Untitled (Cowboy) di Richard Prince è stata venduta a 1,5 milioni. Una delle opere più contese della serata è stata anche Sentinel IV (2020) di Simone Leigh, scultura iconica dell’artista, con due esemplari della stessa serie attualmente esposti al MoMA e alla National Gallery di Washington. Superata rapidamente la stima minima di 3,5 milioni di dollari grazie a un’ondata di offerte telefoniche, il ritmo si è poi rallentato a rilanci da 50.000 dollari. L’opera è stata infine aggiudicata per 4,7 milioni (5.737.000 con commissioni), segnando il nuovo record d’asta per Leigh.
Altri risultati solidi: Untitled di Francis Alÿs (441.000 dollari), mentre opere di Félix González-Torres, Mike Kelley e Damien Hirst sono rimaste invendute. Tuttavia, un’opera di Hirst è stata venduta con ironia da Wang che ha detto: “Si può appendere su entrambi i lati.” Anche l’albero di Ugo Rondinone è stato venduto subito a 567.000 dollari. Arthur Jafa ha chiuso a 100.800 dollari.
Notevole la partecipazione europea, in tutta l’asta. in particolare da Germania e Svizzera. Infinity Net di Yayoi Kusama è stata venduta per 3,68 milioni a un offerente telefonico seguito da Alex Rotter, con Wang che ha ringraziato il compratore in tedesco.
Nella parte finale un Rudolf Stingel è stato un passaggio a vuoto, ma Emma McIntyre ha chiuso l’asta con energia: la sua Up bubbles her amorous breath (2021) ha acceso le offerte da 30.000 a 201.600 dollari con commissioni, stabilendo un nuovo record per la giovane artista, a seguito dell’annuncio di David Zwirner della sua rappresentanza scorso febbraio, in collaborazione con Château Shatto.
Guanti bianchi per le collezioni di Barbara Gladstone e Daniella Luxembourg da Sotheby’s
A conclusione dell’intensa maratona di aste, Sotheby’s ha svolto la sua ultima Evening Sale per la categoria chiudendo con un totale combinato di 186,1 milioni di dollari fra le tre sessioni. Dopo la delusione di martedì con il ritiro del Giacometti, il tono è infatti cambiato. La serata si è aperta con una selezione curata di dodici opere dalla collezione personale di Barbara Gladstone, accomunate da alta qualità e un’estetica cupa. La vendita ha totalizzato 18,8 milioni, superando la stima di 11,9–17,2 milioni e registrando il white glove.
Il primo lotto, un ritratto di Elizabeth Peyton, ha raggiunto 700.000 dollari (889.000 con commissioni), seguito da una scultura di Thomas Schütte a 698.000 dollari e da Aug. 8, 1975 di On Kawara venduto a 635.000 dollari. L’interesse si è affievolito su Rudolf Stingel, aggiudicato per 1,4 milioni (1,8 milioni con commissioni).
Man Crazy Nurse di Richard Prince, stimato a partire da 4 milioni, ha deluso vendendo a 3,9 milioni, mentre il testo concettuale Are You Kidding (1988) ha raggiunto 2,85 milioni (3,5 milioni con commissioni). Flowers di Andy Warhol ha invece superato le attese vendendo a 3,8 milioni (stima massima: 1,5 milioni). I disegni di Raymond Pettibon sono saliti da 40.000 a 241.300 dollari. La rara versione nera di Flowers ha raggiunto 3,8 milioni. Boetti ha chiuso il segmento con 698.500 dollari.

È poi iniziata la sessione dedicata alla collezione di Daniella Luxembourg, che ha totalizzato 40,4 milioni con tutti i lotti venduti e il 60 percento sopra la stima alta. Concetto spaziale di Fontana ha stabilito un record per una scultura con 440.000 dollari. The Beetle di Calder ha raggiunto 5,1 milioni, seguito da Armada, venduto a 6,5 milioni. Maria Nuda (1969) di Pistoletto ha toccato 3,4 milioni, dopo una gara accesa tra otto offerenti. Pino Pascali ha registrato 14,485 milioni, mentre Fine di Dio di Fontana è stato aggiudicato a 14,4 milioni. Un Teatrini è stato venduto per 500.000 dollari, un altro Fontana giallo a 1,3 milioni, e un disegno a 400.000 dollari.
Italia di Luciano Fabro ha superato la stima con 1.079.500 dollari. Soft Switchers di Claes Oldenburg ha stabilito un record a 1,55 milioni. Il Cretto nero di Burri ha raggiunto 3,1 milioni, mentre il neon di Joseph Kosuth ha superato le attese con 190.000 dollari.
La sessione “The Now and Contemporary Evening Auction” è iniziata con Stand Still di Danielle McKinney, venduto a 279.400 dollari, secondo miglior risultato per l’artista. Mohammed Sami ha raggiunto 571.500 dollari. Mpeketoni (2014) di Michael Armitage, raramente in asta, ha stabilito un nuovo record con 2,368 milioni.
Two Standing Broken Men di Rashid Johnson, in mostra al Guggenheim, ha totalizzato 1,758 milioni. Jack Whitten ha superato la stima con 1,1 milioni. That Was Then, This Is Now di Ed Ruscha è partito da 5 milioni e ha chiuso a 7,795 milioni. Laura Owens ha venduto per 952.500 dollari. Alpine Retreat di Adrian Ghenie è salito a 3,2 milioni, mentre Yu Nishimura ha raddoppiato il suo record con 406.400 dollari.

Il top lot della serata è stato un Untitled (1981) di Jean-Michel Basquiat, venduto per 16,365 milioni dopo sei minuti di gara telefonica. Nove opere di Roy Lichtenstein hanno raggiunto 29 milioni (stima massima: 25 milioni), con risultati importanti: Nude in the Mirror a 2 milioni, Woman. Sunlight. Moonlight. a 4,9 milioni, e Stretcher Frame with Cross Bars III a 4,9 milioni. Negli ultimi venti lotti, la stanchezza dell’infinita maratona si è fatta sentire ma la maggior parte ha rispettato le stime. Tom Wesselmann ha venduto per 1,7 milioni, mentre il set di pecore di François-Xavier Lalanne ha raggiunto 2,3 milioni. La sessione ha chiuso con 127,1 milioni, rientrando nella stima di 101,4–146,6 milioni, con un tasso di venduto del 93 percento.
In conclusione, se c’è una lezione da trarre da questa tornata di aste di maggio a New York, è che non si assiste solo a un cambio di gusto, ma all’emergere di una più ampia correzione strutturale: un ricambio generazionale, un riequilibrio di genere e, di conseguenza, una ridefinizione delle preferenze e comportamenti da parte dei compratori.