Ieri, 8 aprile, con l’inizio del Fuorisalone a Milano, ho scoperto Longchamp sotto una nuova luce. Sì, proprio quel Longchamp delle borse pieghevoli, che qui si è rivelato molto più di un brand di moda: un vero sostenitore dell’arte e del design.
Ora, vi starete chiedendo: cosa c’entra Collezione da Tiffany con un’azienda di moda? Onestamente, me lo chiedevo anch’io prima di varcare la soglia della boutique di via della Spiga 6. La risposta è arrivata con le opere di Pierre Renart, designer francese noto per il suo lavoro con il legno, che per Longchamp ha accettato una sfida: integrare la pelle nelle sue creazioni.
Legno, pelle e la sfida della leggerezza
Renart, abituato a modellare il legno con un approccio quasi scultoreo, ha accolto il guanto di sfida lanciato da Sophie Delafontaine, direttrice creativa di Longchamp. “Volevamo che le sue creazioni conservassero l’idea di movimento, di una linea continua e ininterrotta, nonostante l’aggiunta della pelle”, ha spiegato Delafontaine. E il risultato? Perfettamente riuscito.
Le opere in mostra sono realizzate in noce americano e rivestite con morbida pelle di vacchetta. Il legno, lavorato in strati sottilissimi, si piega e si modella in forme fluide e dinamiche, ispirate alla natura. Il tocco di Renart è evidente: sembra quasi che le sue sedute abbiano preso vita da un unico gesto armonioso.
Longchamp, mecenate contemporaneo?
Quello che rende questo progetto ancora più interessante è la filosofia che lo sostiene. Non si tratta solo di un’operazione di branding ben riuscita (perché, diciamolo, lo è), ma di un impegno concreto a valorizzare giovani talenti del design – e non solo. Longchamp non si è limitato a commissionare delle opere, ma le ha anche acquistate per la propria collezione, come dimostra la panca di Renart ora esposta nello store milanese.
In un’epoca in cui il design spesso flirta con il marketing, vedere un’azienda comportarsi come un mecenate del passato è quasi un’utopia. Eppure, qui sembra funzionare. Forse perché l’approccio è autentico, o forse perché il connubio tra moda, design e arte non è poi così forzato come sembra.
L’esposizione sarà visitabile fino al 13 maggio, con alcuni pezzi disponibili in edizione limitata per l’acquisto. Vale la pena farci un salto, anche solo per vedere fino a che punto il design può piegarsi – letteralmente – alla creatività.