Nato nel 1976 a Klamazoo, in Michigan, Titus Kaphar talentuoso e giovane artista di origine afroamericana, può certamente essere considerato una figura di primo piano all’interno del panorama statunitense, non solo da un punto di vista artistico ma anche politico e sociale.
Attraverso un personale processo di smantellamento dei generi e dei supporti tradizionalmente riconosciuti e tramandati per secoli nell’arte occidentale Kaphar crea nuovi codici e modalità comunicative per denunciare problematiche di natura socio-politica legate in particolar modo alle scottanti tematiche della discriminazione razziale e alle difficoltà che si ritrova a dover affrontare la comunità afroamericana.
Attraverso azioni di decostruzione (come tagliare, sminuzzare, cancellare e censurare) e servendosi di media differenti (quali la pittura, la scultura e il video), l’artista riscrive non solo quella dell’arte ma la storia in senso lato, sottolineando come determinati episodi non possano essere considerati semplicemente “avvenimenti ormai trascorsi” ma debbano essere sviscerati in profondità, per poter così comprendere il loro reale impatto sul tempo presente.
Con il suo oramai distintivo linguaggio figurativo, Titus Kaphar affronta una grande varietà di tematiche che percepisce come a lui vicine, creando un forte e indissolubile legame tra il contenuto e il mezzo espressivo utilizzato.
Distruggendo l’opera nella sua matericità, l’artista cerca di mettere a nudo e di rendere visibili le strutture, solitamente celate, che la costituiscono, con la finalità di svelare alcune verità non dette sulla natura della storia e di indagare il potere di una storia riscritta, includendo e dando maggiore risalto al soggetto afroamericano.
L’andamento in asta e le opere più richieste
I forti ideali trasmessi dalle opere di Kaphar hanno trovato un particolare riscontro e avuto una grande risonanza all’interno del movimento attivista Black Lives Matter e della lotta per i diritti delle persone di colore, tema quanto mai attuale negli Stati Uniti a causa dei recenti e numerosi episodi di violenza a sfondo razziale a noi tristemente noti.
Non a caso, infatti, il 2020 si è rivelato l’anno di svolta per la carriera di questo artista, sia a livello di riconoscimenti (la sua opera intitolata Analogous Colors è stata utilizzata come copertina del TIME per il numero di giugno 2020), sia per quanto riguarda i risultati ottenuti sul mercato secondario, registrando un totale di $ 4.671.865 per 19 lotti (con un tasso di invenduto dello 0%).
Fatto il suo esordio sul mercato secondario nel 2013, Titus Kaphar iniziò a essere una presenza costante all’interno dei cataloghi d’asta a partire dal 2019. Fino a questa data, infatti, vennero esitate in asta solamente 8 opere alcune delle quali rimaste purtroppo invendute ma che registrarono comunque un progressivo incremento a livello di fatturato annuo (passando dai $ 11.041 del 2015 ai $ 95.086 del 2019).
La tipologia di opere che ha riscosso il maggior successo in asta e che risulta essere maggiormente richiesta, sono certamente i lavori su tela, che costituiscono la parte preponderante del mercato di questo artista, sia a livello di quantità sia a livello di fatturato, con un range di aggiudicazioni che oscilla tra i $ 25.463 e i $ 712.979, a seconda del medium utilizzato e delle dimensioni dell’opera.
Particolare riscontro hanno suscitato i dipinti realizzati con le ormai distintive spesse pennellate bianche, utilizzate da Kaphar per incarnare la lotta in corso per la visibilità sociale e il riconoscimento della comunità afroamericana (come per esempio Another Fight for Remembrance: Study, 2014 – 149.8 x 102.5 cm. – battuto da Christie’s New York per $ 280.000 nel dicembre 2020. Stima: $ 100.000 – $ 150.000), oppure quelli realizzati su tela a tecnica mista e in particolar modo con l’ausilio della pece.
Questo medium, particolarmente utilizzato dall’artista sia per il colore nero sia per la sua matericità, viene spesso impiegato per censurare i volti dei soggetti dei suoi ritratti al fine di rappresentare l’invisibilità e la deprivazione di personalità a cui la comunità afroamericana fu condannata durante il periodo della schiavitù (come nel caso di Portrait in Tar I – 2016, 152.4 x 121.9 cm. – aggiudicato sempre da Christie’s New York a fine 2020 per $ 600.000. Stima: $ 250.000 – $ 350.000).
A questa categoria di opere appartengono i lavori di Titus Kaphar che hanno raggiunto le cifre di realizzo più alte: il suo attuale top lot, Untitled III (2015 – 152.4 x 121.9 cm. Stima: $ 300.000 – $ 400.000), una personale rielaborazione dell’artista del noto Portrait d’une femme noir di Marie- Guillemine Benoist, aggiudicato lo scorso giugno da Phillips a New York per $ 850.000 sotto il martello, e Page 4 Of Jefferson’s “Farm Book” (2018 – 152.4 x 121.9 cm. Stima: $ 200.000 – $ 300.000), venduto nell’ottobre 2020 da Sotheby’s New York per $ 690.000.
Anche le opere su carta dell’artista passate sul mercato secondario, spesso realizzate a loro volta con il distintivo contrasto cromatico bianco-nero ottenuto attraverso l’utilizzo di un gesso bianco su carta color carbone, hanno ottenuto negli ultimi anni buoni risultati a livello di fatturato, fino a raggiungere i $ 105.000 registrati da Sotheby’s New York nel giugno 2020 per la vendita di Asphalt and Chalk (2015, 124.5 x 89 cm. Stima: $ 20.000 – $ 30.000).
Questo lavoro fa parte di un progetto artistico più ampio e fortemente autobiografico realizzato da Kaphar, intitolato Jerome Series, che prende il nome dal padre dell’artista e dalla sua esperienza in carcere. Dal 2011 l’artista iniziò a realizzare una serie di ritratti su fondo oro (basati sulle foto segnaletiche pubbliche di persone di colore arrestate in quel periodo e di nome Jerome) e che, una volta completati, venivano immersi nel catrame a diverse altezze, a seconda della percentuale di vita che quell’individuo aveva trascorso in carcere.
Volti alla rappresentazione delle implicazioni a lungo termine del mutismo sociale a cui condanna l’incarcerazione, spesso ingiusta, di esponenti facenti parte della comunità afroamericana, i ritratti di Titus Kaphar riecheggiano le icone bizantine e alludono alla nozione di perdono delle trasgressioni passate, verso il quale l’attuale sistema di giustizia penale presenta una grande carenza.
Le attuali quotazioni in galleria: cosa comprare?
Da ottobre 2020 Titus Kaphar ha iniziato la sua collaborazione in esclusiva con la prestigiosa Gagosian Gallery, che ha appena dedicato all’artista presso la sede londinese la sua prima retrospettiva su suolo europeo intitolata New Alters: Reworking Devotion, conclusasi lo scorso 15 maggio.
Essendo i lavori di Kaphar estremamente richiesti, al momento, per poter entrare in possesso di un’opera dell’artista è prevista una lista di attesa e le tempistiche variano a seconda della tipologia desiderata.
Le opere su tela sono certamente le più richiese e, in base al medium, alle dimensioni e all’anno di esecuzione, il loro range di prezzo si aggira tra i 200.000 e i 600.000 dollari. Per quanto riguarda invece le sculture e le installazioni realizzate dall’artista, l’investimento si colloca tra gli 80.000 e i 150.000 dollari.
Un buon modo per approcciarsi al lavoro di Titus Kaphar può essere quello di acquistare un’opera su carta, come per esempio le serigrafie facenti parte della serie Redaction, esposte al MoMA Ps1 nel 2019 e realizzate in un numero ristretto di esemplari, acquistabili per un prezzo più contenuto e che varia tra i 12.000 e i 25.000 dollari.
Oltre che da un punto di vista prettamente artistico, Gagosian Gallery si impegna sostenere l’artista anche per quanto riguarda il suo impegno sociale, supportando il centro artistico senza scopo di lucro fondato da Kaphar, Jason Price e Jonathan Brand nel 2015 e chiamato NXTHVN (Next Haven).
Situato nel quartiere Dixwell di New Haven, nel Connecticut, questo centro è nato con il fine di sostenere, attraeverso borse di studio, i nuovi talenti e gli artisti emergenti sia all’interno esia all’esterno della comunità locale, anche grazie al sostegno di altre importanti istituzioni americane (come la Robert Rauschenberg Foundation e la Andrew W. Mellon Foundation).
Questa è la dimostrazione della forte commistione tra ambito artistico e contesto sociale che permea le opere di Titus Kaphar e dell’importanza che questo binomio ha rivestito nella rapida ascesa dell’artista all’interno del mercato internazionale.