Apriamo la nostra selezione mensile di appuntamenti in galleria da mettere in agenda, con la bella mostra proposta dalla Agostino Art Gallery di Milano che fino al 20 marzo, l’Hommage à la peinture di Fabrizio Vatta, artista veneto allievo di Emilio Vedova, la cui ricerca muove al confine tra realismo ed espressionismo, attraverso un gesto vibrante che prima costruisce e poi nega la figura.
Fulcro del lavoro di Fabrizio Vatta, è la figura umana, ritratta nell’atto di compiere azioni quotidiane o inserita in situazioni più complesse. Lo spazio rappresentato, tuttavia, non è mai uno spazio fisico, ma mentale, capace di suggerire riflessioni che vanno oltre la superficie della pittura, sfociando nella sfera personale e collettiva.
Sempre a Milano, la galleria Renata Fabbri ospita, fino al 15 marzo, Inchino, un progetto personale di Edoardo Manzoni che si inserisce nel programma di Sotto, la project room della galleria dedicata alla ricerca e all’esposizione di linguaggi artistici emergenti.
Per l’occasione, l’artista presenta una serie di inediti lavori scultorei che indagano il concetto di ornamento come punto di
incontro tra le convenzioni culturali umane e il mondo animale: piccole sculture somiglianti ad uccelli esotici e
realizzate attraverso l’assemblaggio di forme e materiali eterogenei.
Presentato per la prima volta al pubblico, il corpus di lavori si articola a partire dallo studio delle tecniche di corteggiamento e dei meccanismi di selezione che regolano l’accoppiamento di alcune specie volatili.
Il terzo appuntamento milanese che segnaliamo è, poi, la nuova mostra di Apalazzogallery: Africa per Sentito Dire e Varia Umanità, prima prima personale dell’artista Lucia Pescador.
Il lavoro di Lucia Pescador è incentrato sulla memoria, soprattutto dall’inizio degli anni Novanta quando Lucia Pescador ha avviato l’Inventario del Novecento con la mano sinistra entro cui è ascrivibile tutta la sua opera fino a oggi.
Frammenti di cultura – dalle avanguardie storiche europee ad altre culture, dall’Africa all’Oriente – raccolti e copiati su pagine di libri e quaderni, fatture e registri commerciali, e più in generale su carte cariche a loro volta del “rumore del Novecento”. Le opere di Lucia Pescador sono concepite come un’orchestrazione di tanti frammenti che l’artista riorganizza di continuo mischiando le voci a suo piacimento:
A Como, la Galleria Ramo ospita, fino al 30 aprile, Hurricane Billy la mostra personale dell’artista coreana Hyun Cho che, per l’occasione, presenterà una serie di nuovi lavori, o meglio note idiosincratiche, che condividono il suo desiderio di esplorare il significato delle libertà individuali e personali, nei termini di ciò che posso chiamare una “verità naturale” è una parte cruciale della comprensione di tutte le sue opere.
Da Como ci spostiamo a Venezia dove, fino al 26 marzo, negli spazi della A plus A Gallery è in corso la mostra collettiva Phantom Brush curata da Edoardo Monti. L’esposizione è frutto della collaborazione tra la galleria e il centro culturale e residenza per artisti Palazzo Monti a Brescia, che da alcuni anni è diventato una fucina internazionali di talenti, in particolare nel campo della pittura.
Per questa occasione Edoardo Monti ha selezionato i lavori di Alyssa Klauer (1995, USA), Hannah Tilson (1995, UK) e Danilo Stojanović (1989, Croazia), realizzati proprio durante la loro permanenza in residenza. Tre artisti che costruiscono le proprie opere sulla base di effetti visivi, creando mondi paralleli, finiture delicate e dettagli fantasmagorici che si esplicitano in spazi psicologici intensi, coinvolgendo e riunendo immagini care alle memorie individuali.
Ancora nella città lagunare, la Galleria IN’EI, il nuovo spazio veneziano per l’arte e il design di Cina, Giappone e Corea l’11 marzo inaugura la sua prima mostra dedicata all’opera dell’artista GAO BO, autore di progetti fotografici, imponenti installazioni e performance: Offerta. Venezia-Himalaya.
Mostra che, curata da Pietro Gaglianò, segna il ritorno di Gao Bo torna sulla scena internazionale dopo una lunga pausa di riflessione e studio, che sembra quasi suggerire una vera e propria rinascita per questo autore concentrato da sempre in una ricerca che condensa le esperienze maturate in entrambi i mondi in cui ha vissuto.
Via degli Zingari è il titolo della mostra di Tano D’Amico in programma, dal 24 febbraio al 1 aprile, da Libri Necessari, libreria antiquaria che ha sede in quella strada di Roma, nel cuore dello storico rione Monti. Nell’occasione, il fotografo rilegge e riscrive un nucleo significativo del proprio archivio e che di raccontano del suo incontro con i Rom avvenuto, una prima volta, nei primissimi anni Ottanta.
Il risultato è un insieme di visioni e composizioni in cui, al di là degli scenari attraversati (per lo più desolati, spesso drammatici) e delle figure ritratte (soprattutto donne e bambini), l’occhio del fotografo pare accordato su una persistente nota di struggimento.
Dal 3 marzo a Roma, z2o Sara Zanin presenta la mostra collettiva Il segno è l’esemplare parlato, a cura di Micol Veller Fornasa, con opere di Mariella Bettineschi, Beatrice Pediconi, Maria Angeles Vila Tortosa, Simona Weller presso gli spazi di z2o project in via Baccio Pontelli 16.
Il segno, la parola, l’immagine, il gesto, caratterizzano l’esperienza espressiva delle quattro artiste presenti in mostra definendone il percorso. Seppur di diverse generazioni, hanno infatti in comune la medesima attitudine ad affrontare un discorso sul metodo che, pur tenendo conto di una storia già scritta e “parlata” riesce ad aggiungere un nuovo traguardo alla ricerca sul segno. Per tale ragione il segno è l’esemplare parlato
Restando nella Capitale, la Galleria Anna Marra presenta, fino all’8 aprile, I’m Rich, terza personale di Davide Bramante nel proprio spazio espositivo. Per l’occasione l’artista presenterà il nucleo più recente della sua ricerca, con nuovi e inediti sviluppi della sua sperimentazione.
In mostra opere fotografiche che uniscono la tecnica d’elezione di Bramante – le esposizioni multiple analogiche in fase di ripresa, risultato di più scatti sulla stessa porzione di pellicola – con la post-produzione digitale. L’artista è infatti intervenuto su alcuni dei suoi scatti più iconici e ha aggiunto alle vedute delle città di tutto il mondo le immagini di banconote e monete, simboli tangibili dei vari Paesi.
Infine, arriviamo a Palermo dove, Don Nino Mind Food è possibile apprezzare Mashup, personale di Andrea Buglisi che per l’occasione presenta interventi site specific, dipinti, allestimenti urbani, assemblage, neon e video.
La ricerca di Buglisi da sempre si caratterizza per una particolare attenzione alla contaminazione. Il Mashup, in questo senso, oltre a essere un titolo è soprattutto un metodo di lavoro o una forma mentis che, sotto la superficie di un’ironia irriverente e caustica, ha una sua logica profonda.
Le opere presentate in Mashup, intrise di un immaginario sempre in bilico fra idillio e perdizione, indagano la pelle degli oggetti perduti per esprimere una fragilità in cui tutto sembra sul punto di rompersi.