La primavera entra nel suo mese più bello e con lei il calendario delle mostre in programma nelle gallerie d’arte moderna e contemporanea del nostro Paese. Iniziamo la nostra selezione di maggio da Torino, dove la galleria Riccardo Costantini Contemporary, dal 5 maggio al 3 giugno, presenta nei propri spazi “Di sola andata…”, personale di Pierluigi Fresia che torna ad esporre in un solo show nel capoluogo piemontese dopo circa dieci anni.
In mostra una serie di lavori fotografici, in buona parte inediti, il cui consueto approccio concettuale rende il lavoro dell’artista singolare e distintivo, arricchito da una eleganza formale che da sempre contraddistingue le sue opere. Il titolo “Di sola andata…” aiuta a comprendere la progettualità dell’artista che si esplicita, in parte, attraverso il percorso espositivo ma che nel particolare ci offre una gamma ampia di metaletture.
Sempre a Torino, la Galleria Peola Simondi presenta Forget/Fullness, personale di Eva Frapicini. Tagliata da un tratto obliquo, la parola Forget/Fullness evoca una paradossale “pienezza nella dimenticanza”. Frapiccini sceglie questo termine disgiunto a titolo della sua mostra personale per sottolineare la propria volontà di interrogare la condizione dell’immagine in un mondo visualmente saturo, dove il volume e la tipologia di fotografie digitali in circolazione è inversamente proporzionale alla nostra capacità di ricordare.
L’artista presenta una serie di istantanee analogiche che registrano eventi marginali. Le fotografie ritraggono aspetti secondari normalmente relegati alla nostra visione periferica: fotografare il margine rivela dinamiche di luce e trame materiali, l’inquadratura si libera dal compito di documentare e catturare un’informazione centrale.
Le immagini rappresentano emozioni, ma non raccontano, poiché l’artista le sottrae al compito di trattenere tracce di eventi specifici. Laddove gli archivi di Eva Frapiccini insistono solitamente sulla preservazione e sull’importanza di ricordare, in Forget/Fullness la fotografia è utilizzata per creare un archivio singolare di momenti da dimenticare.
Rimanendo in Piemonte, a pochi minuti da Torino, più precisamente a Volvera, incontriamo la giovane galleria Fuocherello, di cui vi abbiamo parlato mercoledì e che, proprio in questi giorni, inaugura la mostra Fiammiferai, con opere di Bekhbaatar Enkhtur, Giulia Poppi, Lorenzo Lunghi
La mostra si concentra sull’interazione tra forze opposte e divergenze estetiche, alla ricerca di uno squilibrio capace di suscitare sentimenti contrastanti. Nonostante questo, esiste un terreno comune tra Lunghi, Poppi ed Enkhtur. Grazie alla natura della loro pratica artistica, i loro lavori appaiono come veri e propri esperimenti di (concreta) materia, pareti, grafite, resina, circuiti elettrici, alluminio, e raggiungono un felice equilibrio fatto di complementarità e discordanza.
Da Torino a Bologna dove la Galleria Studio G7 presenta Space as a duty of care, curata da Daniele Capra con opere di Simon Callery, Anneke Eussen, Jacopo Mazzonelli, Goran Petercol, Silvia Stefani. Nella common law anglosassone il “duty of care” è un principio che prevede la responsabilità di prendersi cura di ciò che accade a qualcuno o a qualcosa. Rappresenta cioè l’obbligo di diligenza nei confronti delle persone, degli oggetti e dei luoghi, e incarna il dovere di attenzione, cura e rispetto nei confronti di ciò che esiste.
Nel contempo, tale principio testimonia il naturale e diretto coinvolgimento delle persone nelle situazioni e nel contesto: è una forma di partecipazione in cui l’individuo si fa carico di esistere in rapporto dialettico rispettoso con l’altro e con quello che è comune. La mostra Space as a duty of care parte da tale assunto per mettere a confronto il lavoro di cinque artisti, le cui opere possono essere interpretate come dei reiterati gesti di attenzione e responsabilità in merito allo spazio e a ciò che in esso può fenomenologicamente accadere.
Spostandoci a Carrara, è in corso fino alla fine di maggio, presso Vôtre Spazi Contemporanei in Piazza Alberica 5, La Pelliccia di Visone, personale di Mattia Di Rosa che espone tre installazioni e circa 40 tra disegni e pitture di ultima produzione.
Nel lavoro dell’artista toscano, disegni e scarabocchi, immagini fotografiche, pubblicazioni auto prodotte, pitture e macchie, istallazioni e audioregistrazioni diventano strumenti che vengono usati e assemblati come fossero personaggi; esseri e non esseri che popolano un mondo irreale e chimerico, dove coerentemente all’ipotesi in cui arte e vita coincidano, viene messa in gioco l’identità stessa di un presunto autore della scena (per quanto possa essere apparentemente riconoscibile). Un gioco del fare (agire e contemplare) espressionista, ingenuo e concettuale nel medesimo istante.
Sempre in Toscana, a Pistoia, la Galleria ME Vannucci presenta, fino al 18 giugno la mostra Summer Love – Welcome Home, a cura di Serena Becagli, con gli artisti Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, Lori Lako, Erika Pellicci e che propone un’interessante riflessione sul fare casa e spostarsi in relazione con gli altri.
Nessuno dei tre artisti protagonisti della mostra pistoiese, infatti, vive nella città in cui è nato e, a dir la verità, nemmeno nel paese di origine. Mohsen Baghernejad è iraniano ma vive e lavora a Torino, Lori Lako è albanese ma vive e lavora Firenze, Erika Pellicci proviene dalla provincia di Lucca ma vive e lavora attualmente a Berlino. Si può dire che è una mostra che parla di spostamenti per trovare stanza altrove.
A Palermo, fino al 21 maggio, è visitabile Anthurium – Parla mio fiore l’antologica di Tiziana Cera Rosco, a cura di Maria Chiara Di Trapani, nata da un’eccezionale esperienza di residenza artistica vissuta dall’artista nell’Orto Botanico dell’Università di Palermo.
Allestita in due sedi, presso lo stesso Orto Botanico e la Chiesa SS. Euno e Giuliano, a breve distanza l’uno dall’altra nello storico quartiere Kalsa, la mostra amplifica il dialogo che l’artista e poetessa ha da sempre con i luoghi della natura e del sacro e rappresenta la metafora di un lavoro di ricerca che ripensa l’idea dell’abitare, tra natura e linguaggio, tra filosofia e visione, tra performance e preghiera. L’esposizione conta oltre 80 opere: sculture, fotografie di atti performativi, diari e quaderni d’artista, video e installazioni su supporti materici come carta, garze e lenzuola.
Arriviamo, infine, a Siracusa dove l’Antico Mercato di via Trento, ospita del 5 maggio al 30 settembre, la mostra Medea, curata da Demetrio Paparoni. La mostra comprende opere di 17 artisti realizzate espressamente sul tema di Medea, tra i personaggi più celebri e controversi della mitologia greca. La mostra testimonia quanto la vicenda della maga, infanticida nella narrazione di Euripide, incida ancora oggi nell’immaginario dei nostri giorni.
Attraverso lo sguardo inedito di artisti del nostro tempo provenienti da aeree geografiche diverse – dal Nord Europa alla Cina, dalla regione del Caucaso al Sudest asiatico, oltre che dall’Italia – la mostra mette in evidenza il legame inscindibile tra Siracusa e il teatro antico. La tragedia classica rivive così a Siracusa attraverso espressioni artistiche contemporanee anche nell’ambito delle arti visive con opere di: Margaux Bricler, Chiara Calore, Cian Dayrit, Helgi Thorgils Fridjónsson, Francesco De Grandi, Rusudan Khizanishvili, Sverre Malling, Rafael Megall, Ruben Pang, Daniel Pitin, Nazzarena Poli Maramotti, Vera Portatadino, Nicola Samorì, Natee Utarit, Ruprecht Von Kaufmann, Wang Guangyi, Yue Minjun