Dopo l’ampia ricognizione de L’Inarchiviabile/The Unarchivable sull’arte italiana degli anni ’70, il programma espositivo di FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano riparte a il 26 ottobre prossimo rivolgendo il suo sguardo all’arte dei paesi dell’Est Europa dagli anni ’50 agli anni ’80, con oltre 200 opere provenienti da una delle più importanti e complete raccolte d’arte d’avanguardia dell’Est Europa, la Collezione Marinko Sudac di Zagabria, che comprende non solo opere d’arte, ma anche interi archivi d’artista e di gallerie che raccontano un “capitolo perduto” della storia dell’arte del ‘900. È la prima volta che la collezione viene mostrata nella sua interezza al di fuori dei paesi dell’Europa dell’Est, e anche per questo abbiamo decido di dedicargli la “copertina” del appuntamento periodico che Collezione da Tiffany dedica alle mostre che si tengono nelle gallerie e degli spazi pubblici italiani. Nucleo centrale della mostra è la produzione del Gruppo Gorgona che mira a scardinare le regole del rigido sistema dell’arte dell’epoca esplorando diverse aree di sperimentazione: progetti impossibili, lavori concettuali, incontri e azioni, scambi di lettere. Il gruppo ha esercitato grande influenza sulle generazioni di artisti successive e ha intrattenuto rapporti proficui con gli artisti italiani dell’epoca, da Piero Manzoni a Enzo Mari.
Tra gli altri eventi che vogliamo segnalarvi, tanti quelli che aprono proprio oggi in varie città italiane. Dalla mostra della Galleria Progettoarte-elm di Milano che presenta Concezioni, processi e contesti nella pittura (1973 – 2016), la seconda personale negli spazi di via Fusetti 14 dell’artista Enzo Cacciola, protagonista ed esponente attivo e originale di quella pittura analitica impostasi a livello nazionale e internazionale sin dalla metà degli anni Settanta. In mostra una serie di opere scelte tra le prime tecniche miste, pitture industriali e olio su tela ai “cementi” puri del 1975, fino alle opere degli anni 2000 e le più recenti, dittici in cui ha introdotto interventi meccanici e dispositivi di unione e tensione tra le parti, le cui sollecitazioni sono rese visibili dall’espandersi delle resine in modo casuale sulle monocromie e le bicromie su tela elaborata col ‘multigum’.
Ancora a Milano, la Galleria Allegra Ravizza presenta La Metafisica Quantica, mostra personale di Bruno Contenotte, artista che fin dalle prime ricerche degli anni ’50, impone un cambiamento delle nostre idee sulla realtà oggettiva. Fondamentale, nel suo lavoro è l’abbandono di un’analisi del mondo in termini di parti relativamente autonome che esistono separatamente seppure interagenti. L’enfasi principale è posta sull’integrità indivisibile, tra mondo interno e mondo esterno. Contenotte crea così in pittura la Metafisica quantica su cui baserà tutta la sua ricerca realizzando dipinti, luci psichedeliche, proiezioni a spazio metamorfico, il Translumen, la Transluminazione architettonica, le piastrelle del Tao, il Luminoscopio, il Metamultiplex e la Transmecart. In mostra, una quindicina di opere che raccontano l’essenza di questo sentimento di ricerca dell’artista che consiste nel fermare i fluidi in movimento come studio sulla realtà tangibile del vuoto immateriale e dell’energia cosmica.
Spostandoci a Bergamo, è visitabile dal 15 ottobre scorso presso la galleria Thomas Brambilla la seconda mostra personale del giovane artista torinese Erik Saglia (n. 1989): Grande Cosmogonia Portatile. La mostra è ispirata al concetto di Cosmogonia, scaturita dall’analisi dei testi di Raymond Queneau, Piccola Cosmogonia Portatile, e di Italo Calvino, Le Cosmicomiche, in relazione alla xilografia di Albrecht Dürer, Il disegnatore della donna sdraiata (1538), copertina del testo Palomar di Italo Calvino. Erik Saglia proponendo una serie di lavori incentrati sul concetto di Cosmogonia, ripropone il suo rinomato stile costituito da griglie geometriche, realizzate con scotch adesivo a cui sovrappone forme fustellate e successivamente colorate da un frottage realizzato con pastelli ad olio. Il risultato finale è una Cosmogonia di segni, di linee che s’intersecano, di assi vettoriali, trame ordinate del disordine dell’esistente, dove l’incrocio delle ascisse e delle ordinate, organizza la visione dell’artista e dell’Uomo, divenendo misura geometrica universale della realtà.
Da Bergamo a Torino dove ieri è stata inaugurata Tra le righe – Between the lines, personale di Alessandro Cardinale negli spazi della Crag – Chiono Reisova Art Gallery. Esposte in galleria alcune nuove sculture dell’artista, parte recente di un più ampio lavoro portato avanti da 3 anni e presentato alla Biennale Italia/Cina di Torino ed a quella di Pechino: Nu Shu. Serie che si ispira ad un linguaggio segreto nato nella regione dell’Hunan nella Cina imperiale dove, con 1.500 caratteri, attraverso particolari ricami su ventagli ed abiti, le donne comunicavano tra di loro per mezzo di una simbologia espressa principalmente in versi, poi riscoperta e studiata negli anni Cinquanta del secolo scorso, ma ben presto vietata dal partito comunista. Oggi, nonostante venga insegnata in alcune scuole dell’Hunan, rimangono solo tre donne capaci di leggerlo, scriverlo e parlarlo ed il timore è che possa scomparire poco per volta. La serie di Cardinale, attraverso un gioco di illusioni e la laboriosità della realizzazione, reinterpretano la complessità e l’arcano hanno caratterizzato per secoli e secoli questo linguaggio.
Apre domani Modena presso la Galleria Civica, nell’ambito di NODE festival, 605 prepared dc-motors, cardboard boxes, prima mostra personale in un museo italiano dell’artista svizzero Zimoun, noto per le sue opere che uniscono sound art e architettura degli spazi. L’esposizione coinvolgerà le cinque sale della Palazzina dei Giardini di Modena, ciascuna delle quali abitata da un’installazione meccanica costruita con materiali semplici – scatole di cartone, sfere di cotone, cavi di metallo, legno, etc. – e corredata da sistemi automatici che generano movimenti e rumori. Complessi organismi viventi in grado di abitare lo spazio in cui vengono allestiti per mezzo di un sottile e mai banale rapporto tra suono e volumetria circostante. Attraverso oggetti industriali di uso comune e costruzioni minimaliste, Zimoun esplora infatti il ritmo meccanico, la tensione tra i modelli ordinati del Modernismo e la forza caotica della vita.
A Padova, negli spazi di Vecchiato Arte, Luca Beatrice presenta Hocus pocus, mostra personale di Tony Gallo che aprirà i battenti giovedì 27 ottobre. In esposizione una serie di tele e lavori dell’artista che interpretano l’incantesimo dell’illusione, di quel trucco che fuoriesce tra i colori e le forme e dove la vera magia sta nell’immaginazione. Un teatro di burattini, un giocoliere o un trampoliere inscenano un mondo fantastico in cui il trucco c’è e si vede e prende vita nella mostra di Tony Gallo arricchita di tele, muri e installazioni con performance, tutto per dare vita al sogno e alla fantasia dal sapore surreale e magico. Tony Gallo fa parte di una nuova generazione, quella generazione che comunica con rapidità e dinamismo attraverso internet e i social network che riscopre e diffonde l’arte e che si riconosce poi nei suoi lavori.
Porta il nome dell’artista Giorgio Milano, la prima trasferta romana della milanese The Format – Nomad Contemporary Culture Gallery che, dal 27 ottobre prossimo, porta a Palazzo Santa Chiara la mostra Multum in parvo, personale a cura di Valerio Dehò. L’intero lavoro di Milano è avvicinabile ad una ricostruzione critico-estetica del rapporto tra visibile e invisibile. Mossa da un grande interesse per le tematiche scientifiche la ricerca artistica di Milano mette a confronto il proprio immaginario con un universo in costante movimento. Territorio di sintesi di paradigmi scientifici ed estetici i lavori di questo artista offrono allo spettatore un nuovo punto di vista in cui il quadro non è uno specchio sull’universo della fisica quantistica, ma ne costituisce una parte importante in quanto lente che fa convogliare i raggi che dalla realtà convergono sulla superficie.
Infine, chiudiamo questa nostra selezione con due mostre attualmente in corso a Roma. La prima è Una Visione Italiana allestita presso Montoro12 Contemporary Art ed inserita tra gli eventi ufficiali del Fuori Quadriennale – 16a Quadriennale d’Arte. L’esposizione è una interessante collettiva di artisti italiani o con forti radici in Italia che, con il loro lavoro, offrono una visione del panorama dell’arte contemporanea ed un confronto tra generazioni. Le opere esposte vanno dalla pittura alla scultura, dall’installazione alla fotografia. Tra gli altri sono presenti Emmanuele De Ruvo, Pietro Fortuna, Thorsten Kirchhoff e Simone Pellegrini. La seconda mostra è Sei se ricordi, prima mostra personale a Roma di Anna Caruso, curata da Lorenzo Respi. Visitabile fino al 2 novembre prossimo presso la galleria Anna Marra Contemporanea la mostra presenta al pubblico undici dipinti inediti della produzione più recente di questa giovane artista milanese. Dagli acrilici su tela del 2014, sino alle opere realizzate ad hoc per l’occasione.