Mentre a Palermo prosegue Manifesta 12 con le sue tante mostre collaterali, entra nel vivo anche il calendario espositivo delle gallerie italiane d’arte moderna e contemporanea che, in queste settimane, hanno presentato i loro programmi autunnali. Particolarmente difficile fare selezione in un’offerta che, devo dire, si presenta con una qualità media sempre migliore, che forse meriterebbe una maggior attenzione da parte dei media e degli amanti (non solo collezionisti) d’arte. Ma veniamo a noi e alle mostre che abbiamo deciso di segnalarvi tra le tante che stanno inaugurando lungo lo stivale.
Tra le mostre che hanno aperto i battenti gli inizi del mese, mi piace segnalare All’estero & Dr.K Takes waters at riva: Version A collettiva a cura di Saim Demirca, coordinatore degli studenti internazionali della School for Curatorial Studies Venice, riunisce fino al 15 dicembre, negli spazi della AplusA Gallery di Venezia, lavori di Stephan Dillemuth, Nick Mauss, Rochelle Goldberg, Sophie Reinhold, Mark Van Yetter, Whitney Claflin e Miriam Yammad, chiamati a confrontarsi con il romanzo Vertigo che segnò il debutto dell’autore tedesco W.G. Sebald, inaugurando un nuovo genere di letteratura, un tipo di combinazione tra diario di viaggio e saggio storico-letterario, con l’aggiunta minima di trama e fotografia.
A Firenze, invece, la Galleria Eduardo Secci inaugura oggi (8 settembre) le mostre di Paolo Grassino, Pedro Matos e Konrad Wyrebek. Grassino presenterà nella Main Room nella galleria tre grandi opere, due delle quali site-specific e completamente inedite; ognuna caratterizza da un soggetto differente, ma ricorrente, nella tematica di Grassino: gli insetti, l’uomo e gli animali, uniti tutti da un unico fil-rouge: quello della crudeltà della condizione dell’esistenza.
La bipersonale di Pedro Matos e Konrad Wyrebek dal titolo Beneath the Surface, curata da Daniele Capra, raccoglie una serie di opere su tela di media e grande dimensione, realizzate dagli artisti nell’ultimo anno. Beneath the Surface affronta le problematiche relative all’immagine, dalla sua nascita alla sua riconoscibilità, fino alle dinamiche di trasmissione e concreto radicamento in un supporto.
Ha aperto ieri a Torino negli spazi della galleria Alberto Peola, la mostra UGANDA – Ma dove lo trovate il tempo? Dell’artista Monica Carocci che ha novembre novembre 2017 è partita per l’Uganda con i medici del progetto umanitario Cute. Settimane insieme, sempre, piene di vita e di vite, di cui Carocci presenta, come spiega la curatrice Olga Gambari, «un racconto visivo che va ben oltre le fotografie e la mera descrizione oggettiva. Perché non bastano le parole per raccontare le esperienze. A volte le immagini sono sguardi che si aprono direttamente sulle cose che accadono, sui luoghi, sulle persone, sui gesti, i dettagli, le luci. E riescono a portarne testimonianza visiva ed emotiva. A restituire un’atmosfera e una dimensione che altrimenti sarebbe perduta. Questo ha fatto Monica durante il campo in Uganda del progetto umanitario Cute».
A Milano, la Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea presenta, a partire dal 13 settembre, la prima personale in Italia dell’artista francese Christian Lapie. Le sue opere sono metamorfosi, concetto che ha a che fare senz’altro con la tecnica scultorea di trasformazione della materia, ma anche con il processo di cambiamento che mettono in atto con il luogo per cui sono concepite. Le sculture di Lapie quindi trascendono in qualche modo se stesse e si mettono in dialogo con l’ambiente che le accoglie, instaurando ogni volta connessioni e sinergie sempre diverse, dalle infinite potenzialità e configurazioni mentali ed emozionali.
How do we perceive reality? è, invece, il titolo della mostra la NContemporary di Milano inaugurerà giovedì 13 settembre. In un momento storico in cui il tema della “post-verità” è diventato centrale nella comprensione dei fenomeni politici globali, Ncontemporary ha invitato tre artisti internazionali interessati al rapporto tra arte e percezione della realtà; sia essa quella fisica dello spazio che ci circonda, quella emotiva o quella dell’attualità e del potere: Raluca Andreea Hartea (Romania, 1985); Tom Lovelace (UK, 1981) e Jonny Briggs (UK, 1985).
Sempre a Milano, siamo lieti di annunciare, a tutti gli amanti della fotografia contemporanea, l’inaugurazione della nuova sede italiana della berlinese Podbielski Contemporary che inizia la sua attività ne nostro Paese proponendo, a partire dal 13 settembre, la mostra Moving Worlds II, che propone in un dialogo espositivo alcuni dei lavori più significativi degli artisti che hanno contribuito a caratterizzare l´identità della galleria. La mostra indaga la rapidità dei cambiamenti e delle sfide che attraversano la nostra epoca, e la loro ripercussione a livello geopolitico ed esistenziale.
Scorrendo il calendario degli appuntamenti nelle nostre gallerie, merita segnarsi in agenda il 17 settembre quando la Galleria Raffaella Cortese di Via Stradella a Milano, inaugurerà le personali dell’artista svizzera Silvia Bächli (Nähern) – la cui ricerca è dedicata allo sviluppo del disegno in bilico tra astrazione e accenni di figurazione, tra narrazione e azioni – e Simone Forti che, con On An Iron Post, segna il suo ritorno in mostra in una galleria italiana dagli anni ’70. Italiana di origine e trasferita fin da piccola a Los Angeles, Forti è da oltre cinque decenni una figura di spicco nel panorama artistico per lo sviluppo della performance contemporanea. Artista, coreografa, danzatrice, scrittrice, Forti si è dedicata alla ricerca di una consapevolezza cinestetica e di composizione, rimanendo sempre legata alla sperimentazione e all’improvvisazione.
Tornando a Milano, la galleria A arte Invernizzi inaugura lunedì 17 settembre 2018 alle ore 18.30 una mostra personale dell’artista inglese Alan Charlton, presentata in contemporanea presso Annely Juda Fine Art di Londra. In questa occasione Charlton ha ideato un progetto che collega idealmente le gallerie pur presentando due percorsi espositivi indipendenti. Le opere scelte dall’artista in relazione agli spazi della galleria A arte Invernizzi tracciano per punti salienti i diversi momenti della sua ricerca – legata sin dal 1969 all’indagine delle molteplici potenzialità dei monocromi di colore grigio messi in relazione con l’ambiente circostante e con eterogenee modulazioni di luce – sino a giungere ad opere realizzate appositamente per questa mostra.
Il 20 settembre, la galleria Ca’ di Fra di Milano inaugura la Ugo La Pietra – La città che scorre ai miei piedi. Artista difficilmente etichettabile, La Pietra già a fine anni’60, andava esplorando la città dal centro alla periferia con un atteggiamento simile all’antropologo alla ricerca dei comportamenti sociali rispetto all’ambiente urbano. “Gradi di Libertà”, “Tracce”, “Recupero e reinvenzione” sono solo alcune tra le ormai storicizzate ricerche sul territorio. Ca’ di Fra’ propone due sequenze di opere riferite una alla crescita della città mentre la seconda relativa al rapporto città-campagna.
Infine, chiudiamo con la mostra a cui abbiamo dedicato la copertina di questo articolo: In virtù di una improbabile quanto aleatoria empatia, la nuova mostra dedicata all’artista napoletano Enrico Fico dallo Spazio Espositivo EContemporary di Trieste. Curata da Tiziana Tommei la mostra inaugurerà il 15 settembre. Il titolo scelto reca in sé l’elemento più intimo ed identificativo del percorso creativo di Enrico Fico: il confronto con l’altro, tema che trova un inedito svolgimento in questa mostra, la sua prima personale, che sarà caratterizzata da un allestimento che vuole suggerire le tappe di un iter portato avanti con progettualità e continuità, attraverso lavori che coprono gli anni 2014-2018.