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Perché il mercato dell’arte non parla di conservazione?

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Il fine settimana scorso si è conclusa un’altra bellissima manifestazione italiana dedicata ad arte e gallerie, proprio nella nostra captale. Anche Arte in Nuvola ha chiuso i battenti e, così come lo scorso anno, si è confermato un evento apprezzato e seguito da critica e collezionisti.

C’è sempre grande entusiasmo intorno a manifestazioni come le fiere. Qualche settimana fa era stato così per Artissima (ed eventi collaterali). E se guardiamo oltralpe, l’affollamento nelle sale espositive della nuova versione della fiera parigina e il successo di quella londinese ci raccontano un mondo dell’arte attivo e attento alle tematiche che riguardano il suo mercato e il collezionismo.

Infatti, oltre a camminare tra quadri appesi, sculture esposte su piedistalli e installazioni contemporanee, partecipare a una fiera significa anche incontrare galleristi che ti raccontano la loro attività, o anche imbattersi in talk che stimolano riflessioni sulle nuove correnti e si confrontano con tematiche molto importanti, come ad esempio saper soppesare il valore economico e culturale di un’opera d’arte.

E questo succede tanto in Europa, quanto dall’altra parte dell’oceano, dagli Stati Uniti al Brasile. Chi più attento a questioni prettamente artistiche, chi a quelle legate alla sostenibilità ambientale e all’impatto sociale dell’arte: ogni fiera prevede dei momenti di incontro e riflessione.

Scorrendo i programmi, cercando i link per eventuali collegamenti a distanza (ormai previsti in molte occasioni), è ormai qualche tempo che mi chiedo perché non ci sia un’attenzione specifica al tema della conservazione.

Eppure lo sappiamo tutti, senza conservazione diventa difficile anche parlare di collezioni. E soprattutto, di buoni investimenti. Ma allora perché un ambiente che mette in circolo cultura, bellezza e – non per ultimo – denaro, non affronta un argomento così importante?

Facciamo un passo indietro. Cosa significa, precisamente, parlare di conservazione? E chi ne dovrebbe parlare?

La conservazione di una collezione è l’insieme di tutte quelle attività che si occupano di fare stare bene le opere. Per farla molto semplice, per conservare al meglio gli oggetti di una collezione occorre custodirli nella maniera corretta, facendo attenzione principalmente ai parametri ambientali degli spazi espositivi o di deposito.

Naturalmente, bisogna conoscere le opere che si possiedono, conoscerne i materiali e le tecniche di realizzazione, avere la possibilità e la voglia di osservare le superfici con attenzione e monitorarle periodicamente per essere certi che non insorgano problematiche varie.

E per far questo, esistono diverse strategie per poterlo fare semplicemente e nella maniera più corretta.

Ma la verità è che, spesso, tutto ciò che riguarda la conservazione spaventa o, peggio, può sembrare ridondante. Pensandoci però, si tratta del motore che permette ad una collezione di essere dinamica e viva, in maniera del tutto sicura. Per questo ogni collezionista dovrebbe avere tra le mani quegli strumenti (culturali e tecnici, sia ben chiaro) che gli permettano di impostare in autonomia una buona attività di conservazione.

E potremmo discutere a lungo su quali sono questi strumenti. Dalle piattaforme digitali che supportano la gestione dei dati di una collezione, ai dispositivi che permettono di registrare umidità e temperatura degli ambienti: sono molte le opportunità per provare ad avere un approccio nuovo.

Luoghi come le fiere e qualsiasi altra manifestazione che mette insieme gli attori del mercato dell’arte, dai collezionisti ai galleristi, dagli artisti ai curatori, dovrebbe dare spazio e approfondire quello che è il vero strumento per mantenere e proteggere il valore di una collezione, sia economico sia culturale.

Perché cerchiamo di essere onesti! Che siate collezionisti per investimento o che lo siate diventati per estrema passione e amore nei confronti dell’arte, in entrambi i casi il valore (anche in questo caso, economico o culturale) di una collezione è ciò a cui ogni collezionista tiene di più.

E, se per collezionare non è richiesto un vero e proprio “requisito di competenza” perché l’arte è per tutti ed è capace di incantare e attraversare molte sensibilità diverse, per saper proteggere e custodire nel tempo il valore che l’arte naturalmente porta con sé occorre avere fra le mani i giusti strumenti operativi.

Proprio per questo motivo abbiamo bisogno di occasioni di confronto, di parlare insomma di cosa significa conservare il valore che ogni collezionista è riuscito a costruire e a far crescere mettendo insieme le sue opere.

Collezionare arte è davvero un viaggio di scoperta, di apertura. In una fiera, nelle sale espositive di una galleria, oggi anche online, ogni collezionista sceglie i suoi pezzi. In quel momento, sarebbe bello, cominciasse a pensare anche come prendersene cura correttamente in modo da assicurare alla sua collezione un valore stabile o, perché no, addirittura in crescita nel tempo.

Francesca Gasparetto
Francesca Gasparetto
Restauratrice-conservatrice di formazione con una passione per il data management e la documentazione digitale delle collezioni d'arte. E’ autrice di diverse pubblicazioni scientifiche sul tema della documentazione per la conservazione del Patrimonio. Collabora con l’Università degli Studi di Urbino nell'ambito di progetti internazionali sul tema della conservazione del Patrimonio e tiene un corso sulla documentazione digitale. E’ co-fondatrice della start-up arturo, società che si occupa di conservazione e documentazione delle collezioni d’arte.

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