Il filosofo Ernst Bloch rivendicava la possibilità di cercare, negli eventi, quello che si identifica con il principio utopico. Il principio utopico costituisce insieme, detto molto brevemente, l’elemento di speranza presente anche nelle situazioni più disperate e la spinta verso un mondo migliore.
Trovare dove si annida il principio utopico nell’attuale situazione che devasta l’Europa può sembrare persino immorale: di fronte all’invasione, alla guerra, se non al genocidio, trovare speranza è qualcosa di prezioso, ma anche almeno complesso.
Ma se un principio utopico si annida in qualche luogo, in questi giorni difficili, questo luogo è oggi proprio l’Ucraina, intesa come territorio fisico, ma anche culturale e morale. L’energia e l’amore per la libertà che l’Ucraina sta dimostrando con la sua resistenza, la personalità straordinaria di questo popolo che pochi di noi europei sapevano a malapena identificare fino a pochissimo tempo fa, è una vera sorpresa e, chissà, forse un germe di speranza futura per tutti.
Sottolineare il valore culturale e la presenza molto concreta dell’Ucraina nell’odierno panorama europeo e internazionale è il senso del neonato Padiglione Ucraino alla 23esima della Triennale di Milano, dal titolo Planet Ukrain, che è stato presentato mercoledì e proseguirà con una fitta serie di eventi nei prossimi giorni.
La presentazione è stata preceduta da un messaggio video del Ministro degli Esteri Luigi di Maio, alla presenza del Governatore della Lombardia Attilio Fontana e al Sindaco di Milano Giuseppe Sala, con interventi in streaming di Dario Franceschini e Giovanna Melandri dal Maxxi di Roma.
Il progetto del Padiglione nasce da un’idea di Gianluigi Ricuperati, Lidia Liberman e Anastasia Stroubyr, ai quali è anche affidata la curatela. I talk e gli eventi in programma nei prossimi giorni prevedono l’intervento di molti intellettuali, filosofi e artisti ucraini e non, a testimoniare la vitalità, per molti di noi francamente inattesa, ma sorprendente, della cultura di questo paese a noi vicino.