Chiusi gli ultimi appuntamenti importanti, il mercato dell’arte va in vacanza. E se le aste d’arte contemporanea di luglio hanno fatto registrare qualche segno di stanchezza dopo un primo semestre a colpi di record, il segmento di mercato che sembra soffrire di più è quello delle fiere d’arte. Stando ai dati divulgati durante questi mesi da Skate’s, leader mondiale dell’art business intelligence, sembra, infatti, che «il periodo di massimo splendore delle fiere d’arte sia finito». Dati alla mano, gli analisti di Skate’s già a gennaio avevano rilevato come il 2014 avesse dato segni di crisi con un calo dei visitatori del -7.4% registrato, in media, nelle 20 fiere più importanti del Mondo, commentando: «Chiamatelo affaticamento delle fiere, ma che sia legato alle politiche degli organizzatori – che alla quantità preferiscono la qualità – o alla crescita costante del commercio online, la tendenza è questa. Le fiere di punta come Art Basel Miami Beach, TEFAF e Paris Photo hanno pubblicato nel 2014 tutti dati in calo. Un trend interessante visto che questi eventi servono diversi segmenti del commercio d’arte».

Una tendenza, quella rilevata ad inizio anno, che è proseguita nel primo trimestre del 2015 durante il quale, anche se le 12 fiere più importanti hanno fatto registrare un incremento del 6.8% nel numero di visitatori, le cose non sembrano essere andate benissimo. Come mettono in evidenza gli autori del rapporto, infatti, se solo una fiera ha pubblicato dati negativi, sono ben quattro quelle che hanno pubblicato gli stessi dati del 2014. Cosa che gli analisti di Skate’s hanno interpretato come un modo elegante per nascondere una flessione.

Situazione analoga per il secondo trimestre – appena concluso – che pur registrando, mediamente, un +5.6% di visitatori e un +1.3% nel numero delle gallerie partecipanti, vede 3 fiere su 15 non divulgare dati e una pubblicare gli stessi del 2014. Sintomo che non è tutto oro quello che luccica. Ma visto che il mondo delle fiere non è dei più trasparenti, non avendo l’obbligo – a differenza delle case d’asta – di pubblicare prezzi e dati di vendita, questo è il quadro che abbiamo a disposizione. Di fatto i dati sui visitatori e sulla partecipazione delle gallerie sono gli unici che ci permettono di avere una panoramica sull’andamento di questo segmento di mercato. E tutti gli appuntamenti, come si vede nelle tabelle, quando va bene, hanno tassi di crescita minimi mentre, fino a poco tempo fa, si registravano aumenti a due cifre.

Se l’età d’oro delle fiere non è, forse, ancora giunta al capolinea, dai report di Skate’s emerge in modo chiaro come questo segmento di mercato sia sicuramente oggetto di un “raffreddamento”. E la causa principale sembra essere attribuibile alla crescita del commercio online. Le gallerie, sostengono gli analisti, si sono accorte di come convertire i contatti in vendite sia molto più semplice – ed economico – online, e così stanno riducendo le loro presenze all’interno del costoso circo itinerante delle fiere d’arte il cui calendario, negli ultimi anni, è cresciuto a dismisura con tutto quello che ne consegue in termini di finanze e stress. (Vedi: Le fiere d’arte funzionano ancora?)
Sicuramente c’è un movimento di grandi cambiamenti (anche se poi le aste di NY ci dimostrano che le vendite ad altissimo livello restano stabili … anzi i record abbondano) ma nonostante la domanda sia in crescita, soprattutto da parte dei mercati emergenti (vedi l’Oriente) probabilmente si è abbondato troppo con la produzione di Fiere, tutte magnificate e tutte piene di vip. Un po’ come è accaduto per la mostre si è sovrabbondato anche laddove forse era meglio evitare lasciando il protagonismo di pochi importanti eventi senza creare inutili cloni in giro per il mondo.
Verissimo. Per tutti noi è diventato anche difficile orientarsi in questo calendario dell’arte sempre più fitto di eventi senza nessuno che, di fatto, faccia da guida dicendo realmente cosa merita e cosa è da evitare. Viviamo in un’epoca in cui tutto è perfetto e le opere sono tutti capolavori. Forse un sistema di informazione meno al soldo degli uffici marketing potrebbe essere d’aiuto.
Giusto. La comunicazione on line sta modificando tutti i settori.
Portando avanti una mostra on line molto avanzata da anni, mi sono trovato ad essere Curatore e Gallerista di me stesso non trovando nessuno in giro capace di capire questo meccanismo : Un grande Capolavoro si espone prima on line poi si vende e dopo, se l’acquirente vuole, si espone fisicamente.
Con riferimento all’articolo posso dimostrare tranquillamente che la mia The Opera Collection on line supera nei contenuti tutto quanto é stato esposto nelle fiere sopra citate, e, su Google + a Luglio 2015 ha superato il milione di visualizzazioni.
Perciò, perché andare alla Biennale di Venezia dove al massimo ti vede il custode del Padiglione o l’amante del curatore ? SA http://armellin.blogspot.com