Il mercato italiano delle aste di arte moderna e contemporanea, anche se con qualche scricchiolio di troppo, regge il colpo di un’annata difficile per il mercato dell’arte, chiudendo il 2023 con un totale di 146.739.938 euro, che segna un +9% rispetto al 2022.
Un giro d’affari che permette all’Italia di tornare, finalmente, a farsi vedere nei grafici che mostrano la segmentazione del mercato globale delle aste pubbliche. Lo fa con una percentuale minima (1%), è vero, ma che comunque ci porta fuori da quella palude degli “altri”, dove il nostro Paese era scivolato ormai da qualche anno.
Tutto ciò avviene al termine di un’annata non facile per il mercato dell’arte, il cui fatturato complessivo, a livello globale, è calato nell’ultimo anno del -7%, mentre i segmenti relativi all’Arte Moderna e all’Arte del Dopoguerra e Contemporanea, hanno registrato contrazioni rispettivamente del -6% e del -16%. Un calo, quello messo in evidenza anche dall’ultima edizione dell’Art Basel & UBS Art Market Report, che ha colpito in larga misura la fascia alta del mercato (prezzi da 1 a 10 mln euro) e super alta (> 10 mln euro), calate nell’ultimo anno del -4% e del -40%.
La fascia bassa (fino a 50.000 euro) e quella media (50-250.000 euro e 250.000-1.000.000 euro), dove naviga anche l’Italia, hanno invece tenuto meglio, mantenendosi sostanzialmente stabili: +3% per quanto riguarda le opere fino a 50.000 dollari; -5% per quelle appartenenti alla parte bassa della fascia media e +2% per quelle della fascia superiore. E andamenti simili si sono avuti anche per quanto riguarda il volume delle vendite con le fasce di nostro interesse che hanno registrato, rispettivamente, variazioni del +2%, -5% e 0.4%.
In tutto ciò, sempre stando al report di Art Basel & UBS, curato da Clare McAndrew di Arts Economics, l’Italia oggi rappresenta l’1% in valore e il 9% in lotti del mercato dell’Arte del Dopoguerra, mentre, per quando riguarda l’Arte Moderna il nostro Paese, a livello globale, pesa per l’1% in valore e il 6% in lotti. Molto più esiguo il peso per quanto riguarda l’Arte Contemporanea: 0.4% e 5%.
Il 2023 del mercato italiano ai raggi X
Dopo aver visto, grazie ai dati di Arts Economics, come si posiziona l’Italia nello scacchiere internazionale dell’arte, analizziamo più da vicino il mercato delle aste di Arte moderna e del dopoguerra del nostro Paese.
Il 2023 per le 20 case d’asta nazionali monitorate da Collezione da Tiffany si è chiuso, come visto, con un fatturato complessivo di 146.739.938 euro in crescita del +9% rispetto al 2022. Un risultato generato dalla compravendita di 23.724 opere in 203 aste.
In crescita anche il tasso di venduto, passato dal 66% del 2022 al 70% del 2023, e il valore dell’aggiudicazione media che lo scorso anno si è attestato si 6.144 euro contro i 5.744 euro dell’annata precedente. In calo, invece, il numero del lotti offerti (-8%). Valori che collocano l’Italia principalmente nella fascia bassa del mercato (fino a 50.000 euro) e una presenza marginale in quella media (50-250.000 euro e 250.000-1.000.000 euro).
Come si vede anche dal grafico sull’andamento del mercato italiano delle aste di arte moderna e contemporanea dal 2015 al 2023, a fronte di un fatturato annuo che potremmo definire da record, il secondo semestre ha fatto registrare un calo del -20% rispetto allo stesso periodo del 2022, chiudendo con un parziale di 61.278.206 euro che, comunque, è il terzo miglior risultato di sempre registrato nel secondo semestre.
Resta da capire se tale calo sia dovuto a fattori esogeni o se, invece, non si tratti di un riequilibrio del nostro mercato che è ritornato alla situazione pre-pandemica quando, storicamente, era il primo semestre ad essere il momento più caldo per le aste italiane di arte moderna e contemporanea. Ordine che si era invertito nel 2020, con una ripartenza condizionata dagli strascichi dell’emergenza Covid che avevano spinto molti degli eventi del mercato proprio nella seconda parte dell’anno.
Ad ogni modo il calo pronunciato registrato nel secondo semestre del 2023, arriva dopo un primo semestre caratterizzato da un risultato senza precedenti per il mercato nostrano che, per la prima volta, ha totalizzato oltre 86 milioni di euro con una crescita del +38% rispetto allo stesso periodo del 2022. Oltre al fatto che sul -20% nel fatturato della seconda metà dell’anno pesa certamente anche un calo nel numero delle aste battute (-14%) e nei lotti offerti (-29%) rispetto allo stesso periodo del 2022.
Il mercato italiano visto dagli operatori
Ci aiutano, nella nostra analisi i commenti di alcuni degli operatori intervistati come Freddy Battino della casa d’aste Il Ponte che ha messo in evidenza come il 2023 abbia “indubbiamente risentito dell’eco dell’anno precedente”, sottolineando però che “oltre ai grandi numeri e alle speculazioni di mercato, i veri amanti e conoscitori continuano a premiare coloro che sanno anticipare le tendenze future”. “La chiave del successo – aggiunge in merito Battino – risiede nel sapersi distinguere in un panorama artistico sempre più globalizzato e schizofrenico; ma anche nel perseguire con determinazione e coerenza un percorso di ricerca intrapreso da anni. L’obiettivo resta sviluppare proposte che puntino all’inesplorato ed enorme potenziale di quegli artisti rimasti ingiustamente nell’ombra e defilati dalle mode, ma il cui lavoro spicca per genialità e importanza storica”.
Si sofferma sul cambio di passo del mercato avvenuto durante l’anno, invece, Angelo Martini della casa d’aste Studio d’Arte Martini che ha messo in evidenza come “mentre il primo semestre del 2023, sulla scia del 2022, è stato caratterizzato dall’entusiasmo e dal dinamismo a cui eravamo abituati negli ultimi anni, il secondo semestre 2023 ha riscontrato un raffreddamento di questa euforia” su cui ha influito certamente “la situazione geopolitica ed economica mondiale”.
Sulla stessa linea anche l’analisi di Matteo Cambi, della Cambi Casa d’Aste. “In generale, dopo una forte crescita negli anni post pandemia a livello europeo e mondiale, notiamo un momento di leggera flessione del mercato che si è evidenziato nella seconda metà dell’anno – commenta il presidente di Cambi Casa d’Aste – Il mercato italiano è in buona salute mentre più cauta è la domanda proveniente dall’estero. Il panorama politico internazionale e le incertezze economiche che ne derivano fanno sì però che la richiesta di beni rifugio sia sempre alta e ciò determina anche risultati a volte eclatanti”.
Ancora più netto il giudizio di Giuseppe Bertolami, Amministratore Unico di Bertolami Fine Art: “Nel corso del 2023 il mercato dell’arte e del collezionismo di pregio ha finito di smaltire l’ubriacatura delle grandi vendite post Covid entrando in una fase che definirei di guardinga attenzione al contesto economico e politico internazionale. Considerando che due durissimi e divisivi scontri bellici tengono il mondo col fiato sospeso e che gli alti tassi di interesse determinati dall’inflazione non sono certo un incentivo ai consumi, il comparto sta dimostrando una buona tenuta”.
Diverso, invece, il punto di vista di Susanne Capolongo della casa d’aste Pandolfini, che nella sua analisi sottolinea come, “nonostante un contesto globale incerto, il mercato dell’arte nel 2023 ha mantenuto un alto livello di vendite per le opere storicizzate e di qualità, con un sempre più grande interesse da parte dei nuovi collezionisti – che guardano all’acquisto di opere sia sotto il profilo dell’investimento sia selezionando opere di valore artistico. È sempre vivace la domanda per l’arte contemporanea grazie anche ai collezionisti Millennial che differenziano gli acquisti, investendo anche sulle nuove generazioni”.
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Tra vecchi e nuovi trend
Interessante, infine, il quadro del nostro mercato che emerge parlando dei trend in atto. Tra le novità messe in evidenza dai nostri operatori, da citare è certamente il “fermento che arriva dai paesi non russi dell’Europa dell’Est dove la ricca nicchia di collezionisti è alla ricerca degli artisti locali più legati alle tendenze dell’arte moderna di matrice occidentale e che non avevano vita facile in epoca sovietica”, evidenziato da Giuseppe Bertolami.
Tutti concordi sull’importanza dei canali di vendita online capaci, come sottolineato dal presidente di Meeting Art, Pablo Carrara, di far fruttare l’aumento “di interesse da parte di collezionisti under 40 che, sfruttando la possibilità di partecipare da remoto, investono su artisti contemporanei e di arte figurativa” oltre ad aprire l’Italia al pubblico internazionale. Per la casa d’aste di Vercelli, gli acquirenti stranieri contribuiscono ormai per il 30% agli scambi, in particolare quelli di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia.
Sempre l’online è il canale dominante anche per Marica Rossetti di Finarte e per Freddy Battino della casa d’aste Il Ponte, il quale sottolinea come proprio grazie al web si faccia sempre più sentire, in Italia, l’interesse da parte di collezionisti e gallerie straniere. “I nostri cataloghi arrivano ormai a picchi di oltre 10mila letture digitali e più di 100mila visualizzazioni online da migliaia di utenti connessi da tutto il mondo – dichiara il Capo Dipartimento dell’Arte moderna e contemporanea del Ponte – Gli investimenti riposti nella conversione al digitale di numerosi servizi, tra cui la partecipazione alle aste da remoto, ci hanno permesso di competere sulla piazza internazionale con ancor più consapevolezza della qualità che vogliamo proporre”.
Per quanto fondamentale per espandere il proprio mercato, la possibili di partecipare alle aste da remoto toglie, inevitabilmente, anche un po’ di fascino a questo mercato. “La presenza in sala alle aste si è in questi anni progressivamente diradata, sebbene partecipare di persona sia sicuramente più coinvolgente – afferma Sonia Farsetti, di Farsetti Arte – Le linee telefoniche e soprattutto la vendita online sono divenute ormai il canale prescelto da collezionisti e operatori del settore. La grande affluenza di pubblico alle esposizioni pre-asta conferma che in ogni caso la visione diretta dell’opera e il rapporto diretto tra venditore e acquirente rimanga molto importante, spesso indispensabile”.
“La sala rimane un luogo di grande fascino ma più per “spiare” che per fare acquisti veri e propri: certamente la possibilità di assistere a una delle nostre grandi Evening Sale di Londra o New York è un’esperienza unica per l’adrenalina e l’emozione che scaturisce – spiega Elena Zaccarelli, Senior Specialist e Head of sale 20/21 Century Milan Online sale di Christie’s – La maggior parte dei clienti tradizionali, però, preferisce metodi che tutelino anche la loro privacy: i telephone bid, sicuramente, per seguire in diretta l’andamento del lotto grazie alla collaborazione con un membro dello staff Christie’s, e le offerte online, che rendono l’esperienza ancora più indipendente e autonoma, e che specialmente quando ci sono barriere di tipo temporale o linguistico, risultano essere la pratica più immediata per partecipare”.
Per quanto riguarda gli artisti più caldi del momento, tanti i nomi che vengono fatti, a dimostrazione di come sia variegato il mondo del collezionismo. In primo luogo i grandi maestri italiani del XX secolo, da Fortunato Depero a Medardo Rosso per arrivare a Ligabue, Sergio Lombardo, Giuseppe Santomaso, Carla Accardi, Valerio Adami e, naturalmente, Salvo che a Hong Kong, il 28 novembre scorso. ha superato per la prima volta, durante la 20th/21st Century Art Evening Sale di Christie’s, il milione di euro, stabilendo così il suo nuovo record mondiale.
Sono tutti concordi, infatti, sul fatto che il 2023 sia stato l’anno di Salvo che, come specifica Marco Canepa di Boetto, ha ormai raggiunto anche mercati lontani come quello Coreano e Giapponese. Ma non manca chi, come Matteo Cambi, vede dietro l’incredibile trend dell’artista siciliano teme che ci sia dietro “un’operazione di mercato destinata a sgonfiarsi piuttosto che vera rivalutazione artistica”
La Top 10 delle aggiudicazioni del 2023
# | AUTORE | TITOLO | ANNO | AGGIUDICAZIONE* | CASA D’ASTE | SEMESTRE |
1. | Lucio Fontana | Concetto Spaziale, Attese | 1965-66 | 2.589.000 € | Sotheby’s Italia | I |
2. | Giorgio Morandi | Natura morta | 1948 | 1.318.500 € | Sotheby’s Italia | I |
3. | Giorgio Morandi | Natura morta | 1955 | 1.197.500 € | Sotheby’s Italia | II |
4. | Lucio Fontana | Concetto Spaziale | 1960 | 1.016.000 € | Sotheby’s Italia | II |
5. | Lucio Fontana | Concetto Spaziale | 1961 | 1.003.300 € | Sotheby’s Italia | II |
6. | Alberto Savinio | Le tendre quatuor (Hommage à Raphaël) | 1928 | 948.150 € | FarsettiArte | I |
7. | Alberto Burri | Catrame nero T | 1951 | 693.000 € | Christie’s Italia | I |
8. | Giorgio Morandi | Fiori | 1952 | 635.000 € | Sotheby’s Italia | I |
9. | Alighiero Boetti | Senza Titolo (Nero su bianco e bianco su nero…) | 1988 | 635.000 € | Sotheby’s Italia | I |
10. | Umberto Boccioni | Ritratto femminile | 1902 | 610.750 € | FarsettiArte | II |