Milano, Palazzo Broggi. Sono più o meno le 19.30 quando la sala scoppia in un applauso fragoroso. Intersuperficie bianca (1969) di Paolo Scheggi, l’opera scelta da Sotheby’s come immagine di copertina per la sua Asta di Arte Moderna e Contemporanea, viene aggiudicata per oltre 1.6 milioni di euro dopo un’avvincente gara tra collezionisti. E’ record del mondo! Un risultato incredibile, se si pensa che siamo a Milano e non a Londra, dove a febbraio era stato realizzato il record precedente. Ma l’asta di Sotheby’s, 143 lotti suddivisi in due sedute (20-21 maggio), ha un catalogo eccellente e la sala è affollata e vivace, come raramente accade nel nostro Paese. Un segnale positivo per il mercato italiano che ha chiuso il 2014 con un +11% e che nel primo semestre di quest’anno sta dando segnali decisamente ottimi, almeno per quanto riguarda gli appuntamenti più importanti. E positiva è la percentuale dei nostri collezionisti che hanno partecipato alla vendita (52%), segno di una domanda interna che sta lentamente riprendendo vigore dopo anni di stagnazione. Ma torniamo a Palazzo Broggi e all’asta di Sotheby’s.
L’opera di Scheggi è il lotto 30 e il record arriva dopo una serie di aggiudicazioni eccellenti, tra le quali spiccano quelle dei due Cellotex di Burri: Nero Mi (lotto 28) che, partendo da una stima di 150-200 mila euro, viene battuto a 495 mila euro; mentre Cellotex P4 arriva a quota 435 mila, più del doppio delle attese. Aggiudicazioni che segnano un record per questa tipologia di opere di Burri, create negli anni Ottanta.
Successo anche per i tre Cretti in catalogo, da cui ci si aspettava un totale tra 450 e 600 mila euro e che, invece, vengono aggiudicati, complessivamente, per oltre 1.4 milioni. Segno che in sala i collezionisti sono attenti e non si fanno sfuggire opere di altissima qualità che hanno anche ottime prospettive in termini di mercato. Mercato che non poteva celebrare in modo migliore il centenario della nascita di questo grande maestro dell’arte italiana. E con una platea di questo genere il risultato finale non poteva che essere eccellente: l’asta si chiude il 21 maggio totalizzando la bellezza 19.7 milioni di euro con percentuali di vendita del 92.4% in valore e dell’80.1% in lotti. Il miglior risultato di sempre per Sotheby’s Italia, con tutti i top lot in catalogo che vanno ben oltre ogni aspettativa.
Premiata la rarità e la qualità delle opere
Qualità e rarità delle opere, come già nell’asta di Christie’s, sono stati i punti di forza della vendita da Sotheby’s. Nell’asta serale del 20 maggio e in quella diurna del 21, i collezionisti si sono dati battaglia sia per i tagli di Fontana che per le sue ceramiche, che stanno vivendo una vera e propria stagione d’oro. Concetto Spaziale. Attesa del 1964, l’unico mai realizzato dall’artista su fondo fuxia, è stato aggiudicato per 819 mila euro, partendo da una stima iniziale di 500-700 mila. Siamo al lotto 31, l’opera record di Scheggi è appena stata battuta e potrebbe esserci anche un momento di stallo nella sala, ma la rarità di questo pezzo neutralizza ogni rischio. Quel taglio unico, netto, è uno degli esempi migliori di come in Fontana la monocromia non sia disinteresse per l’aspetto cromatico, ma studio attento della relazione tra colore, luce e spazialità. E poi quel colore fuxia, così raro nel corpus dell’artista, ha un alto valore simbolico e i collezionisti lo sanno. L’opera è stata creata nel 1964 appositamente come dono per Pierre Lundholm, il gallerista svedese che aprì le porte della Svezia alla avanguardie centro europee ed americane della seconda metà del ‘900 e che con Fontana collaborò a lungo curando, per esempio, una mostra personale sull’artista nella propria galleria nel 1967. Ma Lundholm fu anche il gallerista a cui Fontana affidò il celebre Concetto Spaziale bianco con ventitré tagli, venduto a Londra da Sotheby’s nel febbraio scorso. E proprio lo stretto legame che univa Fontana al gallerista potrebbe spiegare la scelta del colore di questa tela: una rarità degna degli amici più cari.
Se i risultati dei tagli sono stati eccellenti, anche le ceramiche non sono stateda meno, dimostrando l’interesse del collezionismo internazionale per l’intera produzione di quello che è uno degli artisti più apprezzati al mondo. E, infatti, la vendita si accende ancora quando viene presentato il Crocifisso del 1948 – uno dei barocchi presenti in catalogo – che, partendo da una stima iniziale di 60-80 mila euro, vola a 219 mila euro. Stessa scena quanto è il turno delle ceramiche Spazialiste – tutte aggiudicate oltre la stima massima – con il Concetto Spaziale del 1951, in terracotta bianca e nera, che viene battuto a 195 mila euro.
Ma Fontana e Burri non sono gli unici protagonisti dell’asta di Palazzo Broggi. Red Ladder n. 2, opera del 1969 di Salvatore Scarpitta doppia le aspettative raggiungendo i 675 mila euro. Risultato analogo per gli Aerei (1983) di Alighiero Boetti – opera posta nella copertina interna del catalogo -, che sono stati aggiudicati per 483 mila euro. Da ricordare, poi, il record mondiale di Vincenzo Agnetti, realizzato ieri pomeriggio con il lotto n. 148: 113.4 mila euro partendo da una stima 25-35 mila. Ottima, infine, la performance della Natura Morta (1953) di Giorgio Morandi, opera realizzata per l’amico pittore Leone Minassian, battuta a 843 mila euro.